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Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni, i comitati: “Basta schiavitù idroelettriche”

Il Comitato Tutela Acque del Bacino Montano del Tagliamento guidato da Franceschino Barazzutti e tutta una serie di associazioni e comitati territoriali torna ad intervenire sul tema delle derivazioni idroelettriche in montagna e sul Lago di Cavazzo in particolare. Questa la nota:

“Come noto il lago di Cavazzo o dei Tre Comuni – stupendo lago naturale ante costruzione della centrale di Somplago – è stato sconvolto dallo scarico in esso dell’acqua turbinata da tale centrale. Acqua gelida (constatabile mettendo un piede in acqua) proveniente, attraverso 80 km di gallerie, dalle prese in quota dei corsi d’acqua della Carnia. Acqua torbiba di fango (constatabile alla vista) le cui particelle più pesanti si depositano sul fondale del lago distruggendo ogni forma di vita ed accumulandosi trasformeranno il lago in una palude come ampiamente dimostrato dallo studio dell’ing Dino Franzil, da quello dell’ing Franco Garzon, incaricato dai Comuni rivieraschi, dal Consorzio BIM e dalle Comunità Montane e dalla ricerche dell’Istituto di Scienze Marine del CNR.
Acque gelide e torbide che, unite alla forte oscillazione del livello del lago, hanno seriamente compromesso la pesca e la fruibilità turistica del lago e della sua valle, percorsa in lungo e in largo da elettrodotti su svettanti tralicci che portano la corrente elettrica a Marghera.Valle che ha dovuto anche subire, non senza averli contrastati, l’oleodotto e relativa stazione di pompaggio sulla riva nord e la violenza dell’autostrada con il gigantesco viadotto affondante alcuni piloni nel lago.

Come se ciò non bastasse, ora assistiamo ad un assalto alle acque del canale di scarico del lago per realizzare due centraline idroelettriche da parte di una ditta privata ed una terza da parte di Carnia Industrial Park (già Cosint) di Tolmezzo. Centraline che vanno ad aggiugersi al progetto del Consorzio di Bonifica Friulana di derivazione irrigua dallo stesso canale di scarico.

I proponenti di queste centraline van dicendo candidamente che le stesse non andranno ad incidere sul lago e sul suo livello. Se così fosse il loro investimento sarebbe decisamente azzardato poiché durante i fermi della centrale a2a di Somplago dovrebbero fermare anche le loro centraline in assenza dell’apporto nel lago della portata scaricata dalla centrale e, conseguentemente, alimentante lo scarico dello stesso; scarico su cui opereranno le loro centraline e la derivazione irrigua. Tant’è che la convenzione con cui a2a autorizza l’installazione delle centraline sul canale di sua competenza prevede che, oltre al pagamento di una royalty ad a2a, la gestione di dette centraline non debba comportare alcun vincolo all’esercizio della centrale di Somplago.
A questo punto sorge inevitalmente la domanda: quando la centrale di Somplago sarà in fermo – accade spesso perché è una centrale “di punta”- e non scaricherà acqua nel lago, che ne sarà delle centraline? Risposta: entreranno anche loro in fermo ( non credibile!) o continueranno a turbinare (risposta logica e credibile!). Allora turbineranno acqua prelevata dal lago il cui livello si abbasserà. Oscillazione del livello inaccettabile. Oscillazione tanto più inaccettabile quella conseguente alla derivazione irrigua, poiché si verificherebbe in estate in danno al turismo sul lago. Al pesante asservimento del lago alla centrale si aggiungerebbe anche quello delle centraline e della derivazione irrigua.

Poiché la derivazione irrigua è prevista sullo stesso canale di scarico del lago a monte delle tre centraline, c’è da chiedersi su quale residua portata potranno fare affidamento le tre centraline quando il Consorzio di Bonifica attingerà la gran parte della portata del canale, tanto più dal momento che la produzione agricola avrà la precedenza su quella dei kw. Sorprende che in questa ingarbugliata situazione sia entrato un ente parapubblico qual’è Carnia Industrial Park e che si possa considerare di coinvolgere privati per i finanziamenti necessari.
Abbiamo più volte richiamato l’attenzione della Regione, dei Comuni, delle Istituzioni e dell’opinione pubblica sull’importanza per l’intero Friuli dello snodo idrico “lago – suo scarico – Tagliamento”. Non è accettabile che su di esso vari attori procedano separatamente guidati esclusivamente dal prorio interesse di parte, da un lato con l’avallo della Regione e dall’altro lato con i Comuni che si accontentano di un obolo compensativo anziché essere loro stessi attori prendendo esempio dai loro colleghi trentini di come utilizzare le acque per una produzione idroelettrica in proprio a vantaggio delle loro comunità ed ecologicamente compatibile.

E’ tempo di metter mano a questo snodo idrico con un piano complessivo, concordato con la Val del Lago ed il comprensorio circostante, che contemperi i vari utilizzi. Piano che metta al centro la rinaturalizzazione del lago e la sua fruibilità turistica quale motore di sviluppo del comprensorio. Per questo è indispensabile la realizzazione del bypass che, evitando il lago, convogli lo scarico della centrale direttamente nel canale di scarico del lago, dove centraline e derivazione irrigua potranno essere realizzate senza comportare interferenze con il lago, tanto più se, con il passaggio alla Regione della centrale di Somplago, per la stessa dovrà stabilirsi un regime di produzione funzionale alle esigenze del territorio e non a quelle attuali degli azionisti lombardi di a2a.
Si prenda atto che proprio la realizzazione del bypass facilita gli utilizzi dello scarico del lago. I Comitati hanno sempre responsabilmente sostenuto che sia possibile rinaturalizzare il lago, produrre kw e dare acqua per irrigare il Friuli. Pertanto si ritengono titolati a pretendere che gli altri attori in campo si comportino altrettanto responsabilmente accantonando gli egoismi di parte.

Presso l’Assessorato Regionale all’Ambiente si è costituito un tavolo tecnico denominato “Laboratorio Lago Tre Comuni” con il compito “di individuare le criticità del Lago dei Tre Comuni e proporre le conseguenti soluzioni finalizzate a recuperare le condizioni di naturalità del lago stesso e a garantirne la fruibilità, anche ai fini turistici”. Ebbene i Comitati vigilano affinchè questo Laboratorio adempia compiutamente alle finalità istitutive che trovino concreta attuazione sul lago. Guai se così non fosse. Il lago è gravemente malato, ha bisogno di un intervento radicale e risolutivo e non di un’aspirina qual è l’equivoca “mitigazione”: logica vuole che per eliminare gli effetti (l’acqua gelida e fango) si intervenga sulla causa (lo scarico della centrale). Diversamente sarebbe per la Val del Lago un’inaccettabile presa in giro.

Firmato

Comitato Salvalago, Alesso via Somplago 10, Annamaria Gisolfi coordinatrice; Legambiente Regionale, Sandro Cargnelutti presidente; Legambiente della CARNIA-Valcanale-Canal del ferro, Marco lepre presidente; Coordinamento Nazionale Tutela Fiumi “Free Rivers Italia” Lucia Ruffato presidente; Ce.Vi Centro VolontariatoInternazionale Udine, Marco Iob coordinatore; Movimento Tutela Arzino, Val D’Arzino, Dario Tosoni portavoce; Comitato Acqua Libera, Paluzza, Antonino Galassi portavoce; Comitato Rio Pecol, Paularo, Gaia Baracetti portavoce; Per Altre Strade(PAS) Comitato Interregionale Carnia-Cadore sezione carnica Alto tagliamento, Forni di Sotto, Ira Conti referente; Comitato Val degano, Ovaro,Paolo Querini portavoce; Comitato NO centrale Resia 2 Ponte Rop,Luciano Micelli coordinatore; Comitato Valcellina, Barcis, Fabia Tomasino coordinatrice; Comitato Valmeduna, Meduno Gianfranco Osualdini Coordinatore; Comitato per la Vita del Friuli Rurale, Porpetto, Aldevis Tibaldi presidente; Associazione Culturale Lidriis Furlanis, Talmassons, Katia Odorico presidente; Comitato Salviamo la Fuina, Val Pesarina, Claudio Solari referente.