CronacaFVG

La Regione Fvg chiede al Governo la libera circolazione a tutti i cittadini da lunedì 18

“Già oggi pomeriggio invieremo una lettera al Governo con le nostre indicazioni sulle attività economiche che possono riaprire a partire dal 18 maggio”.

Lo ha confermato a Trieste il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga nella pausa dei lavori del Consiglio regionale.

“Il primo ministro Conte ieri ha comunicato che entro domani arriveranno le linee guida di Inail e Comitato tecnico scientifico che tutti saranno chiamati a rispettare – spiega Fedriga -. Abbiamo fatto presente al Governo l’importanza che questi protocolli di sicurezza arrivino rapidamente per consentire alle imprese di mettersi in regola prima di lunedì”.

“Adesso è necessario dire alle aziende quali siano i comportamenti sicuri che devono essere garantiti all’interno delle attività. Con il rispetto delle prescrizioni – rimarca il governatore – si possono aprire al pubblico anche palestre, piscine, bar, ristoranti e altri esercizi”.

“Chiederemo inoltre al Governo che, dal 18 maggio, venga permessa la libera circolazione a tutti i cittadini, senza il vincolo del grado di parentela, sempre nel rigoroso rispetto delle regole di utilizzo dei dispositivi di protezione personale e del distanziamento sociale – annuncia Fedriga -. Saranno proprio i comportamenti virtuosi tenuti dai cittadini e dalle attività economiche a determinare il successo delle riaperture e nella lotta alla diffusione del Coronavirus”.

“Libera circolazione che riguarderà anche i comuni che confinano con il Veneto. Da alcuni giorni stiamo valutando insieme al governatore Zaia le modalità per consentire a questi cittadini di muoversi senza restrizioni per motivi famigliari e di lavoro”.

“Regione Fvg non ha competenze sulla politica estera – ha affermato infine Fedriga -. Visto però l’evolversi della situazione comunicherò al Governo anche la necessità di aprire in tempi rapidi un confronto con Austria e Slovenia per valutare la situazione delle riaperture dei confini. Farlo prima, con le nostre aziende ancora chiuse, avrebbe significato peggiorare ulteriormente l’andamento della nostra economia”.