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Museo Carnico di Tolmezzo in crisi, servono risorse altrimenti si chiude

Al 31 dicembre 2018 la proiezione del disavanzo sarà di 75 mila euro. E se non si troveranno delle soluzioni a brevissimo termine il Museo Carnico delle Arti e Tradizioni Popolari di Tolmezzo, intitolato a Michele Gortani, rischia di chiudere i battenti. A rendere nota la difficile situazione il Consiglio di amministrazione della Fondazione che gestisce il museo, presieduta da Claudio Lorenzini, che ieri ha chiamato a raccolta in una conferenza stampa aperta la cittadinanza, attraverso la quale si è lanciato un appello alle istituzioni che sostengono da sempre la fondazione, dalla Regione Fvg al BIM Tagliamento, passando per l’Unione della Carnia e il Comune di Tolmezzo.

“Attualmente le spese fisse della struttura – ha spiegato in un documento Lorenzini – pesano per 120 mila euro annui, ma con le entrate ordinarie rimangono comunque scoperti 35 mila euro. La necessità di trovare una soluzione che salvaguardi il Museo non è un fatto contingente ma cronico, si è arrivati a questa situazione per una sottovalutazione collettiva e perdurante”.

A questo punto due sono le richieste che sono state avanzate: “pretendere da parte degli enti preposti ad erogare i finanziamenti alla Fondazione che adempiano al loro compito, in questa contingenza e anche in forma duratura; sospendere ogni scelta che riguardi il Museo in relazione alla rete museale della Carnia, in attesa del regolamento attuativo della L.R. 23/2015. Ogni soluzione che provveda allo sviluppo dell’una in ragione dell’altro, sia ponderata in virtù di obiettivi (e finanziamenti) certi e condivisi tra le istituzioni coinvolte”.

Il prossimo 13 agosto 2018 alle ore 17.30, il Museo organizzerà l’iniziativa Se la Costituzione
non va alla montagna… Michele Gortani e il Museo carnico: fra impegno e speranze.
Interverranno Denis Baron (Michele Gortani costituente per la montagna. A settant’anni dall’approvazione della Costituzione italiana) e i componenti del Consiglio di amministrazione della Fondazione Museo carnico (Il Museo carnico: quale futuro? La difficile situazione del Gortani). L’iniziativa serve a far conoscere il rilievo che il fondatore del Museo carnico ha avuto per dar corpo (e peso costituzionale) alla ‘causa montana’, da un lato, e dall’altro mettere in luce alla cittadinanza della Carnia quale è la situazione del suo Museo.


Alle ore 19.30 dello stesso giorno è stato convocato il Consiglio di amministrazione del Museo Gortani, per esaminare gli sviluppi di questa crisi 
mentre per il 23 agosto è attesa in visita l’assessore regionale alla cultura Gibelli.

I DOCUMENTI DELLA CONFERENZA STAMPA

Museo carnico Conferenza stampa 20180808 Rassegna stampa

Museo carnico Conferenza stampa 20180808 Nota informativa

Museo carnico Conferenza stampa 20180808 Presentazione

 

4 pensieri riguardo “Museo Carnico di Tolmezzo in crisi, servono risorse altrimenti si chiude

  • Pasquale D'Avolio

    L’altra sera ho partecipato come uditore della Conferenza e non me la sono sentita di intervenire per i motivi che dirò. Dico qui la mia e gradirei che si sviluppasse qui su RSN-News, il dibattito tra le persone interessate della Carnia.
    Prima considerazione sulla crisi del Museo: è’ solo un problema di risorse pubbliche? Nella conferenza sono stati sollevati una serie di problemi che vanno al di là della crisi temporanea (?) del Museo Carnico. Dare delle risposte non è certamente facile, almeno per chi, come il sottoscritto, non conosce tutti gli aspetti del problema. Alcune cose comunque sono emerse: è proprio la Fondazione privata lo strumento più adatto per strutture museali, che non godono di grandi numeri di visitatori? Una conduzione più manageriale sarebbe in grado di sopperire alle criticità? Come? Tra parentesi, negli anni scorsi alla guida del CDA c’era uno dei massimi manager industriali della zona: è scorretto capire il perché della rinuncia?
    Alcune proposte sono emerse (mostre tematiche annuali.), collegamenti e/o sponsorizzazioni con mondo artigianale con lanci promozionali tipo gudjet di qualche anno fa. Esistono davvero tali possibilità, visto come ha risposto finora la realtà produttiva carnica? Affidarsi semplicemente a contributi pubblici per le spese di gestione in tempi di vacche magre è sempre più aleatorio e non accuserei i Comuni della Carnia di “indifferenza”, dovendo molti di essi sobbarcarsi la gestione dei loro piccoli ma non meno interessanti musei E poi il problema del personale, che è stato solo sfiorato: dispiace sollevare la questione, ma 4 dipendenti a tempo indeterminato sono davvero sopportabili per una realtà museale che attira non più di 4000 visite all’anno? La proposta fatta in altri tempi da Molfetta di farli assumere dall’UTI ha ancora un senso e quali rapporti con Carnia Musei?
    Insomma bene la Conferenza, bene l’iniziativa per coinvolgere, oltre alle istituzioni, anche la popolazione, ma la messe di questioni abbisognano di un approfondimento tecnico-amministrativo che spero venga compiuto da chi ha “le mani in pasta”. E intanto dico che OCCORRE GARANTIRE IN BREVE TEMPO I FINANZIAMENTI NECESSARI DA PARTE DELLE ISTITUZIONI PUBBLICHE (la Regione in primis) PER EVITARE IL CROLLO. E poi “ripartire” mutatis mutandis.

  • Professore, mi spiace riconduca (gran) parte del problema a questioni di numeri di visitatori (certo si può fare di più) e di euro. Non mi pare siano degli scialacquatori, anzi..
    La cultura e la bellezza sono risorse di inestimabile valore, sono l’oro dell’Italia; bisognerebbe capirlo ed agire di conseguenza ma partendo dal Parlamento…
    E poi, lei dice, “ci vorrebbe un manager”. I Manager (con la M maiuscola) non si trovano ai saldi ma proponendo contratti di 60/70 mila euro annui… E poi chi ha detto che l’attuale Presidente non sia in grado di farlo lavorandoci a tempo pieno?
    Un’ultima annotazione sui 4 dipendenti: Non so se siano troppi o pochi ma che differenza c’è se ad assumerli è l’UTI? Sono sempre soldi pubblici, visto che la Fondazione finanziata dal pubblico….
    Comunque: Forza Museo!

    • Pasquale D'Avolio

      Non vorrei che la mia osservazione sul numero dei visitatori fosse inteso come colpa del CDA o del suo presidente, verso i quali va tutto il mio apprezzamento e la stima per quello che stanno facendo. Certo che “la cultura e la bellezza sono risorse di inestimabile valore”, ma esistono anche questioni di carattere economico. Si deve riconoscere che i musei etnografici negli ultimi anni hanno perso buona parte della attrazione del pubblico e non solo a Tolmezzo! Quanti carnici poi lo frequentano, non dico ogni anno, ma almeno più di una volta nella loro vita? Forse mancano gli stimoli della Scuola, forse una pubblicizzazione più attenta alle nuove tecnologie invoglierebbe di più, forse una maggiore sinergia tra piccoli (rete museale della Carnia) e Grande museo della Carnia e, magari, anche con la Mostra di Illegio, potrebbero essere delle vie da sperimentare. Non sono un esperto di politiche museali e non mi permetto di dare ricette, e credo che i componenti del CDA siano nelle condizioni di poter dare una svolta, purché sostenuti oltre che dalle istituzioni politiche e culturali (magari non solo come finanziatori), anche da noi cittadini. Quindi: Forza Museo!

  • Ho partecipato alla riunione di ieri sera (13 agosto) e sono rimasto meravigliato dal fatto che i dirigenti del Museo non abbiano pensato ad autofinanziarsi cercando di fare un po’ di “marketing”.
    Sembra che questo per loro non sia importante in quanto loro devono pensare alla cultura. Ma questa cultura (sostenuta dai vari Enti pubblici) a chi serve? Un Museo è fatto per essere visitato e non per dire di avere un Museo. Quando ci sono i mezzi per autofinanziarsi, poi la Cultura si può fare senza tanti problemi. Mi sembra che il Direttivo di questa fondazione si sia sempre e solo adagiato sul fatto di avere comunque soldi pubblici a sanare il tutto.
    Incredibile poi il fatto della media dei 3.500 biglietti d’ingresso all’anno. Una media di 12 visitatori al giorno per i circa (presumo) 300 giorni di apertura annui.
    Comunque, se sono 120.000 gli euro necessari al funzionamento, con una media di 300 giorni all’anno di apertura ed una media di 4 euro per ingresso, basterebbe che ci fosse una media 100 visitatori al giorno per portare il bilancio al pareggio delle spese vive.
    La mia proposta è quella di inviare una mail (costo zero) a tutte le Scuole della nostra Regione e delle Regione contermini invitandole ad organizzare una gita scolastica di una giornata a Tolmezzo con visita al Museo. Da Ottobre a Maggio potremmo avere sicuramente qualche decina di migliaia di studenti/visitatori paganti.
    Poi, una proposta per adulti (sia persone che visitano Tolmezzo individualmente per conto loro) che gruppi organizzati da varie tipologie di associazioni. A questi potremmo abbinare al biglietto d’ingresso al Museo uno sconto percentuale (a discrezione dei vari operatori) nei vari ristoranti/pizzerie,ecc.
    Si creerebbe una sinergia che potrebbe unire i vari operatori e creare i presupposti per future iniziative autosufficienti dal punto di vista economico che le renderebbero indipendenti dalla necessità di finanziamenti pubblici.
    Come potete constatare, non servono certamente i Guru che la Regione ha pagato lautamente nel corso degli ultimi 30 anni con i risultati che abbiamo visto e sono sotto gli occhi di tutti, per fare qualcosa che dia dei risultati.
    Altrimenti continuiamo come al solito a lamentarci ed a curare ognuno il suo orticello, salvo poi accorgerci quando è troppo tardi, di situazioni irreversibili.

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