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Mobilità lenta, dall’Hospitale di Majano uno sguardo al futuro

Non si può, oggi, parlare di turismo e di sviluppo del territorio senza considerare attentamente gli aspetti della pianificazione, le potenzialità delle infrastrutture e strutture per la mobilità, la ricchezza rappresentata dagli edifici storici che esistono nella nostra realtà e insistono lungo i percorsi: come l’antico Hospitale di San Tomaso di Majano, all’epoca medioevale ricovero e ritrovo per i pellegrini, e oggi divenuto luogo di incontro e di approfondimento.

L’assessore regionale al Territorio e alle Infrastrutture, Mariagrazia Santoro, intervenendo agli Stati generali dei ‘cammini’, nella sezione svoltasi nel ristrutturato ospitale di San Tomaso di Majano, un complesso del tredicesimo secolo ripristinato con il concorso della Regione, nel quale anticamente i Cavalieri di Malta consentivano ai pellegrini di sostare per la notte per poi riprendere riposati il cammino verso i luoghi del culto, ha voluto porre l’accento sulle potenzialità che si stanno aprendo attraverso la riscoperta e la valorizzazione delle ricchezze di carattere storico-culturale esistenti nel Friuli Venezia Giulia.

Il tema dell’approfondimento che si è tenuto nel pomeriggio, nella seconda giornata degli Stati generali, era ‘Cammini, paesaggio, mobilità’.

Risorse, quelle dei cammini e del paesaggio, che la Regione considera con attenzione. Come ha rilevato Santoro, la Regione sta infatti facendo tantissimo per valorizzare assieme i ‘cammini’ e la mobilità connessa.

Lo sta facendo assieme all’Università di Udine, che in questo convegno ha spiegato come l’Amministrazione, attraverso il Piano paesaggistico, stia lavorando sulla rete del turismo lento, valorizzando i percorsi, sia ciclabili che pedonali, nonchè i percorsi d’acqua.

Ma anche favorendo il trasporto delle biciclette attraverso la ferrovia, per valorizzare itinerari di eccellenza del territorio, come lo è la ciclovia Alpe Adria, e sostenendo nel contempo il ruolo transfrontaliero di queste strutture per la mobilità.

E ancora, in quest’ottica, supportando anche il trasporto su gomma delle biciclette degli escursionisti e dei cicloturisti.

Un altro progetto che la Regione sta portando avanti con ferma convinzione è quello della rifunzionalizzazione della linea ferroviaria Sacile-Gemona, che dovrà però essere accompagnato da un altro grande disegno strategico sul territorio, ponendo i progetti Leader e i Comuni assolutamente in prima fila, nel ruolo di protagonisti, assieme alla Regione.

“Perché la riattivazione di questa linea – ha detto Santoro sempre riferendosi alla Sacile-Gemona – non dovrà essere fine a se stessa, ma dovrà rappresentare il filo di una collana che tenga insieme le ‘perle’ di questi territori”.

Sviluppare un turismo lento – ha concluso l’assessore – significa andare verso un futuro caratterizzato da un’economia assolutamente compatibile con la nostra Regione, a misura della nostra Regione, e soprattutto diffusa, come lo sono la qualità e la bellezza dei luoghi della nostra Regione”.

In precedenza, l’assessore Santoro si era soffermata sul programma, approvato proprio ieri dalla Giunta regionale, per la riscoperta e la valorizzazione delle infrastrutture e dei percorsi ciclabili del Friuli Venezia Giulia.

A concretizzare le parole dell’assessore Santoro, l’intervento che è seguito, di Franca Battigelli, dell’Università di Udine: l’esperta, ha consentito di approfondire le previsioni per la mobilità lenta contenute nel nuovo Piano paesaggistico regionale.

Mentre l’amministratore unico della Ferrovia Udine Cividale, Maurizio Ionico, ha poi parlato dell’accesso a territori autentici con i trasporti sostenibili.

Infine, Federica Brazzafolli, di Montagna Leader, ha illustrato nuove ipotesi di integrazione tra i ‘cammini’ e la ferrovia, nel Pordenonese.