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VIDEO – Ricordato a Tarvisio l’eccidio di Malga Bala del 25 marzo 1944

“Stiamo vivendo un presente caratterizzato dalla pace. L’auspicio è che questa condizione venga garantita in futuro anche grazie alla memoria di quanto realmente accaduto sul confine orientale. Il ricordo della barbara uccisione dei dodici carabinieri a Malga Bala, trucidati dai partigiani titini, è indispensabile per assicurare al nostro Paese un domani senza conflitti e violenze come è giusto che sia”.

Lo ha affermato il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia Mario Anzil a margine della solenne commemorazione organizzata dall’Arma e dal Comune di Tarvisio per l’ottantesimo anniversario dell’eccidio dei militi avvenuto il 25 marzo del 1944 sull’altopiano di Malga Bala, oggi in Slovenia.

La cerimonia, che si è tenuta a Tarvisio alla presenza di numerose autorità, è stata caratterizzata dalla messa nella vicina chiesa dei santi Pietro e Paolo e dalla deposizione di una corona d’alloro nel tempietto ossario all’interno della torre medievale dove sono custodite le spoglie di alcuni carabinieri uccisi.

La lapide che ricorda i militi caduti a Malga Bala nel 1944

Inquadrati nella Guardia nazionale repubblicana della Repubblica sociale italiana, i militi avevano l’ordine di difendere da possibili attacchi la centrale idroelettrica di Bretto, una frazione ora del comune sloveno di Plezzo, quando vennero catturati dai partigiani e condotti a Malga Bala dove trovarono la morte.

“Questi soldati rappresentano certamente un esempio per i carabinieri in servizio oggi ma anche per tutti gli italiani. In particolare – ha sottolineato Anzil – per i giovani affinché siano artefici di una lunga stagione di pace”.

Nel 2009 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito a ogni carabiniere caduto la medaglia d’oro al merito civile.

Queste le motivazioni lette durante l’odierna commemorazione: “Nel corso dell’ultimo conflitto mondiale, in servizio presso il posto fisso di Bretto Inferiore, unitamente ad altri commilitoni, veniva catturato da truppe irregolari di partigiani slavi, che, a tappe forzate, lo conducevano sull’altopiano di Malga Bala. Imprigionato all’interno di un casolare, subiva disumane torture che sopportava con stoica dignità di soldato, fino a quando, dopo aver patito atroci sofferenze, veniva barbaramente trucidato. Preclaro esempio di amor patrio, di senso dell’onore e del dovere, spinto fino all’estremo sacrificio”.

“Oggi, oltre oltre ad essere presente in rappresentanza del Consiglio regionale, mi sento particolarmente coinvolto dalla vicenda – ha affermato il vicepresidente del Consiglio Regionale Stefano Mazzolini -, perchè a un chilometro di distanza, a Strmec na Predelu, mio nonno materno Kovac, come tanti altri, è stato costretto ad abbandonare la propria casa e ogni bene per sfuggire a morte certa e violenta. In quel periodo vennero divise moltissime famiglie impedendo addirittura i contatti, veramente un periodo buio della storia. Un dramma vissuto in questi territori – conclude il consigliere – da non dimenticare. Ringrazio l’amico Toni Russo per aver fatto luce su questa vicenda per tanto tempo nascosta”.

“Ho partecipato con immenso piacere alla cerimonia di quest’oggi – dice il consigliere regionale Igor Treleani (Fdi) -. Colgo l’occasione, ricordando il passato, per ringraziare i nostri carabinieri, le nostre forze armate e chi ogni giorno svolge attività di vigilanza permettendoci di vivere in maggiore sicurezza. Da parte delle istituzioni è un dovere ricordare fatti come questo avvenuto 80 anni fa a Malga Bala, non solo per rendere giustizia a chi ha tragicamente perso la vita svolgendo le proprie funzioni ma anche e soprattutto per sensibilizzare le nuove generazioni sull’importanza di vivere in un Paese libero e democratico come il nostro”.