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Il M5S FVG: «Nuova autorizzazione dalla Regione per una centralina idroelettrica sul Degano»

“Ennesimo parere favorevole rilasciato dalla Regione, questa volta per la costruzione di una centralina idroelettrica sul torrente Degano”.
Lo rendono noto i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle. 
“Il 16 dicembre scorso – scrivono Cristian Sergo, Ilaria Dal Zovo, Mauro Capozzella e Andrea Ussai nel loro comunicato – abbiamo chiesto al Consiglio regionale di prendere coscienza di quella che è la situazione della direzione Ambiente, di cui il servizio Energia fa parte, ricordando come è stato lo stesso assessore regionale Scoccimarro a lamentarne l’assenza di personale. Con un articolo della legge di Stabilità, tale difficoltà veniva messa nera su bianco, laddove si affidava a terzi il supporto alle pratiche istruttorie di competenza della direzione regionale”.

“Preso atto della situazione, un mese fa abbiamo presentato un emendamento con cui chiedevamo la sospensione dei termini per le procedure di rilascio di nuove concessioni di derivazione a uso idroelettrico e di costruzione di impianti idroelettrici su tutti i corsi d’acqua naturale del territorio regionale – rammentano i consiglieri pentastellati -. L’emendamento è stato bocciato dal Centrodestra. Un’occasione persa”.

“Il parere favorevole rilasciato dalla conferenza dei servizi per l’impianto sul Degano rammarica ancor di più, pensando che il Comune di Forni Avoltri ha espresso parere contrario all’opera. La Regione – rammentano gli esponenti di opposizione – ha sostenuto che la nota dell’ente è pervenuta solo il giorno precedente alla conferenza dei servizi e che, per questo, non è stato possibile svolgere ulteriori approfondimenti giuridici”.

“Probabilmente con un organico adeguato il tempo per leggere la nota ci sarebbe anche stato, magari non cambiava l’esito della procedura, ma almeno non sarebbe stata questa la motivazione adottata. Purtroppo – concludono i consiglieri – la politica regionale non ha voluto ascoltare l’ennesima proposta di buon senso avanzata dal Movimento 5 Stelle e a tre settimane di distanza ci troviamo con una nuova centralina”.

Sullo stesso tema proponiamo le considerazioni di Franceschino Barazzutti, già presidente del Consorzio del Bacino Imbrifero Montano (BIM) del Tagliamento.

Il torrente Degano  nasce a quota 1.039 m s.l.m. nelle alpi carniche in comune di Forni Avoltri dalla confluenza dei rii Fleons e Bordaglia, percorre l’omonima valle e sfocia dopo 37 km nel fiume Tagliamento a quota 359 m s.l.m. tra i comuni di Villa Santina e di Enemonzo. Una percorrenza ed un dislivello di ben 680 m. che attraggono l’attenzione  dei sempre assetati derivatori idroelettrici, che non hanno mancato di sfruttarlo unitamente  ai suoi affluenti.       

Sin dall’inizio del suo percorso  il Degano subisce una notevole riduzione della sua portata a causa della derivazione che alimenta la “centrale Degano” della Comunità Montana della Carnia sita nei pressi dell’abitato di Avoltri. La sua portata naturale si ricostituisce solo allo scarico di detta centrale e si mantiene integra per circa 3 km lungo l’abitato e sino alla confluenza  del rio Fulin, ma su questo tratto una domanda di derivazione  idroelettrica è in istruttoria presso la Regione.  

Alla confluenza del rio Fulin sono ubicate un’altra centrale della Comunità Montana della Carnia alimentata dall’omonimo rio con opera di presa sotto Collina e la derivazione dal Degano che alimenta, attraverso una lunga galleria, la centrale di Magnanins di Rigolato, con conseguente notevole depauperamento della portata per un notevole tratto. Tale depauperamento  continua per un ulteriore tratto poiché lo scarico della centrale di Magnanins viene captato per alimentare la centrale della Secab in località Margò.

Solo allo scarico di quest’ultima centrale il torrente Degano riacquista la sua integrità, esce dalla stretta di Comeglians sotto lo stupendo colle di S. Giorgio e percorre libero e ben visibile il tratto di circa 3,5 km aperto e popolato della valle quasi pianeggiante, offrendo facilità di accesso alle sue sponde giù sino alla presa della cartiera di Ovaro. Questo è l’ultimo tratto di naturalità e di libertà del torrente. Ma anche questo tratto è interessato da una domanda da parte di una società extraregionale di concessione di derivazione idroelettrica in istruttoria in Regione.   

Immediatamente a valle della cartiera di Ovaro il corso del Degano è interrotto dallo sbarramento che lo convoglia, unitamente a tutti suoi affluenti a valle di destra e di sinistra, attraverso un lungo sistema di gallerie e di condotte, al serbatoio di Verzegnis che alimenta la centrale di Somplago della lombarda a2a. Il Deflusso Ecologico (DE) rilasciato allo sbarramento è tale che, anche a causa del fatto che sui citati affluenti a valle tale DE è inesistente, il Degano giunge moribondo al ponte di Esemon di Sotto (nella foto di copertina) e non raggiunge il Tagliamento, già di per sé ridotto ad una pietraia del tutto priva di acqua a causa delle derivazioni sull’asta del Tagliamento e sui suoi affluenti.

Presa Cjarso a Raveo

La grandissima parte del corso del Degano e dei i suoi affluenti è quindi depauperata da derivazioni idroelettriche,  mentre sono solo due i tratti (e sono brevi!) in cui il torrente è al suo stato naturale, ma oggetto di domande di derivazione di privati in istruttoria. Derivazioni che, ove fossero concesse, captando la gran parte della portata ridurrebbero tutto il Degano in uno stato agonizzante dal momento che non c’è controllo del rispetto del DE (meglio definirlo Deflusso Misero DM).

Così stante la situazione del torrente Degano, il semplice buon senso suggerisce alcune considerazioni. L’obiettivo della nostra Regione a statuto speciale di autonomia e in particolare della Direzione Centrale dell’Ambiente – dovrebbe essere la preservazione almeno dei tratti più significativi della naturalità ed integrità dei corsi d’acqua e non quello di assoggettare l’intero loro corso allo sfruttamento idroelettrico a vantaggio di privati – e non della comunità –  con un sistema di “centrali a catena” che verrebbe a configurarsi ove fossero accolte le domande di concessione presentate sui tratti ancora integri del corso del Degano.

Un simile accanimento nello sfruttamento del bene comune acqua, come se quella lasciata libera di scorrere in alveo fosse “acqua sprecata”, è tanto più inaccettabile dal momento che si sono affermate nuove tecnologie di produzione di energia elettrica verde. Si chiama “Assessorato alla Difesa dell’Ambiente, all’Energia e Sviluppo Sostenibile”, ma a giudicare dai fatti degli ultimi anni vi è tanta “energia idroelettrica” e ben poco “Ambiente” e  “Sviluppo Sostenibile”, indipendentemente dal colore politico degli assessori succedutisi nella carica.   

Il Degano è un elemento identitario dell’intera valle, una risorsa importante. L’asservimento all’idroelettrico dell’intero suo corso sarebbe una perdita netta per la Val Degano, la Carnia, e non solo, tanto più se questo avviene  a vantaggio di privati che non utilizzano l’energia per attività produttive ed occupazione in loco ma ne traggono unicamente profitti dalla vendita, con di più a prezzi maggiorati dagli incentivi dei certificati verdi  pagati in bolletta dagli utenti. Pagati anche dagli utenti della Val Degano, che a ogni maltempo restano al buio: oltre al danno anche la beffa!