CulturaGemonese

La scultrice bujese Alessandra Aita espone le sue opere a Treviso

Sabato scorso alla galleria Web Art Mostre di Treviso è stata inaugurata la mostra personale di Alessandra Aita, giovane e promettente artista di Buja la cui ricerca ha individuato, nella disciplina scultorea, la sua ideale traduzione formale e la più idonea interpretazione di visioni sociali e di flashes quotidiani catturati tra le realtà in cui viviamo.

Per realizzare le sue opere usa principalmente pezzi di legno che lei stessa recupera in riva al mare o agli argini dei fiumi delle terre friulane. Il legno che riesce a trovare è un materiale la cui pelle è lavorata e logorata dallo scorrere del tempo. Attraverso l’interazione con l’aria, l’acqua e il vento, ogni pezzo di legno è diverso dall’altro e per tanto unico, e dal loro assemblaggio nascono le sculture di Aita anch’esse uniche ed irripetibili.

Il legno la affascina e la ispira così come l’amore per la natura, per le sue forme, i suoi colori e per la forza che riesce a trasmetterle. Insieme al legno, in molte sculture troviamo l’uso della luce che essa interpreta come fonte di speranza, forza ed energia. L’arte per Aita è una costante ricerca, non solo materica, ma anche interiore.

Un cammino di crescita continuo, non privo di ostacoli, che porta alla luce ciò che ogni artista ha di più intimo e irrisolto, la sua opera d’arte.

A breve distanza dalla precedente mostra promossa e prodotta in collaborazione con Woland Art Club di Fabio Fonda presso Porto Piccolo, un’operazione diversa che vede protagonista una giovane artista friulana alle prime esperienze espositive importanti.

Il Corpo e la Luce, è questa la tematica fondamentale che la scultrice Alessandra Aita ci presenta nella sua produzione artistica. Le sue sculture di legno, nate dall’assemblaggio di materiali di recupero ritrovati lungo i fiumi, sono figlie del tempo. Il legno logorato e consumato dagli elementi dà forma a splendide composizioni solenni ed enigmatiche. Questi corpi di legno consumati dal tempo hanno un fascino materico primordiale che ricorda la scultura primitiva. Corpi calcificati, ridotti a ossa, come fossili, esibiscono un esoscheletro rigido e coriaceo. Essi sono come cadaveri antichi recuperati da scavi archeologici. Ma dentro questi corpi avviene qualcosa di prezioso e incantevole, nella loro interiorità possiamo infatti osservare il dipanarsi del miracolo della vita. Le sculture sono infatti “animate” da una fonte di luce che riscalda e resuscita la morta materia per creare delle creature viventi. Il nucleo di luce mistica di queste sculture si irradia in modo magistrale, creando fra le fessure del legno effetti di chiaroscuro incisivi e cangianti. E’ il gioco della materia che occulta lo spirito, e dello spirito-luce che, possente, travalica e trascende la materia per esprimersi liberamente e riversarsi nel mondo. Le lampade che Alessandra Aita costruisce con il medesimo procedimento sono lampade spirituali, che convogliano e accompagnano la profusione della luce spirituale nell’ambiente. Il tutto è pura meraviglia, lo spettacolo della vita che si manifesta attraverso e oltre la materia nel modo più intimo e commovente” . (2017, Ivan Buttazzoni Filosofo e critico d’arte).

La mostra “Light Sculptures” costituisce la seconda personale dell’artista che, sebbene esordiente, ha già attirato su di sé l’interesse dei visitatori.

(nella foto tratta dal profilo Facebook di Alessandra Aita, un momento dell’inaugurazione)