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Neve e rischio valanghe in Friuli, l’importanza della prevenzione

L’arrivo della neve sulle montagne del Friuli Venezia Giulia è stato accompagnato da un vero e proprio assalto da parte degli appassionati in tutte le località sciistiche della regione. Mete ricercate sia le piste battute sia le escursione fuoripista. Ecco perché, sottolinea l’assessore regionale alle Risorse forestali, Cristiano Shaurli, è necessario prestare la massima attenzione in funzione della sicurezza di tutte le persone.

“La prevenzione – evidenzia Shaurli – è lo strumento essenziale per evitare i rischi e i danni derivanti dall’esposizione ai pericoli naturali. Ogni forma di approccio alla prevenzione richiede professionalità ed esperienza da parte di chi se ne occupa, caratteristiche che devono tradursi anche in rapidità ed efficacia da parte della Struttura stabile centrale deputata a monitorare il territorio innevato. Sono requisiti essenziali – aggiunge l’assessore – soprattutto se il pericolo da evitare deriva dal distacco delle valanghe di neve che nel volgere di poche ore può levitare in forma esponenziale”.

Il Bollettino Valanghe, spiega Shaurli, è un servizio che la Regione ha attivato nel 1972 per rendere consapevoli e partecipi tutti gli utenti e i fruitori dell’arco montuoso rispetto ai pericoli provocati dal distacco di neve dai versanti ricoperti dalla coltre bianca.

I dati pubblicati sul Bollettino, che è reperibile online sul sito della Regione (www.regione.fvg.it), vengono raccolti dalle centraline automatiche distribuite sui versanti a rischio delle montagne Fvg ed elaborati dai tecnici dell’Amministrazione. Nei casi più particolari, i dati sono raccolti direttamente dal personale forestale che si reca sul posto, in quota, per le misurazioni.

“Un compito importante – commenta l’assessore – che viene svolto con diligenza da parte del personale specializzato, talvolta anche mettendo a rischio la propria incolumità affinché siano garantite l’efficacia e la tempestività delle informazioni necessarie”.

L’impegno del personale dell’Amministrazione ha trovato un riscontro ufficiale di recente, a Tolmezzo, nell’Ambito del premio Leggimontagna, con la consegna di un riconoscimento speciale. Un premio, che ha voluto trasmettere al personale della Regione la gratitudine della comunità e della gente della montagna per il servizio reso.

Servizio, che come evidenzia Shaurli, il quale è anche presidente dell’Aineva, l’associazione delle Regioni di montagna, si sintetizza in una media di tremila rilevamenti giornalieri di dati nivometereologici, di circa trecento rilevamenti stratigrafici sul manto nevoso su campi fissi, e di centoventi rilevamenti itineranti in quota, sui percorsi scialpinistici.

Cristiano Shaurli

Dall’inizio del terzo millennio, rispetto agli ultimi quarant’anni nei quali si effettuano i rilevamenti, sull’intero arco alpino italiano la neve è ritornata a cadere con stagioni da record che nel Friuli Venezia Giulia sono state in particolare quelle tra il 2008 e il 2009, e tra il 2013 e il 2014.

Si tratta di stagioni invernali, nel corso delle quali sono caduti complessivamente tra i 14 e i 16 metri di neve. Tale situazione ha causato la formazione delle condizioni di rischio, e la caduta di valanghe.

“Fortunatamente – commenta Shaurli – il lavoro di prevenzione svolto dai tecnici ha permesso di anticipare il pericolo, e di ridurre le conseguenze delle situazioni di rischio”.

Un esempio di tale efficacia è offerto dal raffronto tra l’arco montuoso dell’area Aineva, e quello del Friuli Venezia Giulia, relativamente al bilancio degli incidenti sulla neve in una delle stagioni invernali risultate peggiori: quella a cavallo tra il 2009 e il 2010.

In tale periodo, le persone protagoniste di incidenti nell’area che fa riferimento ad Aineva sono state 191, 45 delle quali sono decedute; mentre, sempre nello stesso periodo, nel Friuli Venezia Giulia le persone protagoniste dei incidenti da valanga sono state undici, con un moto e due feriti.

Sempre nell’area Aineva, la media annuale degli incidenti sulla neve è pari a 21.

“Si tratta – conclude Shaurli – di un risultato positivo maturato grazie a una maggiore informazione dei cittadini sul rischio valanghe, che viene assicurata attraverso iniziative e campagne specifiche e tramite i media, a una formazione specifica, e alla consapevolezza del pericolo tra gli utenti della montagna, nonché al miglioramento dell’attrezzatura tecnica a disposizione di chi affronta le superfici innevate”.

La Regione, lungo questo percorso ha concentrato un impegno di formazione e di informazione, con attività che si sono svolte presso le sedi delle sezioni del Club Alpino Italiano e le associazioni sportive.

Negli ultimi anni, lungo questo percorso, la Regione ha pure intensificato, assieme all’Aineva, alla quale ha aderito di recente anche la Regione Marche, la raccolta dei dati dalle varie reti di monitoraggio.

Per poter disporre di una banca dati che consenta di sviluppare ulteriormente, e rendere sempre più efficaci, la prevenzione e l’informazione, anche dei cittadini che amano talmente la montagna, da trascurare, a volte, i gravi rischi che il suggestivo ambiente innevato riesce a celare.