ILLEGIO- Martino e la Carnia approdano a Roma

La Carnia, con Illegio, si candida a diventare un centro propulsore di studi internazionali sull’opera e la vita di San Martino, e sugli innumerevoli segni di civiltà , missione e carità  che il vescovo di Tours, nato in Pannonia nel 316/317 e morto a Candes nel 397, ha lasciato in Friuli, in Italia e in Europa, continente attraversato tutto dal veneratissimo santo “del mantello diviso con il povero”?. Martedì 19 settembre, a Roma, si è ufficialmente insediato, al cospetto dell’on. Andrea Marcucci, sottosegretario del Ministro per i Beni e le attività  culturali, il Comitato nazionale “Plebazione e titolazione: la diffusione del titulus Sancti Martini”, riconosciuto dallo Stato con decreto ministeriale il 27 aprile 2006, che avrà  sede d’ora in avanti presso la parrocchia di Tolmezzo, anch’essa intitolata a San Martino, come almeno altri duemila luoghi di culto in tutt’Italia. Lo stato ha così riconosciuto il percorso fin qui compiuto nel 2006 dal Comitato costituito a Tolmezzo quest’anno in occasione della mostra “Martino: un santo e la sua civiltà  nel racconto dell’arte”?, allestita fino al 30 settembre nella casa delle esposizioni di Illegio e nel contesto del ricco calendario di eventi dell’anno martiniano. Nella stessa sede, dal 2000, il Comitato di San Floriano, presieduto dal parroco di Tolmezzo, mons. Angelo Zanello, ha organizzato una serie d’importanti mostre internazionali, da “Floriano”? (2004) a “Mysterium”? (2005), esportata anche ai Musei Reali di Bruxelles. Al Comitato di San Floriano, s’affianca il Comitato nazionale per le celebrazioni e gli studi martiniani, cui si schiudono ora interessanti orizzonti di ricerca a livello regionale, nazionale e internazionale. “Proprio nella ricerca intorno al fenomeno della plebanazione, cioè la nascita delle pievi, e della titolazione delle stesse pievi in epoca tardo antica ““ spiega il presidente del Comitato, mons. Zanello ““, è decisivo lo studio su del titolo di San Martino, sia per la sua straordinaria diffusione in Italia, sia per la complessità  e la ricchezza dei livelli simbolici che tale titolo ha assunto”?. Alla cerimonia d’insediamento, presso il Ministero a Roma, oltre al sottosegretario del ministro per i Beni e le attività  culturali, on. Andrea Marcucci, c’erano il Nunzio apostolico della Santa Sede presso la Repubblica italiana, mons. Paolo Romeo, una numerosa delegazione di membri friulani e non del Comitato: il vicepresidente Giuseppe Bergamini, il segretario generale don Alessio Geretti (curatore scientifico della mostra “Martino”? e delle precedenti), il tesoriere Dante Scarsini, la portavoce Dolores Job, i tanti membri “istituzionali”, come il presidente della Provincia di Udine, Marzo Strassoldo, il sindaco di Tolmezzo, Sergio Cuzzi, il direttore della Soprintendenza regionale, Ugo Soragni, Marino Corti assessore della Comunità  montana della Carnia. E poi i partner culturali, come Umberto Ponte per l’Associazione musicale della Carnia e mons. Franco Frilli presidente dell’istituto Pio Paschini, i sostenitori come la Fondazione Crup rappresentata dal direttore Lionello D’Agostini. Infine il Comitato scientifico con gli studiosi e docenti Cesare Scalon (università  di Udine), Alessio Persic, Sergio Tavano e Paolo Goi, direttore del Museo diocesano di Pordenone, Paolo Tomea, docente di agiografia e delegato dal Rettore dell’Università  Cattolica di Milano. Significative anche le parole del sottosegretario Marcucci: “Un Comitato diverso, interessante, che pone quei segni di bellezza e civiltà  di cui questa nostra epoca ha tanto bisogno”?. Don Alessio Geretti ha condotto la delegazione friulana prima ad una riunione operativa nella sede di rappresentanza della Regione a Roma, poi al Ministero per l’insediamento, e infine in visita nella splendida cappella privata del Papa nel Palazzo Apostolico in Vaticano. Un gioiello architettonico interamente decorato da padre Marko Rupnik, teologo e artista che ha personalmente illustrato agli ospiti quella che può essere definita come “una storia della salvezza in mosaico”?. “Tra le figure più toccanti, nella cappella ““ ha commentato don Alessio ““ quella della donna che, giungendo nella cena di Betania, sei giorni prima della Pasqua, rompe il vaso di alabastro per offrire al Signore l’unguento prezioso. Noi continueremo a impegnarci senza riserve per valorizzare ciò che Dio ha messo ha messo nel vaso di alabastro dei nostri paesi, storie, energie umane, dedicandolo tutto a Gesù, con il profumo particolare che ha in Carnia”?.