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La Dolomiti Mountain School si fa in 4 per esplorare il territorio friulano

È stata presentata a Udine la nuova Dolomiti Mountain School promossa dalla Comunità di Montagna della Carnia assieme alla Regione e alla Fondazione Dolomiti Unesco, che l’assessore regionale Graziano Pizzimenti ha definito “una formula inedita che pensiamo abbia un successo ancora migliore  rispetto al passato. Il ruolo della Regione all’interno di questo processo è duplice: ascoltare il territorio e chi ci vive, e cercare di investirvi fondi, non solo sul turismo, ma anche sulla vivibilità, ovvero sui servizi, sul lavoro, sulla mobilità”. 

UNESCO E TERRITORIO. “Inauguriamo un nuovo percorso di collaborazione tra la Fondazione Dolomiti UNESCO, la Regione Friuli Venezia Giulia e la Comunità di  montagna – ha annunciato Mara Nemela, direttrice della Fondazione -. Cerchiamo di  distribuire e di portare sempre più sul territorio quelli che sono i valori dell’UNESCO e la consapevolezza dell’importanza che questo riconoscimento ha per la montagna: e questo può avvenire solo attraverso il contatto diretto con i luoghi e le comunità”.
“Quello di oggi è il battesimo di una figlia che avevamo già adottato per cinque edizioni – ha commentato Roberto Pinton, Magnifico Rettore dell’Università di  Udine -. Ciò corona una collaborazione di lunga data per la realizzazione di attività  di promozione delle Dolomiti UNESCO, che valorizzano un territorio particolarmente vocato dal punto di vista sia naturalistico che turistico, un’area montana che ha bisogno di essere al centro della giusta comunicazione”. 

NUOVO NOME, STESSI INTENTI. “La novità più appariscente è nel nome – ha  puntualizzato il coordinatore della Scuola Giampaolo Carbonetto -. Abbiamo cambiato perché riteniamo che le possibilità date dalla Fondazione e dal riconoscimento UNESCO debbano essere estese anche al resto della montagna.  Sono risorse assolutamente fondamentali affinché questa non muoia. Abbiamo dunque deciso di cambiare nella forma ma non nella sostanza, spalmando la scuola su vari periodi dell’anno e in svariati luoghi, in modo da riuscire ad attrarre maggiormente la gente che vive in montagna: senza queste persone nulla si può cambiare”, ha concluso Carbonetto. 

QUATTRO TAPPE. “Quest’anno esploreremo il territorio montano del Friuli Venezia  Giulia in quattro tappe – gli ha fatto eco il coordinatore del servizio biodiversità  Pierpaolo Zanchetta -. Si terranno quattro eventi come scuola di formazione: il primo è previsto per maggio a Forni di Sopra e tratterà il tema dell’architettura del  paesaggio in montagna. Ad Ovaro, in giugno, parleremo insieme all’Università di Udine del lavoro in montagna. La Summer School vera e propria è prevista per settembre e il tema sarà quello dei diversi “turismi” possibili nella nostra regione: quali forme di turismo potremo sviluppare in una montagna particolare come la nostra, che può essere molto attrattiva per un pubblico che cerca l’autenticità dei  luoghi. A novembre ultimo appuntamento a Malborghetto, quando affronteremo il tema dei sentieri, infrastrutture ‘deboli’ ma fondamentali per la fruizione della  montagna”. 

UN PAESAGGIO VIVO. “Il paesaggio ci coinvolge sempre e comunque: ne siamo  gli attori e i contemplatori – dice Annibale Salsa, presente all’evento di lancio della Scuola per tenere una lectio magistralis -. È uno spazio di vita, non solo una  cornice da osservare a distanza. Esso non è solo natura, ma anche cultura: le nostre montagne non sono un territorio di wilderness, non possono essere tenute sotto una campana di vetro, ma devono essere un luogo dove uomo e ambiente si incontrano. Ed è necessario accompagnare le trasformazioni di questi territori nel miglior modo possibile – aggiunge Salsa -. Responsabilità di chi li amministra e dei modelli di  governance adottati, ma senza superare i limiti, attraverso una gestione oculata  per far condividere le diverse esigenze di chi vive in montagna e di chi la frequenta”.