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Da Tolmezzo il dolce omaggio della nipote alla nonna che non c’è più

Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’eulogia fatta mercoledì scorso al funerale di Vilma Nassimbeni, scritta dalla sua nipote più giovane, Vittoria Sylos-Labini. La signora Vilma era uno dei cittadini più anziani di Tolmezzo. Era una degli ultimi membri della famiglia Nassimbeni, presente a Tolmezzo da almeno sei generazioni. L’eulogia parla della storia di una persona che è nata, cresciuta e ha vissuto una vita piena a Tolmezzo e mette in luce l’impatto che la storia della città ha avuto durante la guerra, il terremoto ed altri eventi. Inoltre mostra anche l’importante ruolo che una nonna ha nella vita di una nipote.

 

Mi chiamo Vittoria Vilma Sylos-Labini. Sono una nipote della Nonna Vilma. Vorrei condividere la storia della vita della nonna perché per lei era importante raccontare quello che lei ha passato nella sua vita. Non solo per essere capita meglio, ma anche perché voleva che avessimo un senso di gratitudine per la nostra vita e per i privilegi che noi abbiamo adesso. 

La nonna ha avuto una vita difficile. È nata durante la crisi economica del 1929. Era l’ultima componente rimasta della sua famiglia di 7 sorelle e un fratello.  Sua mamma è mancata quando lei aveva solo 13 anni ed è stata allevata dalla sua sorella maggiore, Lola. Ha trascorso la sua adolescenza durante la seconda guerra mondiale.

Negli ultimi giorni della guerra mentre i tedeschi erano in fuga era stata messa contro un muro, insieme ad altri civili, davanti ad un plotone di esecuzione. L’ultimo giorno di guerra, il suo unico fratello è stato ucciso da un tedesco in fuga. Un episodio che ha lasciato un segno indelebile nella famiglia.Si è sposata giovanne, a 20 anni, ed ha avuto due figlie, che ha amato molto. È rimasta vedova a 47 anni. Suo marito, Licurgo, morì il quattro maggio. Due giorni dopo, il sei maggio del 1976, il terremoto devastò il Friuli. Nonostante queste terribili disgrazie è riuscita a rimettersi in piedi e a proseguire con la forza d’animo che l’ha sempre distinta. 

Queste tragedie le hanno insegnato l’importanza della gratitudine. Ci ha sempre incoraggiato ad essere grati… grati dell’amore che ci circonda, grati d’avere l’opportunità di andare a scuola… e mi ha sempre raccomandato di essere grata dei miei genitori, che diceva erano angeli – e sono d’accordo!Alcune delle sue grandi qualità erano il suo apprezzamento per l’arte e il suo famoso pollice verde. Aveva una grande collezione di stampe e di piante nell’esercizio che lei gestiva e venivano anche da lontano a vederle.

Durante la sua vita, ha aiutato molte persone.

Ha sempre avuto una personalità combattiva, ma anche un buon senso dell’umorismo. Con l’età sempre di meno le interessava cosa pensavano gli altri e questo ha creato dei momenti un pó tesi e allo stesso tempo comici. Fu solo più tardi nella vita che mi sono resa conto che l’apparente durezza del suo carattere verso gli altri era dovuta alle sua storia difficile e quando si sentiva sicura era dolcissima.  

Soprattutto la nonna Vilma amava le sue nipoti – le sue “stelle alpine”, e i suoi pro-nipoti Matteo, Nico, Ascanio ed in modo particolare Antonio – “il suo sole”.Questa era lei e questa è la sua storia che l’ha resa quello che era.

Però quando penso a lei non penso alle difficoltà che ha avuto. Quando penso a lei ricordo i piccoli e semplici momenti. Il modo in cui il suo volto si illuminava quando ci vedeva, la sensazione della sua mano morbida quando ci tenevamo per mano sul divano, la tenerezza con cui ci chiamava ”la mia stella”, la sua immagine di quando faceva il solitario e fumava una sigaretta al tavolo della cucina, il suono della sua voce quando dalla cima delle scale esclamava “Chiudi il portone!” 

È il calore di questi piccoli e semplici momenti che fanno quello che lei è stata per me: buona e amorevole. Insieme ai momenti difficili ci sono stati anche questi momenti semplici e belli. Momenti di affetto che noi tutti abbiamo condiviso con lei. E per questo sono sicura che lei è contenta. 

Molti le sono stati vicino. Ringraziamo soprattutto Luisa e Gianni che sono andati costantemente a trovarla e Cristiana, la prima nipote, che si è prodigata costantemente ad assisterla in questi ultimi anni. 

Questo è il messaggio che, secondo me, la storia della nonna ci trasmette: lascia che tutto succeda, bellezza e orrore. Vai avanti così. Nei momenti difficili ricordati che nessuna sensazione è definitiva. Fai tesoro di quei brevi momenti perché tutto quello di cui godiamo e profondamente amiamo diventa parte di noi… e lo portiamo con noi per sempre.

Grazie.

VITTORIA SYLOS-LABINI