EconomiaGemonesePrimo piano

Dm Elektron di Buja, la Fiom si scaglia contro i 62 licenziamenti

In data odierna 62 lavoratori e lavoratrici della Dm Elektron di Buja hanno ricevuto altrettante lettere di licenziamento in cui si cita un accordo sindacale del 16 ottobre scorso, non sottoscritto dalla Fiom Cgil, e il cui contenuto non è stato reso noto dai sottoscrittori. Tra i 62 ci sono anche i 4 lavoratori (1 è un delegato sindacale, 2 sono disabili e 1 un manutentore, tutti iscritti alla Fiom Cgil) a suo tempo già licenziati e reintegrati con sentenze del tribunale che l’azienda non ha mai effettivamente rispettato.

fiom-cgilDuro l’attacco della Fiom Cgil di Udine per voce della sindacalista Chiara Lucchetto: “Chi, solo qualche giorno fa, ha pubblicamente accusato la Fiom, da sempre contraria ai licenziamenti, di esserne addirittura la causa, probabilmente non ha trovato altro modo per nascondere la grave responsabilità di consegnare all’azienda lo strumento per licenziare 62 lavoratori e lavoratrici, ignorando anche i criteri di legge e le sentenze della magistratura! Oggi, sceso a terra il polverone che era stato sollevato, quella responsabilità è sotto gli occhi di tutti: purtroppo a farne le spese sono come sempre i lavoratori e i più deboli tra questi, ai quali l’azienda chiede di rinunciare a tutto pur di non pregiudicarne la continuità produttiva”.

La Fiom nella sua nota aggiunge: “È evidente a tutti che la causa dei licenziamenti è di un’azienda che ha disintegrato negli anni il sito di produzione di schede elettroniche, disperdendo centinaia di posti di lavoro, con la complicità di Fim e Uilm, e che ancora oggi tenta di scaricare le proprie responsabilità sui lavoratori”

Forte del mandato conferitole dai lavoratori in assemblea – informa ancora il sindacato – la Fiom sta cercando di costruire un percorso diverso e ha ottenuto la convocazione di un tavolo unitario che si è attivato ieri pomeriggio presso Confindustria Udine. In questa sede abbiamo chiesto all’azienda di ritirare le lettere di licenziamento, stracciando l’accordo che le ha autorizzate, e stiamo lavorando a un nuovo accordo che punti ad almeno un anno di cassa integrazione straordinaria, nel quale l’azienda garantisca gli  investimenti atti a fugare le legittime preoccupazioni sul mantenimento del sito di Buja, oltre a dare risposte adeguate a tutti i lavoratori e le lavoratrici oggi coinvolti dal processo di ristrutturazione”.

Il prossimo appuntamento è per il 23 ottobre, quando sindacati e azienda verranno convocate in regione per un esame congiunto sull’applicazione della cassa integrazione straordinaria.