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Unioni Intercomunali, Regione disponibile a rivedere la leva finanziaria

Sulle Unioni Territoriali Intercomunali (UTI) rimangono fermi i termini del 15 aprile per l’approvazione degli statuti, ma sulla leva finanziaria legata alla premialità si è registrata, da parte dell’assessore regionale alle Autonomie locali e al Coordinamento delle Riforme del Friuli Venezia Giulia Paolo Panontin, la disponibilità allo studio di un’eventuale rimodulazione del quantum. Questo ciò che è emerso oggi dalla riunione del Tavolo politico sulle UTI che si è tenuta nel Palazzo della Regione a Udine e presieduta dall’assessore regionale Panontin.

All’incontro hanno partecipato il presidente regionale dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) del FVG Mario Pezzetta, il presidente regionale dell’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani (UNCEM) del FVG Ivan Buzzi, il presidente del Consiglio delle Autonomie Locali (CAL) Ettore Romoli e i capigruppo del Consiglio regionale.

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“Ribadisco – ha puntualizzato l’assessore Panontin – che la necessità inderogabile di un accompagnamento finanziario per l’avvio delle UTI rimane inalterata, solo che così com’è strutturata ha generato delle contrarietà. Quindi c’è l’impegno a trovare la forma, non per eliminare, ma per rimodulare questo aspetto della legge”. Sull’argomento l’assessore Panontin ha segnalato che l’impianto del finanziamento per l’avvio delle UTI ricalca quello previsto dal disegno di legge sulle Unioni montane del 2006, sul quale all’epoca si era registrato un significativo consenso delle forze politiche presenti in Consiglio regionale.

Dopo aver fatto la premessa che le perimetrazioni territoriali non sono in alcun modo più negoziabili e che le uniche eccezioni rimangono circoscritte ai casi dei Comuni interessati dalle sentenze del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) – “sentenze a cui la Regione non farà ricorso” -, l’assessore ha preso spunto dagli interventi dei presenti per ribadire alcuni principi della Riforma e allo stesso tempo fornire alcuni chiarimenti.

Per quel che riguarda le richieste dell’ANCI l’assessore si è reso disponibile al superamento della norma che prevede la gestione in forma associata dei servizi finanziari dei Comuni con l’ufficio unico in capo all’Unione, articolandoli sotto forma di Ambito territoriale.  Da parte sua, il rappresentante dell’UNCEM ha presentato un documento dove viene chiesta, nell’ottica dell’avvio delle UTI, una particolare attenzione sui temi del personale e del patrimonio delle Comunità Montane.

Infine l’assessore Panontin ha voluto rimarcare il fatto che le UTI, grazie agli ultimi cambiamenti della legge, “possono partire con funzioni di minimo impatto. Il che, oltre a togliere un alibi ai Comuni contrari o indecisi – ha concluso l’assessore -, rende più agevole il percorso della costituzione delle Unioni e l’inizio della loro attività amministrativa”.

IL COMMENTO DI ZILLI E CIRIANI

“La riunione del tavolo politico sulle Uti di stamane conferma le debolezze che abbiamo sempre segnalato”. A dirlo sono i consiglieri regionali Barbara Zilli (LN) e Luca Ciriani (FdI/An) a margine del Tavolo politico sulla legge 26/2014 che si è tenuto questa mattina a Udine. “Innanzitutto i protagonisti: di fronte a rappresentanti di Anci, Uncem e Upi, alle forze politiche del Consiglio regionale e all’assessore Panontin, ancora una volta la presidente Serracchiani ha scelto di non partecipare, pur essendo presente a palazzo”. E, sempre in riferimento all’assenza della presidente, i consiglieri sottolineano che “siamo davanti a un segnale di scortesia o imbarazzo nell’affrontare la modifica di una legge che è diventata un pantano istituzionale senza precedenti”. “L’unica strada percorribile – concludono Zilli e Ciriani – è ritirare la legge e aprire un serio e leale confronto con i territori, nella consapevolezza comune che una riforma degli enti locali era ed è necessaria, ma alla luce di quanto sta succedendo, forse era meglio non farla”.

IL PENSIERO DI RICCARDI

“Noi non abbiamo mai cambiato idea e pensiamo che si debba fare di tutto per evitare che il contenzioso, senza precedenti tra Regione e Comuni, sia risolto da un tribunale”. Ad affermarlo è il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Riccardo Riccardi, che aggiunge: “Se così avvenisse sarebbe una sconfitta per tutti. Crediamo sia possibile ancora una mediazione in zona Cesarini se la Regione fosse disponibile a togliere le penalità nei trasferimenti per i Comuni e questi ultimi a retrocedere sui ricorsi pendenti al Tar. Su questa base di disponibilità delle parti è necessario spostare la scadenza del 15 aprile per l’adesione alle Uti almeno a un giorno prima dell’udienza del Tar fissata per il prossimo 26 maggio. Se la Serracchiani, quindi, senza rinviare all’eterno, non spostasse quella scadenza, la trattativa si ridurrebbe a una finta lasciando tutto appeso al giudizio del tribunale”.