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Uffici postali, il Tar dà ragione ai Comuni: “Devono rimanere aperti”

Nuovi sviluppi nella vicenda dei 12 uffici postali del Friuli Venezia Giulia che Poste Italiane aveva deciso di chiudere nel luglio 2015. Il Tar del Lazio si è espresso ieri dando ragione ai sindaci ricorrenti. A questo punto salvo sentenza d’appello contraria, le poste di Carpacco in Comune di Dignano; di Ciconicco in Comune di Fagagna; di Ospedaletto in Comune di Gemona; di Maniago; di Percoto in Comune di Pavia di Udine; di Ipplis in Comune di Premariacco; di Rodeano in Comune di Rive D’Arcano; di Perteole in comune di Ruda; di Lestans in Comune di Sequals; di Ramuscello Comune di Sesto al Reghena; della frazione di Terzo del Comune di Tolmezzo e di Cisterna del Comune di Coseano vanno riaperti.

Tale sentenza romana segue la pronuncia a suo tempo manifestata dal Tar di Trieste su ricorso del Comune di Buja: le Poste devono garantire un servizio di carattere universale, nel senso che tutti i cittadini hanno diritto di fruirne prescindendo dalla località dove abitano, naturalmente applicando la sacra legge non scritta del buon senso.
I magistrati del Tar laziale osservano che « la determinazione di chiusura di un ufficio postale deve essere adottata sulla base di un’accurata istruttoria, comprensiva anche della fase di necessaria interlocuzione con gli enti locali interessati». In più, la chiusura «richiede una motivazione idonea a dar conto anche delle specificità della situazione locale con riferimento alla concreta accessibilità al servizio universale». Non solo: il Tar annota che le motivazioni addotte dalle Poste sono tutte di carattere generico, senza approfondimenti sulle specificità delle singole realtà locali.