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Salvini, quello striscione e la versione di Garibaldi


All’indomani della visita in Alto Friuli del segretario della Lega Nord Matteo Salvini, Renato Garibaldi, apicoltore e gestore della fattoria sociale di Bosco di Museis a Cercivento nonché tra i principali animatori del Comitato Carnia in Movimento, rende nota la paternità  dello striscione e del tricolore comparsi nella notte tra venerdì e sabato in piazza a Tolmezzo (testimoniata da noi di Rsn News in questo post) dando la propria versione:

 

L’INTERVENTI DI GARIBALDI 

 

Renato Garibaldi durante una delle manifestazioni da lui promosse negli ultimi anni
Renato Garibaldi durante una delle manifestazioni da lui promosse negli ultimi anni

“Salvini domenica a Tolmezzo” recita un manifesto visto sabato mattina nella rotonda di Amaro. Avverto la polizia che la mattina alla stessa ora, con il tacito assenso di mons. Zanello, formerò un piccolo presidio sul sagrato del Duomo con un piccolo gruppo di quei ragazzi che il dis-onorevole vuole espellere a pedate dall’Italia (io lo farei con lui) ed altri coetanei e amici dei comitati ambientalisti solidali con me. Il nostro dissenso, spiego alle forze dell’ordine, verrà manifestato in silenzio tenendo per mano una grande bandiera italiana ed una cartello: SIAMO TUTTI CON PAPA FRANCESCO (in virtù della polemica odiosa che il salvini ha impiantato col Papa stesso).

Poiché vengo avvertito che mi sarà precluso l’accesso in piazza e in caso di resistenza si procederà al mio arresto (parole testuali del vicequestore) mi rassegno ad esprimere il mio dissenso egualmente in modo civile ma in altro modo, stante la mia assenza. Così prendo una grande bandiera italiana (ne ho ampia scelta a casa dato che sono fiero di essere italiano, non solo quando vince la nazionale di calcio) e con il consenso dei proprietari dell’immobile che si trova nella stessa piazza XX settembre dove parlerà Salvini, l’appendo sulla facciata partendo dalle finestre dell’appartamento dell’ultimo piano, proprietà di un altro ambientalista, Marco Lepre, che condivide tante battaglie con sottoscritto.

A fianco uno striscione bianco con le scritte in sequenza:

LA NOSTRA GUIDA PAPA FRANCESCO LA NOSTRA PATRIA L’ITALIA LA NOSTRA LEGGE LA COSTITUZIONE LA NOSTRA VERGOGNA SALVINI

Vorrei sapere chi, tra gli italiani presenti in piazza e nelle case di Tolmezzo e di tutta Italia, non condivide almeno uno dei versi citati. Nulla di ingiurioso, nulla di offensivo, forse provocatorio, ma è la legge della libertà, della democrazia; i principi sanciti, appunto, dall’art. 21 della Costituzione (Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione).

Il poco onorevole Salvini lo fa abitualmente, sfondando però, come il suo indegno predecessore Bossi & C., la porta della decenza e dell’educazione, offendendo senza ritegno chiunque osi opporsi al diktat leghista. D’altra parte dalla scuola di Borghezio e Calderoli cosa poteva uscirne?

Lo striscione e il tricolore
Lo striscione e il tricolore

Inutile ricordare a Salvini che metà dei cittadini italiani si trova all’estero, che siamo stati profughi prima di loro (1917, 1943-45), emigranti prima di loro, ecc. Inutile insegnare la storia a chi l’ha studiata su un Bignami con molte pagine strappate.

E dunque perché il commissariato ha scomodato i pompieri (!) per rimuovere da una proprietà privata una libera espressione di pensiero? Con che diritto? Carnia Libera 1944 e Carnia prigioniera 2015. Domenica attraverso i mass media è uscita l’immagine di una Carnia leghista con una piazza affollata – di curiosi e con pochi applausi se non dei fedelissimi, quasi che non ci fosse nessun dissenso con la presenza di un uomo, di un partito, che per quello che dice – ed anche per quello che fa tettando a piene mani dalla Repubblica alla quale sputa ogni giorno in faccia, disonora il Paese e gli italiani.

Lo striscione voleva ricordare a tutti i presenti che la maggior parte di noi si riconosce ancora in Papa Francesco, nella Patria di cui il prossimo 3 ottobre ricorre il 149° dell’unificazione, nella Costituzione repubblicana. E non certo in Salvini e la sua accolita. Toglierlo oltre che un sopruso è stato un certificato di legittimità a chi sta trascinando l’Italia verso la dittatura e la polizia si è dimostrata sua complice. Se dovesse vincere le elezioni mi aspetto quindi l’arresto o il confino. Ma non basterà a farmi tacere. La storia anche in questo caso insegna”.

Un pensiero su “Salvini, quello striscione e la versione di Garibaldi

  • Renato siamo con te non prenderla con 4 gatti in piazza si qualificano da soli.

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