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Covid, superate le mille vittime in FVG dall’inizio della pandemia

Oggi in Friuli Venezia Giulia sono stati rilevati 755 nuovi contagi (il 9,61 per cento dei 7.853 tamponi eseguiti). Sono inoltre stati registrati 21 decessi da Covid-19, a cui si aggiungono ulteriori 10 decessi pregressi inseriti oggi a sistema e afferenti al periodo 8 novembre – 2 dicembre.

Lo ha comunicato il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi.

Le persone risultate positive al virus in regione dall’inizio della pandemia ammontano in tutto a 34.765, di cui: 7.992 a Trieste, 15.195 a Udine, 6.868 a Pordenone e 4.286 a Gorizia, alle quali si aggiungono 424 persone da fuori regione.

I casi attuali di infezione risultano essere 15.506. Scendono a 58 i pazienti in cura in terapia intensiva e sono 640 i ricoverati in altri reparti. I decessi complessivamente ammontano a 1.008, con la seguente suddivisione territoriale: 335 a Trieste, 406 a Udine, 211 a Pordenone e 56 a Gorizia.

I totalmente guariti sono 18.251, i clinicamente guariti 442 e le persone in isolamento 14.366.

I DATI SETTIMANALI

“Oggi giorno riscontriamo un numero di positivi per tampone molto elevato e osserviamo come la distribuzione territoriale, rispetto alla prima fase, sia più capillare. Sappiamo che la nostra regione sconta alcuni giorni di ritardo rispetto ad altre regioni del Paese. Questa diffusione ha una ricaduta soprattutto negli ultimi tempi, sulla pressione ospedaliera”. Lo ha detto il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega alla salute, Riccardo Riccardi, durante una conferenza stampa, questa mattina a Trieste.

“Su 1.853 focolai – ha spiegato – quelli nuovi sono 824, e sono localizzati in Friuli, di cui 507 nella zona di competenza dell’azienda sanitaria universitaria del Friuli centrale. Situazione che sta a indicare che in questa seconda fase la diffusione è decisamente più capillare e riguarda l’intero territorio regionale”. L’origine e lo sviluppo dei focolai “avviene soprattutto in ambito famigliare, seguito da quello lavorativo (100), dalle case di riposo (65), dalle scuole (52) e dall’ambito ospedaliero (25)”. In generale, ha ricordato, “sono migliorati gli indicatori classificati come numero 1 dall’Istituto superiore della sanità, come ad esempio quelli sull’evoluzione dei casi sintomatici, o sul tasso di notifiche, che sono estremamente importanti perché danno conto dell’affidabilità e sostenibilità del sistema sanitario regionale e concorrono al miglioramento del Rt”. Sull’andamento dei tamponi positivi sui nuovi casi “la percentuale nella settimana dal 23 al 29 novembre è scesa al 27,7%, contro il 34,3% della settimana precedente. Migliora il tempo mediano dei casi, ridottosi in termini di incidenza al 3 rispetto al 4 della sorsa settimana”.

Questi indicatori, insieme ad altri, ha affermato Riccardi, “hanno fatto sì che l’Rt passasse da 1,6 del periodo tra il 26 ottobre e il primo novembre, all’attuale 0,92”. Sempre prendendo in esame il periodo tra il 23 e il 29 novembre, “la pressione sulle terapie intensive va al 35% rispetto al 30% della settimana precedente”.