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Memoria condivisa per i Fuzilâz di Cercivento

La storia dei Fuzilâz di Cercivento, per troppi anni dimenticata, deve diventare un passaggio della nostra storia condivisa: nel centenario della Grande Guerra questa è l’occasione per ufficializzare un gesto di umana comprensione verso quattro ragazzi che scelsero la vita a una morte insensata”.

Lo ha sottolineato il vicepresidente della Regione Sergio Bolzonello, intervenendo oggi alla cerimonia – alla presenza del senatore Franco Marini, presidente del Comitato storico scientifico per gli anniversari di interesse nazionale – che ha reso onore nei pressi del cimitero di Cercivento alla memoria dei quattro alpini del battaglione Monte Arvenis – Giovanni Battista Coradazzi da Forni di Sopra, Angelo Massaro da Maniago, Basilio Matiz da Timau e Silvio Gaetano Ortis da Paluzza – condannati a morte nel luglio del 1916 al termine di un processo sommario per essersi rifiutati di compiere un’azione militare suicida.

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“Non una mera commemorazione, ma un’occasione per riflettere e per continuare a tramandare alle giovani generazioni la memoria di quello che è accaduto”, ha puntualizzato Bolzonello, ripercorrendo quello che è considerato uno degli episodi più cruenti della Grande Guerra.

Sergio Bolzonello (Vicepresidente Regione FVG e assessore Attività produttive, Turismo e Cooperazione) alla conferenza stampa di presentazione dei dati 2015 sul turismo in FVG - Udine 18/04/2016
Sergio Bolzonello

“C’era bisogno di dare un esempio estremo a tutti i giovani militari che popolavano queste trincee, una punizione esemplare per bloccare sul nascere ogni forma di contestazione sugli ordini impartiti: in quelle circostanze tornarono buoni quattro ragazzi della nostra regione che faticavano a capire il dovere di combattere e di uccidere i loro dirimpettai carinziani, con cui, tante volte, avevano diviso lavoro e amicizia. Quattro giovani che, figli di queste montagne, comprendevano come molti ordini impartiti erano azioni irrealizzabili che portavano a vere e proprie carneficine”.

Il vicepresidente ha rimarcato come sia arrivato il momento di accogliere nella memoria collettiva il nome di questi quattro ragazzi e quello di tutti i soldati giustiziati nella prima Guerra mondiale”, compiendo un ulteriore passo nel cammino di riabilitazione di questa triste vicenda; un percorso – ha ricordato Bolzonello – è stato tracciato ufficialmente anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha posto il problema della memoria dei soldati italiani giustiziati da plotoni di esecuzione durante la Grande Guerra.

Un passo per la restituzione dell’onore di tutti quei militari caduti per “mano amica”, ma che fanno parte dell’enorme sacrificio umano per la nostra Patria, ha aggiunto il vicepresidente.

“Non possiamo permetterci di dare nessun giudizio sul sacrificio militare a difesa della nostra libertà, oggi nostro diritto ereditato, ma dobbiamo a distanza di molti anni applicare in ogni lettura la compassione umana e il rispetto per ogni vita persa”, ha concluso Bolzonello sottolineando, infine, l’apporto fondamentale della comunità di Cercivento.

“Se oggi infatti siamo qui presenti per ricordare questi ragazzi lo dobbiamo alla memoria della comunità di questi luoghi che non ha mai abbandonato il ricordo dei loro figli. Gli occhi che furono testimoni di quell’avvenimento, all’alba di quel giorno di luglio, sono il corpus orale che ha consentito molti decenni dopo, di ricostruire questa triste vicenda e tenere alto il valore di una lezione così importante per noi”.

cercivento panoramicaNella cerimonia davanti al cippo, un masso di “grigio carnico” voluto nel 1996 dall’allora sindaco Edimiro Della Pietra, alla memoria dei Fusilâz, il primo cittadino di Cercivento Luca Boschetti, rivolgendosi a Marini, ha chiesto aiuto affinchè “la legge per la riabilitazione dei Fucilati non resti nel cassetto del Senato” e ai colleghi sindaci, in primis al presidente dell’Uti della Carnia Francesco Brollo, ha proposto di sottoscrivere una petizione da sottoporre al Capo dello Stato.

Marini, concludendo i discorsi ufficiali, ha dichiarato come l’Italia abbia il “dovere di fissare un punto di giustizia su questi fatti con la serietà di un Paese maturo e spingere per far riprendere alla commissione Difesa del Senato la discussione del disegno di legge” e contemporaneamente lavorare per trovare consenso anche con il ministero della Difesa e “chiudere così la partita. Dobbiamo lavorarci, si deve fare”, ha esortato.

La cerimonia civile, moderata da Luciano Santin, da anni promotore del comitato per i Fusilâz, con l’orazione affidata allo storico Guido Crainz, si è svolta al termine della Santa Messa in suffragio nella chiesa di San Martino gremita di fedeli, autorità, sindaci della Carnia, gruppi Ana, concelebrata dal parroco Harry Della Pietra assieme a don Pierluigi Di Piazza, responsabile del Centro Balducci di Zugliano, che nell’omelia ha annoverato i quattro alpini tra “i costruttori di pace” che hanno testimoniato “il coraggio della coscienza”.