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Coronavirus, un’altra giornata senza positivi e decessi in provincia di Udine

Le persone attualmente positive al coronavirus in Friuli Venezia Giulia (equivalenti alla somma degli ospedalizzati, dei clinicamente guariti e degli isolamenti domiciliari) sono 107 (due più di ieri). Nessun paziente è in cura in terapia intensiva, mentre i ricoverati in altri reparti sono 6. Non sono stati registrati nuovi decessi (345 in totale).

Oggi sono stati rilevati quattro nuovi casi di Covid-19, quindi analizzando i dati complessivi dall’inizio dell’epidemia le persone risultate positive al virus salgono a 3.318: 1.397 a Trieste (+3), 998 a Udine (0), 705 a Pordenone (+1) e 218 a Gorizia (0).

I totalmente guariti ammontano a 2.866, i clinicamente guariti sono 39 e le persone in isolamento domiciliare 62. I deceduti sono 196 a Trieste, 75 a Udine, 68 a Pordenone e 6 a Gorizia.

“Abbiamo avviato una capillare azione di tracciamento a seguito di un nuovo caso positivo rilevato a Trieste. Oltre una trentina di tamponi hanno portato all’emersione di nuove positività, quasi tutte asintomatiche: tre all’interno del nucleo familiare e altre quattro nell’ambiente di lavoro riconducibile al settore dell’export. Restiamo in attesa dell’esito delle indagini”.

Lo ha comunicato questo pomeriggio il vicegovernatore con delega alla Salute del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi.

Come ha spiegato lo stesso Riccardi, la procedura di tracciamento è tutt’ora in atto e comprende i contatti avuti dalle persone trovate positive al tampone. “In questo modo – ha spiegato il vicegovernatore – stiamo lavorando per circoscrivere l’infezione che potrebbe avere origine da persone arrivate in Italia da paesi d’oltre confine. Un’ipotesi che ripropone una questione che solleviamo da tempo, confermata nei casi registrati in questi ultimi giorni. La sorveglianza sanitaria non può essere diversa tra gli stati e di fronte a questi fenomeni che stanno emergendo si ripropone il problema di conoscere le condizioni di salute di coloro che, provenendo da zone in cui i contagi stanno salendo, dovrebbero avere lo stesso livello di controlli”.

“Da qui anche la preoccupazione, più volte rimarcata in particolare da questa Amministrazione regionale, del passaggio di persone senza alcun controllo sulla rotta balcanica. Si tratta – ha concluso – di un problema che poniamo ancora da febbraio, ben prima di entrare nel lockdown”.