GemonesePrimo pianoTerritorio

L’associazione Costituzione 32: «A Gemona un’automedica diurna invece del Pronto Soccorso»

Sul tema della sanità, con particolare riferimento a Gemona e all’Alto Friuli, riceviamo e pubblichiamo una nota di Walter Zalukar, presidente dell’Associazione Costituzione 32.
.

La gestione dell’emergenza con spazi di osservazione temporanea annunciata a Gemona con grande enfasi nel giugno scorso non si può proprio fare.
Già allora erano stati sollevati forti dubbi sulla possibilità di attivare un’osservazione temporanea nell’ex ospedale di Gemona, essendo stato il Pronto soccorso declassato a Punto di primo intervento (PPI) in base alla normativa nazionale (Decreto Ministeriale 2 aprile 2015 n. 70).
Ma con la tipica arroganza e supponenza non si volle tener conto né delle critiche né delle norme e così il servizio di emergenza e osservazione a Gemona (e non solo) fu stabilito con la Legge regionale  n. 9/2019, comma 3 art. 74: Al comma 3 dell’articolo 34 della legge regionale 17/2014 dopo le parole << punto di primo intervento sulle dodici/ventiquattrore>> sono inserite le seguenti: <<dotato di spazi di osservazione a disposizione della funzione di emergenza-urgenza>>.
Tutto ciò è rimasto sulla carta, senza effetto, e così rimarrà, tanto che il 27 settembre, proprio a Gemona, si è fatta pubblica marcia indietro su quanto inserito nella legge regionale appena approvata, ammettendo che l’osservazione con funzione di emergenza-urgenza non è realizzabile. Ma visto che fare annunci è ormai una tentazione irrefrenabile ecco allora l’annuncio in contemporanea del potenziamento dell’attuale Punto di primo intervento e dell’attivazione dell’automedica diurna nella sede di Gemona, in quanto più baricentrica rispetto alla sede di Tolmezzo.
Cosa significa potenziamento del Punto di primo intervento? Pare un altro annuncio insensato poiché la stessa normativa nazionale sopra citata (DM 70/2015) stabilisce che i PPI sono strutture transitorie destinate a divenire mere postazioni medicalizzate del 118. Si potenzierebbe domani (e come?) per chiudere dopodomani?
Ma ciò che più sconcerta è prevedere che l’automedica funzioni solo in orario diurno, come se incidenti e malori rispettassero un orario d’ufficio. Di sera, di notte gemonesi e abitanti delle valli dovranno arrangiarsi? E come?
Il discorso si allarga visto che l’automedica annunciata a Gemona verrà tolta a Tolmezzo, dove dovrebbe starci in base alla stessa normativa regionale (DGR 2039/2015). Ma sarà messa a Gemona perché questa sede viene considerata più baricentrica. Visione assai singolare della geografia regionale: con un’unica automedica spostata a Gemona si vorrebbero coprire entro 20 minuti i codici rossi di tutta la Carnia e l’Alto Friuli?
Tra l’altro pare utile ricordare l’indicazione della normativa nazionale (sempre il DM 70/2015): “Un mezzo di soccorso avanzato ogni 60.000 abitanti con la copertura di un territorio non superiore a 350 Kmq. Carnia e Alto Friuli si estendono su 2400 kmq, quindi è facile calcolare quanti mezzi dovrebbero esserci in base alle previsioni ministeriali. La mezza automedica annunciata è però già un mezzo passo avanti visto che attualmente di automediche in tutta la montagna proprio non ce ne sono e bisogna andare fino a Udine per trovarne una.
Ritardi, errori, disservizi nell’attività di soccorso sono all’ordine del giorno e le popolazioni della montagna pagano il prezzo maggiore essendo state tra le più trascurate dalla riforma sanitaria.
Qui non si tratta solo dell’abbandono di Gemona, perché questa è solo la punta di un iceberg di falle e carenze del soccorso che colpiscono tutti i territori, in quanto tuttora manca una pianificazione strategica idonea a costruire una vera e propria rete di emergenza efficace ed efficiente, che possa quindi rispondere con fatti, e non con annunci, ai bisogni di salute e sicurezza dei cittadini di tutta la regione.
.
WALTER ZALUKAR
Presidente Associazione Costituzione 32
.