La bellezza di pittura e scultura nella mostra “Dissonanze” di Gemona
Nel cuore di Gemona del Friuli, dove storia, cultura e creatività si intrecciano da sempre, nasce una nuova occasione per riflettere sull’arte come specchio delle differenze che ci arricchiscono. “Dissonenze” non è soltanto una mostra, ma un percorso visivo e sensoriale che celebra la pluralità di linguaggi espressivi, mettendo in dialogo identità artistiche distinte e complementari.
La mostra, che si inaugurerà sabato 10 maggio alle 17 a Palazzo Elti (nella foto), con il patrocinio del Comune, è un inno alla bellezza della diversità. Il curatore Giovanni Maccarrone già attraverso il titolo ha inteso anticipare la diversità delle opere esposte da Manuel De Francesch, Davide Burgio, Alberto Sari e Claudio Moreschi: i primi due, scultori, maestri nell’intagliare legni pregiati per farne poi meravigliose sculture – classicheggianti ma assai contemporanee quelle di De Francesch; metafisiche, misteriose e sorprendenti quelle di Burgio. I due scultori sono conosciuti in tutta Europa, e non solo, per la loro tecnica e per la capacità di trasmettere il loro messaggio attraverso le proprie opere.
Sari e Moreschi sono due pittori dall’animo e dal tratto diverso, animati entrambi dal desiderio di comunicare stati d’animo, anch’essi in maniera differenziata e contrapposta: il primo attraverso l’uso sorprendente di colori e sfumature; il secondo con un’esigenza intimistica di comunicare al fruitore delle opere gli stati d’animo umani attraverso ritratti.
Maccarrone ha accettato questa sfida (la diversità) come elemento centrale della mostra, nella convinzione che il diverso sia “humus” per la crescita individuale e per la comunità, nell’arte e nella vita. Le dissonanze sono dunque intese come elemento di bellezza: come su uno spartito le note dissonanti si aggregano a note consonanti in una musica armoniosa e soprattutto bella. La bellezza come risultato finale della mostra.
«”Dissonanze” ci invita a riconoscere il valore delle differenze e a viverle come occasione di confronto e arricchimento reciproco – sottolinea il vicesindaco e assessore alla Cultura Flavia Virilli -. È attraverso l’arte che possiamo costruire una comunità più aperta, sensibile e consapevole, capace di cogliere nella varietà delle voci un’armonia più profonda. Invito tutti a lasciarsi ispirare da questo dialogo visivo, che è anche un messaggio di speranza e bellezza condivisa».