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Il PD di Tolmezzo torna alla carica su Carniacque

Torna a farsi sentire sulla questione Carniacque il circolo di Tolmezzo del Partito Democratico e cogliendo “l’occasione degli attacchi che da più parti gli sono stati portati, in difesa del presidente di Carniacque Spa, per chiarire i reali termini del problema in ballo”, esordisce in una nota il segretario di circolo Michele Mizzaro.

“I fatti sono questi”, elenca:

1)L’acqua è un bene di tutti e come tale dev’essere salvaguardata e ovviamente non può essere compravenduta.

2) Essendo un bene prezioso e di tutti, fin dal 1994 la legge “Galli”  prevede che la gestione idrica sia affidata non in capo di singoli comuni ma in ambiti territoriali più allargati, ottimali (ATO).

3) Il servizio affidato in gestione a Carniacque Spa dall’ATO non comprende soltanto captazione e distribuzione dell’Acqua potabile, ma il ciclo integrato dell’acqua, con la gestione tra l’altro delle fognature e dei depuratori  nonché con la manutenzione e il rinnovo di reti distributive vetuste (lo stesso Barazzutti ricorda che le reti risalgono come minimo agli anni del terremoto, ovvero 40 anni fa) che in tanti casi sono autentici colabrodi.

4) La legge impedisce che Carniacque Spa possa gestire le reti idriche dell’Alto Friuli oltre il 2017, per cui se la società non contrattasse quest’anno la sua fusione con il futuro gestore provinciale unico, già identificato in CAFC Spa, il prossimo anno non potrebbe far altro che consegnare a CAFC spa le sue strutture, le sue attività senza un briciolo di potere contrattuale per tutelare gli interessi degli abitanti dell’Alto Friuli .

 

“Detto questo – prosegue Mizzaro – il progetto portato avanti dall’assemblea dei soci di Carniacque Spa, organo sovrano della società , è quello di fondere con un anno di anticipo la società Carniacque con CAFC, al fine di consolidare i conti, ottimizzare le risorse e permettere investimenti sul territorio. L’assemblea, composta dai Sindaci, che sono i rappresentanti dei cittadini democraticamente eletti, ha dato questo indirizzo e crediamo che il consiglio di amministrazione debba eseguire le indicazioni dell’assemblea, che ripetiamo, è sovrana“.

Michele Mizzaro
Michele Mizzaro

“Se il presidente del consiglio di amministrazione non condivide e non vuole aderire a tali indicazioni – aggiunge ancora il segretario dei Dem – non gli resta altro che rimettere il mandato . Diversamente i soci saranno costretti a sfiduciarlo. Questi sono i fatti, qualsiasi altra illazione è solo un pretesto per vane polemiche,  per attacchi al Partito Democratico portati da alcuni in maniera grossolana e bizzarra”.

“L’ing.Martinis – precisa ancora Mizzaro – non fa parte del Partito Democratico, così come non ne fanno parte molti di quei sindaci, anche di centrodestra, che hanno deciso di anticipare ( di dodici mesi) una fusione di gestori che la legge ha reso inevitabile. Scelta che trova concorde il Partito Democratico. Non essere d’accordo è legittimo, ma ci chiediamo perché la Lega Nord e il centrodestra non hanno fatto niente, nei lunghi anni in cui sono stati al governo, a Trieste come a Roma, per evitare che si giungesse a questo punto”.

“Il Partito Democratico adesso fa quanto è in suo potere e nelle sue capacità per garantire alla zona montana le prerogative che sono necessarie ai suoi abitanti. In particolare – conclude – un piano d’investimenti del gestore del servizio idrico che assicuri ai cittadini della montagna acquedotti efficienti,  fognature sicure, servizi manutentivi vicini al territorio e ottimizzazione delle risorse in grado di contenere i costi”.