MALBORGHETTO- L’assessore Moretton al convegno sull’alluvione

La prevenzione è servita a salvare
Dogna. Senza le difese spondali costruite dopo l’alluvione del
’96, Dogna sarebbe stata spazzata via. E questo insegna che far
prevenzione con interventi efficaci e tanta manutenzione
ordinaria, programmata e continuata nel tempo è fondamentale.
Tener puliti i versanti abbassa il livello del rischio perché
l’acqua può esser drenata. Dobbiamo rispettare il territorio,
lavorando affinché possa resistere alle avversità naturali che
sono più frequenti rispetto ad un tempo. Per questo la Protezione
civile dovrà sempre più avvalersi di tecnologie di monitoraggio
avanzate per guadagnare tempo prezioso e riuscire a salvare,
così, molte vite umane.

Gianfranco Moretton, vicepresidente della Giunta regionale e
assessore alla Protezione civile e all’Ambiente ha colto
l’occasione del convegno “Il nubifragio e l’alluvione della Val
Canale e del Canal del Ferro un anno dopo” per ribadire le linee
di una politica operativa che trova peraltro pieno riscontro in
uomini ed istituzioni, come dimostra il fine stesso del convegno,
confermato dagli interventi del presidente del Lions Club
Tarvisio Giovane Europa che l’ha organizzato a Malborgetto,
Franco Perraro, e di Luciano Di Sopra, dell’Istituto studi
territoriali (Iste) di Udine.

Entrambi hanno proposto l’avvio di un progetto comunitario su
“previsione e prevenzione nei territorio a rischio” che
coinvolga le istituzioni italiane, austriache e slovene.

Dopo l’intervento del sindaco di Malborghetto Alessandro Oman, il
minuto di raccoglimento in omaggio alle due vittime e altri
interventi tra cui quello dell’assessore della Provincia di Udine
Vittorio Caroli, Moretton ha presentato una relazione-studio,
sull’alluvione e su quanto è stato fatto nel corso di un anno,
corredata da oltre 200 slides messe a punto dalla Protezione
civile. E ha ricordato che, quali siano i percorsi, sono “gli
uomini che fanno la differenza nelle istituzioni”. “Abbiamo avuto
sindaci bravissimi che hanno accettato la sfida, proposta loro
dallo Stato e dalla Regione, – ha ricordato l’assessore – di
essere in prima linea per la ricostruzione”. “Ce l’hanno fatta,
hanno avuto la fiducia della gente di questa terra martoriata
che, subito dopo l’evento, si è rimboccata le maniche con molta
dignità e fierezza e ha cominciato immediatamente a lavorare,
ricostruendo prima collegamenti e strade e poi le case”.
“L’altro aspetto umano importante -ha detto ancora Moretton – è
stato dato dai volontari, migliaia di uomini che si sono
precipitati al soccorso di queste popolazioni dimostrando una
grande solidarietà umana”

Sino ad ora, solo per la parte che compete la Regione, per il
recupero del territorio travolto dall’acqua il 29 agosto di un
anno fa, sono stati impegnati circa 180 milioni di euro. Sono
serviti a coprire l’emergenza e a consentire ai Comuni di
impostare le progettazioni per il recupero delle opere pubbliche
perdute. Difese spondali, sistemazioni idrauliche, messa in
sicurezza di versanti, sistemazione di infrastrutture stradali. A
questi vanno aggiunti i 50 milioni di euro messi a disposizione
dall’Anas per far tornare alla sua piena funzionalità la Statale
13, Pontebbana. Ne serviranno però altrettanti per completare
una ricostruzione che, annuncia Moretton “riteniamo di poter
concludere entro il 2006”.