EconomiaFVG

Coronavirus, la Cgil Fvg chiede alla Regione di essere parte attiva nel fronteggiare l’emergenza

«Anche in materia di politiche del lavoro, in questo momento, la priorità dev’essere quella di fronteggiare e prevenire i contraccolpi economici e occupazionali dell’emergenza coronavirus, che si fanno sentire già pesantemente in alcuni settori, su tutti servizi, turismo e spettacoli». È quanto dichiara Susanna Pellegrini, responsabile delle politiche del lavoro nella segreteria regionale Cgil, al termine del tavolo di concertazione di oggi con l’assessore Alessia Rosolen. «Era inevitabile – spiega Pellegrini – che la crisi che ci troviamo a fronteggiare diventasse uno dei temi di un incontro che era stato convocato per fare il punto sulle dinamiche occupazionali in atto, con un aggiornamento dei dati sul mercato del lavoro. Dati – aggiunge Pellegrini – che confermano quanto più volte sostenuto dalla Cgil, e cioè che il recupero occupazionale in atto dal 2017 va di pari passo, purtroppo, con un peggioramento qualitativo del mercato del lavoro, perché diminuisce la media di ore lavorate, come effetto del part-time forzato e dei contratti atipici. Ma la priorità, adesso, deve essere quella di mettere in campo gli strumenti necessari a sostenere i settori più colpiti dagli effetti dell’emergenza sanitaria e tutti i lavoratori coinvolti, compresi quelli attualmente esclusi dagli ammortizzatori sociali, preparandosi a fronteggiare una crisi che potrebbe avere strascichi ben più lunghi rispetto a quelli delle misure in atto per contenere il contagio». Da qui la richiesta che «la Regione si faccia parte attiva per affrontare questa drammatica emergenza» e di «un tavolo permanente tra Giunta e parti sociali, con l’obiettivo della tenuta occupazionale in questa fase estremamente critica».

Preoccupazione viene espressa infine per la frenata del lavoro femminile. «Non vorremmo – conclude Pellegrini – che la crescita della disoccupazione femminile evidenziata dagli ultimi dati fosse il segnale di un’inversione di tendenza dopo una lunga fase di crescita, che ha finalmente portato il tasso di occupazione tra le donne vicino a quel 60% che rappresenta l’obiettivo minimo previsto dall’Europa».