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De Marchi: «La maglia rosa è un peso leggero, voglio godermela più che posso»

Alessandro De Marchi, che ha conservato la maglia rosa al termine della quinta tappa del Giro d’Italia, in conferenza stampa ha risposto a molte domande, la prima delle quali relativa alle cadute nel finale che sono costate fra l’altro il ritiro di uno dei candidati al podio finale, lo spagnolo Landa.

“Ci sono stati un paio di restringimenti in cui potevamo avere qualche protezione in più e si potevano evitare questi cambi repentini di strade, con grande differenza di larghezza. E’ stato chiaro come è andata, la caduta a 3 km dalla fine è stata veramente brutta da vedere. In merito alla sicurezza si deve cercare di fare sempre di più, attuando una sinergia fra tutte le componenti, compresi i ciclisti. Di certo bisogna stare al passo con i tempi quando si disegnano le tappe, perché noi siamo sempre più veloci”.

“Ieri è stato un giorno storico e indimenticabile per tutta la squadra. Non avevo il cellulare con me e ho dovuto cercarne uno per chiamare mia moglie Anna. Poi in hotel ho salutato tutti i componenti della squadra e a cena abbiamo cercato di raccappezzarci, brindando al risultato. Mi sono quasi scusato per non aver condiviso nelle ore precedenti la tappa la mia idea di provarci, ma ovviamente non ci sono rimasti male. Successivamente ho cercato di fare un po’ di ordine ai messaggi WhatsApp ricevuti, impresa che forse completerò alla fine del Giro… Ho dormito poco, perché l’emozione era tanta: mi sono addormentato tardi e svegliato presto”.

“Ho ricevuto una marea di complimenti, tutti graditi. Di certo ho apprezzato ciò che è accaduto in partenza e durante la gara, con gli addetti al lavori che si sono complimentati con me, dai vecchi compagni e direttori sportivi alla stampa fino all’organizzazione. Un calore che mi ha emozionato”.

“Ho questa sensazione di vertigine, devo stare attento a non cadere, essendo in un posto al quale non sono molto abituato. Magari mi ci abituerò quando tutto sarà finito. Sto cercando di godermela più che posso. E’ una cosa impegnativa, ma la definirei un peso leggero”.

“La tappa di domani con l’arrivo in salita a Ascoli? Dovrò lottare fino sulla linea, cercando con i miei compagni di squadra di evitare che qualcuno vada in fuga. Sarà una questione di gambe, sono pronto a dare il massimo”.

“Siamo tutti in fondo degli agonisti, la corsa è una componente di cui non posso fare a meno, gareggiare può avere tante declinazioni, ovvero con te stesso o 180 scalmanati che corrono con te il Giro. Ma difficilmente ne farò a meno nella mia vita”.