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San Daniele, la Giunta Menis accantona il progetto del Social Housing

Nuovo colpo di scena a San Daniele del Friuli nella vicenda del Centro Anziani di via Cadorna, l’Amministrazione Comunale guidata da Paolo Menis ha deciso infatti di accantonare il progetto che puntava a trasformare la struttura in una iniziativa di social housing. Alla luce delle mille polemiche sollevate in questi mesi, sorte a seguito della decisione del consiglio comunale di decretare a maggioranza la chiusura del Centro, il primo cittadino ha fatto marcia indietro spiegando che su questo progetto “il Comune si ferma, avvisando però che il tema è aperto e che comunque si dovranno trovare delle soluzioni; nel frattempo questa “patata bollente” resta a carico dell’intera Comunità”.

Paolo Menis
Paolo Menis

Menis si dice dispiaciuto: “avevo sperato che, una volta presentato il problema, in qualche mese le persone capissero la necessità di stabilire interventi risolutivi alle molte criticità manifestate dalla struttura, ma mi sono reso conto che l’idea della trasformazione, mediante parziale demolizione, non viene accettata, anzi viene vissuta come una lacerazione. E di lacerazioni la nostra Città ne ha vissute già tante e quindi non è il caso di riportare il clima generale alla tensione di alcuni anni fa”. Quindi l’idea maturata di destinate la struttura in appartamenti nuovi di zecca con affitti agevolati a favore delle famiglie o di giovani coppie è sospesa. “Era dovere del Sindaco – ricorda ancora Menis – rendere noti i limiti del Centro Anziani per quanto riguarda la sicurezza, l’utenza in costante calo, i deficit della gestione, le pesanti modifiche in organizzazione interna imposte dalle nuove regolamentazioni in materia di case albergo, la assoluta mancanza di finanziamenti pubblici per investimenti in queste tipologie di costruzioni. Era dovere del Sindaco dare una prospettiva finanziaria, oltre che sociale e quello che molti cittadini non hanno capito è che un Sindaco non deve guardare solo all’oggi ma ai cambiamenti della società e immaginare quale sarà il loro impatto sulla città nei prossimi cinque/dieci anni”.

A tal proposito il primo cittadino cita il saldo demografico negativo (-50 residenti) con 52 nati e 102 morti nel 2015; ed ancora ricorda le 55 iscrizioni in meno di questi mesi nella scuola materna. “Ma ho capito che valgono di più il discredito, tramite manifesti e social network, il populismo, il rinvio dei problemi – conclude Menis – e il Sindaco, di fronte al rischio che si alimenti ancora di più un clima di astio e ostilità, congela l’argomento e si dedica ai tanti altri problemi della Comunità. Una sconfitta? … per la Città sicuramente. Tanto si sa che gli stessi che oggi urlano che non si deve fare, tra qualche anno urleranno che non si è fatto niente. Tuttavia, per quanto mi riguarda, continuerò, assieme ai miei preziosi collaboratori, ad occuparmi senza tregua dei molti e delicati problemi sociali che impegnano il territorio, e proseguendo quel cammino per rendere San Daniele sempre più accogliente per tutti”.