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West Nile, 20 infezioni umane in Friuli e 29 trattamenti effettuati

Un incontro per definire una catena informativa di comunicazione tra la Regione, i Comuni e i presidenti degli Ambiti sul problema della diffusione del virus West Nile trasmesso dalle zanzare e sulle relative modalità di disinfestazione. Sono 20 infatti i casi umani di infezione (uno a Gorizia, tre nell’udinese e 16 nel territorio dell’ex provincia di Pordenone) registrati in Friuli Venezia Giulia e 29 i trattamenti finora eseguiti.

Questi alcuni dei contenuti della riunione convocata martedì 30 agosto dal vicegovernatore con delega alla Salute Riccardo Riccardi in modalità videoconferenza con i sindaci e i presidenti degli Ambiti per fornire un’informazione puntuale alle istituzioni locali sul tema.

In ordine agli interventi di disinfestazione attuati fino a questo momento, come ha ricordato il rappresentante della Giunta regionale, essi hanno riguardato le aree dei Comuni di Pagnacco, Tavagnacco, Povoletto, Tricesimo, Reana del Rojale, Udine, Pasian di Prato, Campoformido, Sacile, Fontanafredda, Porcia, Pravisdomini, Cordenons, Vivaro, Chions e Pordenone. Nella notte è stata la volta dei territori dei Comuni di Palmanova, Bagnaria Arsa, Santa Maria la Longa, Trivignano Udinese, Gonars, Visco e Aiello del Friuli. Un secondo passaggio di interventi di tipo larvicida coinvolgerà oggi i Comuni della Destra Tagliamento sopra riportati.

Come ha sottolineato il vicegovernatore per fare chiarezza, le positività al virus vengono formalizzate da un laboratorio pubblico di malattie infettive, solo allora il caso viene ufficialmente riconosciuto.

Un fattore decisivo è la velocità dell’intervento e quindi proprio la comunicazione con i Comuni diventa essenziale per fornire le dovute rassicurazioni ai cittadini su cosa sia la patologia e quali siano le raccomandazioni in relazione alle disinfestazioni.

In primo luogo l’intervento scatta nel raggio di 500 metri da dove è stato registrato il caso di infezione umana (4 chilometri se di tipo animale) e prevede l’uso di un prodotto derivante dal piretro di bassa tossicità per l’ambiente. Tra le raccomandazioni da seguire durante la disinfestazione (che avviene di notte), quella di chiudere le finestre, non tenere il bucato all’esterno ad asciugare e chiudere in casa gli animali, oltre a quella di consumare gli ortaggi (lavandoli) 72 ore dopo le operazioni.

A garanzia degli alveari e degli apicoltori, la ditta incaricata ha a disposizione un sistema che mantiene a dovuta distanza il raggio di azione dell’insetticida.

Il vicegovernatore ha poi ribadito che gli interventi vanno eseguiti sono nelle aree in cui vengono registrati casi accertati di infezione.

In merito alle patologie è stato spiegato dalla Regione che il virus, quando la reazione diventa sintomatica, tende a colpire il sistema nervoso causando cefalee ed encefaliti, oltre a febbre alta; e proprio perché non esistono vaccini e terapie specifiche la prevenzione risulta essenziale per evitare rischi alla popolazione.

Nessun allarmismo quindi, come ha concluso l’esponente dell’Esecutivo regionale, ma massima vigilanza e prontezza d’intervento nel momento in cui venga riscontrata un’infezione