ILLEGIO- Laicità e fede si incontrano nella parola

Laicità  e fede, oggi, dov’è che s’incontrano? Nella parola, perché la comunicazione è costitutiva dell’essere umano, anzi, oggi compito della filosofia dovrebbe essere proprio quello di un’acuta analisi della parola. E compito della teologia quello di rimettere al centro “Il Dio che parla”?. “E ciò perché il parlare implica dire, ascoltare, prendere posizione e dunque impegnarsi”?. Così a Illegio, domenica 17 settembre, il monaco e teologo benedettino francese Ghislain Lafont ha indicato il terreno del possibile dialogo tra fede e laicità , tema del colloquio organizzato dal Comitato promotore della mostra “Martino, un santo e la sua civiltà  nel racconto dell’arte”?, allestita fino al 30 settembre nella casa delle esposizioni del paese carnico. Con lui, al tavolo dei relatori, il già  presidente della Consulta ed esperto giurista Antonio Baldassarre, e l’artista e direttore del Mittelfest di Cividale, Moni Ovadia, in un teatro tenda gremito da oltre trecentocinquanta persone. Ma perché sia possibile un parola di senso, tra laici e credenti, e tra credenti di diverse fedi, secondo Ovadia è indispensabile per tutti “farsi minoranza, anzi ““ ha aggiunto il direttore del Mittelfest ““ anche il divino lo si incontra nella condizione dello straniero, di chi cioè, è debole e instabile per statuto”?. E, infatti, ha precisato “solo in questa dimensione emerge l’urgenza della relazione e la fragilità  si fa pilastro di edificazione”?.

Che fede e laicità  siano in una stretta relazione anche nell’ambito giuridico e costituzionale degli Stati, nonostante i tentativi di negazione che pervadono certi dibattiti contemporanei, lo ha ben evidenziato Baldassarre. “Le costituzioni dei Paesi democratici dell’Occidente sono tutte ispirate ai valori morali di riferimento della maggioranza dei diversi popoli”?. E, infatti, ha aggiunto l’ex presidente della Corte Costituzionale, “la democrazia procedurale, teorizzata in primis da Hans Kelsen, che è svuotata dai valori, non si regge in piedi, perché nessun sistema accetta “la procedura”? tout court come valore di fondo, e perché una siffatta teorizzazione ““ ha spiegato ““ non è mai arrivata a giustificare i diritti fondamentali della persona, che stanno al fondamento di ogni possibile colloquio”?.

Affrancarsi dal “potere”? ed esercitare la propria libertà , è questo un ideale che, posto dall’uomo con la modernità , “oggi non è stato ancora raggiunto”?, ha evidenziato Lafont. “Di questi tempi ““ ha detto -, sprovvisti della metafisica, della storia ideale e delle ideologie, si è assoggettati alla ragione matematica. E ciò determina anche i gravi problemi con cui la bioetica deve confrontarsi”?. Un avvenire di senso, quindi, ha ribadito il monaco benedettino, “è possibile se si torna al logos, alla parola di Dio, perché come insegna la Trinità , anche dentro Dio c’è la parola. E per andare alla Verità  ““ ha concluso riprendendo le argomentazioni di Ovadia ““ bisogna farsi minoranza”?.

Mons. Angelo Zanello, parroco di Tolmezzo, Illegio e presidente del Comitato promotore della mostra “Martino”?, che ha introdotto il colloquio dando il benvenuto al folto pubblico, ha sintetizzato lo spirito con cui si è voluto organizzare il confronto. “Se rifiutiamo per principio che alcuni valori siamo indiscutibili e indisponibili ““ ha detto ““, nemmeno la libertà  di pensiero e la democrazia possono mantenersi in vita