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Legambiente chiede più rispetto per i Laghi di Fusine

I Laghi di Fusine, frequentati in tutte le stagioni da turisti provenienti da ogni parte d’Europa, sono indiscutibilmente considerati uno dei “gioielli” delle Alpi Giulie e, più in generale, della montagna del Friuli Venezia Giulia. All’interno del loro ambito sono presenti anche varie specie protette e a rischio di estinzione, come la lontra e una varietà di gambero di fiume.
Questo dovrebbe avere come conseguenza una particolare cura e tutela per quello che deve essere ritenuto a tutti gli effetti un “bene comune”, oltre che una significativa voce in entrata per l’economia locale.
Legambiente però esprime con un comunicato forte preoccupazione sia per le condizioni in cui versa il territorio, sia per alcuni interventi e progetti che stanno per essere autorizzati. Tra questi ultimi c’è la recente delibera del Consiglio Comunale di Tarvisio che secondo l’associazione ambientalista dà via libera, di fatto, alla realizzazione di una nuova centralina idroelettrica lungo l’emissario del Lago, con un inevitabile impatto ambientale e paesaggistico. “Tra le “criticità” che meriterebbero, invece, una maggiore attenzione da parte delle autorità locali e regionali – si legge nella nota – vanno annoverati il problema dell’interrimento del Lago Superiore, che, anno dopo anno, si presenta con manifestazioni sempre più estreme; la regolamentazione del traffico e della sosta di camper nei periodi estivi di maggior affluenza dei turisti e, non ultima, la questione del degrado prodotto dall’abbandono di rifiuti”.

Proprio a questo aspetto Legambiente ha voluto portare un rimedio, organizzando lo scorso 19 ottobre una giornata ecologica denominata “Oggi raccolgo io”, effettuata all’interno della campagna “Puliamo il Mondo”.

“Eravamo già stati attorno ai Laghi di Fusine per un’iniziativa analoga il 24 agosto del 2014 – ricorda Marco Lepre, responsabile per la montagna dell’associazione – nell’ambito di un’attività programmata durante uno dei nostri Campi di Volontariato estivi. In quella occasione, oltre allo stazionamento di numerosi camper nonostante la presenza di un esplicito divieto di sosta, ci colpì la quantità di rifiuti rinvenuti ai lati della strada e lungo i sentieri. Questa volta, invece, a sorprenderci negativamente è stato l’incredibile numero di mozziconi di sigaretta abbandonati all’interno di quello che dovrebbe essere considerato, e trattato, come un autentico ‘santuario della natura’. Alla fine erano così tanti che abbiamo deciso di vuotare i sacchetti e contarli uno per uno: ne abbiamo raccolti millecento e ottanta! E’ probabilmente un risultato da Guinness, ma, se anche così non fosse, si tratta comunque di una prestazione di cui non essere per niente orgogliosi”.

La maggior parte delle “cicche” rinvenute era concentrata sulla sponda orientale del Lago Superiore. E’ bene precisare che la “raccolta” non ha riguardato le strade ed i parcheggi, altrimenti il numero sarebbe stato ancora maggiore, ma esclusivamente le rive, i sentieri nel bosco e l’area oltre la staccionata occupata dai prati e da percorsi, dove si può accedere solo a piedi. Sono stati trovati mozziconi vicino alle panchine, resti di sigarette spente sui massi ed infilati addirittura nelle fessure delle rocce. 

“Ora – sottolinea Lepre – si può guardare a questo preoccupante fenomeno da diversi punti di vista. Ad esempio, i meno interessati agli aspetti ambientali potrebbero pensare al mancato introito per le casse comunali e dello Stato dei proventi delle contravvenzioni che, magari, solerti vigili avrebbero potuto erogare. Per l’abbandono a terra di questa tipologia di rifiuti i trasgressori dovrebbero versare infatti fino a 300 euro: quindi, teoricamente, si sarebbero potute riscuotere multe per ben 354.000 euro. Oppure si può ragionare sul tempo necessario a questo materiale per degradarsi. Secondo la rivista National Geographic – che cita uno studio pubblicato da un gruppo di ricerca dell’Università Federico II di Napoli – servirebbero diversi anni, in determinate condizioni si parla addirittura di qualche decina, per la decomposizione dei mozziconi di sigaretta. E’ immaginabile quindi l’impatto visivo negativo ed il degrado della qualità ambientale dell’ambito dei Laghi che si otterrebbe in caso di accumulo di questo rifiuto, se non ne venisse interrotto il deposito. Altro discorso riguarda poi la sua tossicità. La concentrazione, nei filtri delle sigarette, di residui di nicotina, acido cianidrico, ammoniaca, acetaldeide, formaldeide, benzene, fenoli ed altri 4000 composti chimici prodotti dalla combustione del tabacco ha una particolare pericolosità – sempre secondo lo studio citato da National Geographic – per vari microrganismi, per gli insetti e soprattutto per gli organismi acquatici, inclusi i pesci e gli animali di cui di essi si nutrono, come le lontre”.

“Infine, si potrebbe ragionare sull’opportunità di organizzare attorno ai laghi certi eventi o spettacoli musicali, particolarmente affollati, che possono aver favorito la presenza di persone non consapevoli del valore e dell’importanza dei luoghi di cui erano ospiti. E’ giusto, cioè, consentire ai maleducati di rovinare un bene comune che dovrebbe essere conservato nell’interesse di tutti?”, si chiede l’esponente di Legambiente.

“Proprio chi si occupa di promozione turistica – conclude il rappresentante dell’associazione ambientalista – dovrebbe rendersi conto che evidentemente si è verificata una mancanza di controlli e di attività preventive atte ad evitare quanto accaduto. Tra gli enti responsabili c’è in primis il Comune di Tarvisio e, pertanto, Legambiente intende parlare anche di questi aspetti nel prossimo incontro che spera di avere con i rappresentanti dell’Amministrazione, non senza prima aver nuovamente ringraziato i richiedenti asilo pakistani, ospiti della Caserma Meloni di Coccau, per la loro opera prestata volontariamente a favore dell’intera comunità”.