CarniaCulturaSpettacoli

“Dal campo di calcio ad Auschwitz”: a Tolmezzo il racconto teatrale della storia di Arpad Weisz

Il Comune di Tolmezzo celebrerà la Giornata della Memoria 2021 proponendo ai ragazzi delle classi seconde e terze medie della scuola “Gianfrancesco da Tolmezzo” il racconto teatrale sulla storia di Arpad Weisz. La rappresentazione “Dal campo di calcio ad Auschwitz”, scritta e interpretata dal regista Davide Giandrini e veicolata on line nella mattinata di lunedì 25 gennaio, diventerà quindi un momento simbolico per onorare la memoria delle vittime dell’Olocausto da parte dell’Amministrazione comunale vincolata quest’anno, causa emergenza sanitaria, a ridimensionare e rimodulare il consueto programma di eventi e incontri organizzato in occasione del 27 gennaio.
“Nonostante il momento attuale, abbiamo ritenuto fosse importante trovare una formula per dare continuità a un percorso fondamentale, celebrando pur con forme inconsuete la Giornata della Memoria – spiega l’assessore alla cultura Marco Craighero -. Abbiamo deciso di farlo rivolgendoci ai nostri ragazzi, con un incontro online, nel rispetto delle normative attuali, perché pensiamo che sia importante coltivare la Memoria fin dalle più giovani generazioni, apprendendo dal passato per guardare a un futuro migliore. Sono i giovani a dover raccogliere il testimone di quei valori di fratellanza, uguaglianza e pace che possono permettere che queste tragedie non si ripetano”.

Il racconto
In un’ora di rappresentazione, i ragazzi conosceranno la storia di Arpad Weisz, giocatore di calcio e grande allenatore: nel 1938 era “il miglior mister in circolazione”, conteso dalle squadre più titolate del campionato italiano. Il suo Bologna quell’anno è primo in classifica, ma lui, ebreo ungherese, in seguito alla promulgazione delle leggi razziali, deve lasciare insieme a tutta la famiglia il lavoro e l’Italia. Sparisce improvvisamente da un giorno all’altro, riparando con la moglie e i due figli prima a Parigi, e poi a Dordrecht, una cittadina dei Paesi Bassi dove riprende ad allenare la piccola squadra locale. Poco dopo viene però raggiunto, e la sua famiglia divisa. La moglie e i figli vengono deportati ad Auschwitz dove troveranno la morte nelle camere a gas di Birkenau, mentre Arpad viene assegnato ad un campo di lavoro dell’Alta Slesia. Rimane in vita per altri quindici mesi, fino a trovare la morte, per freddo e per fame, ad Auschwitz.