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Prorogata l’apertura della mostra di Tolmezzo dedicata a Tina Modotti

Ampia partecipazione di pubblico a Palazzo Frisacco di Tolmezzo all’appuntamento Una rosa per Tina, serata di letture dedicate a Tina Modotti – interpretate da Marisa Bellorini e Giusy Cozzutti – accompagnate dalle improvvisazioni al sax di Daniele D’Agaro.

La straordinaria figura di Tina è stata raccontata con brani tratti da lettere, ricordi e considerazioni sull’arte, sulla fotografia e sul suo impegno politico e sociale.

Una serata che il Comitato Tina Modotti, la Città di Tolmezzo e il Circolo Culturale Fotografico Carnico hanno presentato come finissage della mostra TINA. Arte e libertà tra Europa e Americhe ma che, a sorpresa, si è trasformata in una tappa intermedia dell’esposizione. L’assessore alla cultura Marco Craighero, parlando a nome dell’amministrazione comunale di Tolmezzo, ha colto questa occasione per annunciare che la mostra è stata prorogata fino al 22 settembre (con apertura tutti i giorni, escluso il martedì, negli orari attualmente in vigore) in considerazione della grande affluenza registrata nei mesi scorsi.

I visitatori hanno dimostrato così l’apprezzamento per l’accurato sforzo di collocare la vicenda umana ed artistica di Tina nel quadro storico del suo tempo, in cui ella fu «presente, partecipe, attiva».

«O noi riusciamo a leggere Tina Modotti all’interno di questo, oppure non si capisce nemmeno la sua produzione artistica», affermò l’indimenticato Riccardo Toffoletti in un’intervista radiofonica andata in onda il 7 marzo 2007, un brano della quale è stato proposto al pubblico al termine della serata. In mostra, oltre all’ampia selezione di fotografie della Modotti, sono esposti anche ritagli di giornale, poster, lettere, telegrammi, libri che testimoniano degli echi e dei riscontri che la figura di Tina ha provocato a partire dalla riscoperta avvenuta a Udine nei primi anni Settanta, per impulso dello stesso Toffoletti.

Risonanze che proseguono fino ai giorni nostri, come dimostrato dall’attenzione riservata a questa artista impegnata, antifascista e internazionalista, a tanti anni di distanza dalla scomparsa.

Una rosa ideale, quella dedicata a Tina, in un’occasione che non va intesa come una commemorazione in memoria di un personaggio del passato, la cui biografia è stata spesso stravolta da speculazioni mediatiche tra noir e dubbi risvolti glamour, piuttosto come un gesto di omaggio ad una persona e alla sua opera che trova il suo significato nell’attualità e – come auspicato dagli organizzatori – resti valido anche per i tempi a venire.