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Legambiente accusa: «Sempre più moto abusive sulle piste ciclabili carniche»

“Le piste ciclabili sono state pensate e realizzate per essere un percorso sicuro per chi utilizza la bicicletta o, eventualmente, vuole fare una tranquilla passeggiata a piedi. Chi le percorre dovrebbe dunque sentirsi lontano dal traffico dei veicoli a motore, dai pericoli che esso rappresenta e dai gas emessi dai tubi di scappamento. Invece, lungo i collegamenti extra-urbani della nostra regione, è sempre più facile imbattersi in centauri in sella a moto da cross o da enduro che scorrazzano tranquillamente alla faccia dei divieti esistenti. Questo avviene tanto in pianura quanto, soprattutto, in montagna”. Lo si legge in una nota firmata dal Circolo Legambiente della Carnia, Val Canale, Canal del Ferro.

La ciclabile lungo il ponte sul Torre a Povoletto

Il percorso tra Tolmezzo e Cavazzo, la ciclabile che porta a Villa Santina e quella che sale lungo la Valle del But sono, infatti, abitualmente percorse a velocità sostenuta da motociclisti che mettono a rischio l’incolumità delle persone – prosegue l’associazione ambientalista –. Spesso i loro mezzi sono privi di targa, con targhe minuscole o imbrattate dal fango, tanto da renderle illeggibili. Naturalmente questo è solo un aspetto dell’abusivismo, dato che gli “appassionati” di questo sport frequentano impunemente anche sentieri e mulattiere di alta montagna, rendendoli in condizioni penose per gli escursionisti e danneggiando un patrimonio della comunità”.

“Oltre ai Carabinieri, alla Polizia stradale, al Corpo forestale e al servizio di vigilanza urbana, i Comuni della Conca Tolmezzina hanno anche in atto una convenzione onerosa con un’associazione privata di “vigilanza ambientale” – dice ancora Legambiente -. Ci si chiede cosa aspettino le varie autorità per far rispettare la legge e i regolamenti. Forse un incidente? Nel frattempo i malcapitati cicloturisti e pedoni che protestano e fanno notare ai centauri che non possono transitare in questi luoghi, sono costretti a subire insulti e minacce di ogni sorta. E’ dando spazio a questa arroganza che si pensa di attirare i turisti in montagna? A sentire certe dichiarazioni di qualche amministratore regionale e comunale – conclude la nota -, purtroppo sembrerebbe di sì!”.

(la foto di copertina è stata scattata nei pressi delle Terme di Arta)