CarniaPrimo pianoTerritorio

Progetto SPRAR in Carnia, Pascolo (LN): “E’ immorale, sono migranti economici”

Dopo l’annuncio dell’Anci Fvg relativo alla la nascita del “gruppo di protezione” SPRAR più vasto d’Italia che a regime ospiterà 74 profughi in dodici comuni della Carnia, interviene sull’argomento il segretario della Lega Nord di Tolmezzo Ivan Pascolo: “La notizia è stata urlata ai quattro venti, neanche avesse trovato la soluzione ai problemi che affliggono il nostro territorio. Capirei fossero stati 74 nuovi posti di lavoro, ma farla passare come una grande conquista per la Carnia mi pare del tutto eccessivo – scrive in una nota –  Lo Sprar è il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati messo a punto da Anci e Ministero dell’Interno e questo la dice lunga su chi arriva. Stando alle statistiche ufficiali l’80% degli arrivi non ha nessun diritto allo status di rifugiato o altro tipo di protezione governativa, pertanto delle 74 persone 60 saranno migranti economici mantenuti per 1-2 anni a spese della collettività”.

“Il migrante economico dovrebbe essere accolto solo se in possesso dei requisiti necessari per il proprio mantenimento, regole chiare e semplicissime che gli emigranti carnici di oggi e di un tempo hanno e devono sottostare – prosegue Pascolo – E’ immorale che una zona come la nostra con grossi problemi di lavoro e con un elevato tasso di spopolamento debba assistere all’arrivo di decine di migranti economici mantenuti con le esose tasse che chi rimane è chiamato a pagare.  Di fronte a un vero rifugiato politico non sarò certo io a dirgli “rangjiti”, ma qui stiamo parlando di persone che sbarcano in Italia per trovare “fortuna” mentre molti di noi devono cercarla altrove.
Ogni tanto i sindaci dovrebbero imparare a togliersi la casacca del ligio e devoto amministratore. Se la Carnia chiama, sempre più spesso lo Stato non risponde, e allora non vedo perché non si possa ricambiare con la stessa medaglia.  Dall’albergo diffuso all’accoglienza diffusa, auguriamoci che non sia il nuovo slogan scelto da alcuni amministratori per il rilancio del nostro sempre più martoriato territorio”, conclude Pascolo.