CarniaPrimo pianoTerritorioVideo

Presentata a Roma la legge FVG sulla restituzione dell’onore ai Fucilati

Lo storico Guido Crainz la definisce un’anomalia virtuosa che consente di rivisitare la storia a beneficio della verità; per l’ex sottosegretario alla Giustizia, Franco Corleone, è l’esempio di come la tenacia della gente friulana e l’esercizio dell’autonomia regionale siano state fondamentali per evitare l’ingiusto oblio; il presidente del Fogolar Furlan di Roma, Francesco Pittoni, esalta l’interpretazione di un senso comune che merita un respiro nazionale; il deputato Massimiliano Panizzut, infine, auspica che si trovi in Parlamento la stessa convergenza che ha garantito l’unanimità in Consiglio regionale.

Inizia così quella che il presidente dell’Assemblea legislativa del Friuli Venezia Giulia, Piero Mauro Zanin, ha presentato come la Fase 2 dell’Onore Dovuto durante la conferenza stampa a Roma, nella sede di rappresentanza della Regione, servita a illustrare la legge 7/2021, approvata dall’Aula lo scorso 18 maggio e rivolta alla riabilitazione storica, attraverso la restituzione dell’onore dei soldati, nati o caduti nel territorio dell’attuale Regione Friuli Venezia Giulia, appartenenti alle Forze armate italiane condannati alla fucilazione dai tribunali militari di guerra nel corso della Prima Guerra mondiale.

“Uomini, erano prima di tutto Uomini nel senso più alto del termine, consapevoli della responsabilità che li investiva. Non erano certamente disertori ma alpini decorati che combattevano per l’Italia”. Così lo storico Crainz ha descritto Silvio Gaetano Ortis, Giovanni Battista Coradazzi, Basilio Matiz e Angelo Primo Massaro, ovvero i quattro alpini fucilati il 1 luglio 1916 a Cercivento, in Carnia, a seguito di un processo sommario per non avere eseguito un ordine di attacco suicida, proponendo al contrario un’alternativa potenzialmente più efficace.

“Il compito delle istituzioni – ha evidenziato Zanin – è ridare l’onore a coloro i quali ne sono stati immeritatamente privati. Non potevamo accontentarci di una risoluzione approvata dalla Commissione Difesa del Senato e questa voglia di giustizia per un passato da riformulare per favorire un futuro più consapevole ci ha spinti a predisporre una legge, eccezionalmente sottoscritta da me in qualità di primo firmatario proprio per valorizzarne la trasversalità e la valenza istituzionale, che, partendo dai quattro alpini fucilati a Cercivento ponga fine alla lunga agonia di tante famiglie marchiate da un ricordo disperso ma rimasto sempre vivo nella comunità carnica”.

Ora il passaggio auspicato da Zanin e dall’intero Friuli Venezia Giulia è che, come ha spiegato lo stesso presidente del Consiglio, Camera e Senato recepiscano la legge regionale come un “modello per l’Italia”. “Se l’operazione dovesse incontrare ulteriori difficoltà – ha però anticipato – la svolta potrebbe giungere dalla Conferenza delle Assemblee legislative (Zanin è vicepresidente, ndr), pronta a farsi parte attiva per replicare nelle altre Regioni quanto abbiamo già realizzato nella nostra perché – ha sottolineato – ci sono altri 750 soldati uccisi dai plotoni di esecuzione in altre parti del Paese che attendono il loro momento”.

“Siamo pronti a fare la nostra parte in Parlamento per onorare le vittime ma – è intervenuto il deputato Panizzut – solo se troveremo rapidamente accordo tra le diverse sensibilità potremo arrivare a un esito realmente positivo. Me lo auguro davvero, questa è una giusta causa”.

Dall’ex sottosegretario Corleone, anche lui in prima linea nel promuovere una legge di restituzione dell’onore, giunge un inno all’autonomia più volte rimarcata da Zanin. “Esercitarla come nel caso della legge sui fucilati – ha commentato – è importante e significativo in quanto il Fvg è stato uno dei teatri principali della Prima Guerra Mondiale. Ecco perché – ha aggiunto – una legge che parte dall’estremo Nordest d’Italia è un valore aggiunto per la sua diffusione”.

A legittimare l’esigenza di una storia più attenta è chi di storia vive, ovvero Crainz che è studioso della materia. La considera “un’iniziativa meritevole, un’anomalia virtuosa in quanto non sarebbe dovuta spettare alla Regione ma, proprio per questo motivo, risponde a una colpevole e voluta assenza degli organi centrali dello Stato e ripaga la Carnia del grave insulto ricevuto. Un altro aspetto fondamentale è che la legge riconosce la valenza della ricerca e della divulgazione storica, indicando come referenti le Università di Udine e Trieste”.

Intanto, come ricordato a Roma, si avvicina la prima Giornata regionale della restituzione dell’Onore ai fucilati, in programma il 1° luglio a Cercivento, con l’anteprima di Paluzza dove, nella serata del 30 giugno, sarà proiettato il docufilm “Cercivento, una storia che va raccontata” realizzato dalla Regione. Il giorno successivo, a partire dalle 17.30, alla presenza delle autorità si svolgeranno le celebrazioni solenni che si concluderanno con l’esibizione del Coro Teresina Unfer.