CulturaGemonese

In Castello ad Artegna le letture pasoliniane nell’arte di Micossi

Nel 2022 l’Ecomuseo delle Acque del Gemonese ha dedicato a Pier Paolo Pasolini, per il centenario della nascita, tre letture pubbliche in corrispondenza di altrettanti “luoghi d’acqua” del Gemonese, a Osoppo, Gemona e Buja. L’allestimento nelle sale del Castello Savorgnan di Artegna della mostra “Rivelazioni pasoliniane” del pittore e incisore arteniese Mario Micossi, promossa dal Comune, ha suggerito un quarto appuntamento, incentrato sul rapporto tra i due intellettuali. Sabato 11 febbraio alle 17, nel salone centrale del castello arteniese, l’attore Vincenzo Muriano si farà interprete di alcune poesie e racconti giovanili scritti da Pasolini tra il 1943 e il 1951, questi ultimi estratti dalla raccolta “Un paese di temporali e di primule”. Ci sarà un’appendice sabato 25 febbraio, con la presentazione del documentario “La rosada e l’ardilut. Nel Friuli del giovane Pasolini” della regista Roberta Cortella.

Quello lì è il mio padrone” e Dopocena nostalgico” sono i due racconti scelti per la lettura, nei quali convergono le emozioni visive ritradotte in forma grafica da Micossi, un percorso di rimescolamento sensoriale nella passione che accomuna i due artisti: il paesaggio. In ogni opera di Micossi affiorano le suggestioni presenti negli scritti pasoliniani, che parlano di rogge, filari e borghi, cari alla memoria del poeta. Un incontro da non perdere, per accostare alle vedute di Micossi i versi e le frasi di Pasolini, in un rimando continuo di suoni e colori, di parole e immagini che restituiscono uno spaccato del Friuli autentico, fatto di comunità solidali, tradizioni antiche e forti valori.

La mostraRivelazioni pasoliniane”, aperta fino al 5 marzo, racchiude incisioni, acquerelli, graffiti e disegni in cui l’artista arteniese Mario Micossi (1926-2005) ha interpretato i luoghi di Pier Paolo Pasolini. Si tratta di un raffinato e imponente studio sul paesaggio di Versuta, Casarsa e dintorni cui Micossi si dedicò dal 1994, collaborando alla pubblicazione del volume “Ciasarsa” della Società Filologica Friulana. Il pittore ha saputo cogliere nelle sue opere la dolcezza della campagna friulana con i rassicuranti filari di gelsi, il gorgoglio dell’acqua delle rogge che riflette i profili delle montagne lontane, la serenità e la compiutezza dei borghi contadini, trasmettendo al tempo stesso le suggestioni che quei luoghi avevano comunicato al poeta.