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Centrali di cogenerazione a Somplago e Casteons, Siot e amministratori a confronto

Si è svolto ieri un incontro in cui si sono messi faccia a faccia i vertici della SIOT-TAL (Società italiana per l’oleodotto transalpino) e i rappresentanti delle amministrazioni della Carnia, per discutere del futuro progetto di realizzazione di due centrali di cogenerazione, una a Somplago (Cavazzo Carnico) e l’altra a Casteons (Paluzza), in prossimità delle già esistenti centrali di pompaggio dell’oleodotto. Il tavolo è stato voluto dalla parlamentare Aurelia Bubisutti, che dagli esordi della vicenda ha comunicato direttamente con il direttivo SIOT, ed è stata organizzata dal consigliere regionale Luca Boschetti. Ad esprimere il suo parere, è sceso in campo anche l’altro parlamentare Renzo Tondo.

Presenti i sindaci e amministratori di Paluzza, Cercivento, Cavazzo Carnico, Arta Terme, Zuglio, Sutrio, Socchieve, Ravascletto, Trasaghis, Bordano nonché il già sindaco Franceschino Barazzutti, nelle vesti di presidente del Comitato per la tutela delle acque del bacino montano del Tagliamento. La controparte era rappresentata direttamente dal presidente SIOT Alessio Lilli e dall’Ing. Paolo Pacorini, founding partner ed amministratore delegato di Enerproject che come società, sta collaborando con SIOT per il progetto di realizzazione delle centrali di cogenerazione.

Ad aprire il dialogo è stato Boschetti: «L’incontro è stato voluto per parlare della riqualificazione del lago di Cavazzo. Su stimolo di Bubisutti abbiamo voluto chiedere un’audizione per capire a che punto era la commissione che si occupa della riqualificazione del lago di Cavazzo. Giustamente c’è un progetto traversale della SIOT che vuole attivare la centrale di cogenerazione. Questo confronto è stato richiesto a gran voce dal territorio per capire a che punto si è arrivati con la parte progettuale. Gli amministratori presenti sono gli stessi attori che si sono opposti alla realizzazione dell’elettrodotto aereo della linea Somplago-Wurmlach. La comunità di montagna è in linea con le richieste del gruppo: l’istallazione di impianti di cogenerazione va spiegata al territorio».

Ha preso poi la parola Bubisutti, una delle protagoniste sin dal principio nella ricerca di un dialogo con SIOT. «Di fronte a temi importanti come questi , bbisogna avvalersi di chiarezza. Siamo in una situazione estrema di crisi energetica in cui va valutato il peso del si e del no di fronte alle scelte future. Richiesta basica è quella della trasparenza. Bisogna evitare problemi impattanti sul territorio e lavorare per la ricerca di un punto d’incontro di sostenibilità e progettualità. Sarebbe più facile poter creare normative equilibrate se ci fosse una buona attitudine al dialogo tra istituzioni».

La richiesta per l’autorizzazione unica per la realizzazione degli impianti, era stata presentata da SIOT il 24 dicembre 2021 e da allora l’iter progettuale era fluito sommerso e silente. I primi cittadini di Cavazzo Carnico Gianni Borghi e quello di Paluzza Massimo Mentil, erano stati portati a conoscenza del progetto solo mesi dopo.

Il presidente SIOT ha sin da subito giustificato le mosse della società: «Si è parlato di trasparenza e altro in questa dichiarazione, vorrei liberare il campo dal tema opacità. Enerproject che si occupa del progetto, ha seguito un protocollo normativo che esiste a livello nazionale e nello specifico per la regione autonoma Fvg. Secondo una pedissequa applicazione di norme abbiamo aperto il progetto alla comunicazione alla presenza di tutte le autorità che hanno deciso di prendere parte all’evento. Abbiamo introdotto in maniera pubblica il progetto che siamo felici di condividere anche in questa sede. Abbiamo avuto segnalazioni in merito a proteste e delibere di consigli comunali che non colgono il segno in mancanza d’informazioni importanti. Vogliamo chiarire da subito che è un progetto ad elevato impatto che utilizza gas naturale e prevedibilmente biometano in futuro. La transizione energetica va rivalutata. Il ricorso di impianti a gas e cogenerazione ad alta efficienza, sono considerati fondamentali per la rotta verso il futuro. Cerchiamo un punto d’incontro vero e costruttivo e ne usciremo certo tutti migliori».

Paolo Pacorini ha poi esposto il progetto realizzato da Enerproject fornendo i dati tecnici: «Il petrolio è ancora attualmente importante anche se sappiamo che dobbiamo transitare verso il futuro. Ci vorrebbero 8.000 camion cisterna per trasportare la stessa quantità che veicola l’oleodotto in un giorno su un impianto lungo quasi 753 km. Ad oggi il 60% dell’energia elettrica prodotta in Italia, arriva da fonti non rinnovabili. Il rimanente 40% è energia rinnovabile non programmabile. Transizione significa passare da una produzione centralizzata a una decentralizzata vicino a dei punti di consumo. Abbiamo valutato le opzioni su cui investire, fotovoltaico, una tecnologia americana per fluidificare la viscosità del petrolio, terza, quella per cui abbiamo optato, la cogenerazione ad alto rendimento. Il cogeneratore ad alto rendimento ha una resa dell’88%,una rumorosità di 50 decibel, ed emissioni in atmosfera di residui di combustione molto contenuta. Gli enti regionali che dovevano approvare la sostenibilità degli impianti hanno dato la loro approvazione. Il tema ambientale tocca la sensibilità collettiva, tutti i parametri sono sotto le soglie di tolleranza».

Franceschino Barazzutti, sulla base dei dati tecnici ha poi replicato: «La mia data di nascita mi ha permesso di assistere alla stesura dell’oleodotto della SIOT, ovvero all’inizio degli anni ‘60. Il fatto che il tracciato sia passato per questa valle propone dei quesiti ancora irrisolti. La centrale idroelettrica ne pone. Si farà funzionare una centrale di cogenerazione con metano, in un momento storico in cui risulta contrario alla logica, centinaia di milioni di cubi annui. Le Valli della Carnia e i suoi spazi aerei sono diventati uno strumento che serve solo al transito. Sul territorio non rimane nulla. Si è coniugato qui solo il verbo prendere mai il verbo dare. Tutta la legislazione regionale dice che va recuperato l’aspetto turistico del lago e la centrale SIOT non ne fa parte. Per un senso di correttezza è mancata la comunicazione. La nostra zona ha pagato a sufficienza i suoi dazi e continua a farlo. Abbiamo già dato tanto».

Ha preso poi la parola il sindaco di Cavazzo Gianni Borghi: «Noi come amministratori abbiamo l’interesse e l’obbligo di difendere le comunità che amministriamo. Ci dev’essere un punto d’incontro. Non siamo il popolo del no come diceva l’onorevole Bubisutti ma, a questo punto, vogliamo avere un coinvolgimento del contesto in cui il disegno viene calato. Le sensibilità delle popolazioni sono attive. Vorremmo che SIOT fosse un partner; ad oggi è sul territorio uno sconosciuto. La comunità ha già dato tutto e forse qualcosa in più. Chiediamo chiarezza e coinvolgimento quando vi muovete».

Replica in linea con i prodromi che aveva messo sul tavolo quella di Lilli che, ha ribadito la posizione di legalità dell’azione progettuale intrapresa e ha garantito di voler creare un dialogo più organico con il territorio evitando di spostarlo sull’aspetto della trattativa.

Altro attore di quello che ha preso poi la forma di un dibattito, è stato Massimo Mentil: «C’è un progetto e un obiettivo da raggiungere per SIOT. Trovo l’occasione per ragionare sul territorio montano. Abbiamo responsabilità che i nostri cittadini ci delegano e dobbiamo ora levare i dubbi su ogni faccenda. SIOT lavora per i suoi interessi non per quelli della nostra gente. Le centrali vengono inserite in un contesto paesaggistico differente da quello proiettato sulle slide con cui ci state vendendo la salute del progetto delle centrali di cogenerazione. I passaggi di Siot che non ha comunicato nulla delle sue mosse al territorio, sono percepiti come una forzatura della servitù territoriale. A Paluzza è arrivata una burocratica comunicazione il 12 aprile 2022 dando per scontato il consenso di amministratori e cittadini. Manca una comunicazione pulita. Sicuri dell’osservanza del protocollo normativo, manca comunque una transizione comunicativa con un comune che vi ospita come servitù dal 1965. Chiaro che in questo momento non possiamo essere felici di questa progettualità. Non vogliamo essere quelli che guardano lo spettacolo dal loggione ma stare in prima fila e poter dire la nostra».

Microfono per Tondo che ha spezzato una lancia a favore di SIOT chiamando in causa la Regione: «Il limite che si crea nell’iter di queste progettualità arriva forse dalla Regione che appare distante dalle dinamiche di alcune zone del suo territorio, in questo caso quello montano. Per la stima che ho nei confronti del collega Barazzutti credo che dobbiamo essere molto chiari ed usare reciprocità di riconoscimento, disponibilità ad accogliere prospettive diverse ed onestà intellettuale. Il dare ed avere è oggi un discorso molto delicato. Ci sarebbero più proteste che soddisfazione se ci fossero baratti d’utilità. M’interessa il lago di Cavazzo e cerchiamo una contropartita con la Regione per capire quale sia la futura linea da intraprendere. Dobbiamo rivalerci sulla Regione non su SIOT per avere normative a difesa del territorio».

De Crignis ha parlato poi nelle vesti di primo cittadino e presidente della Comunità di montagna della Carnia: « La Comunità di montagna ha giustamente preso le posizioni di amministratori e cittadine e ci aspettavamo un incontro precedente per l’informativa del progetto. Rimane la sensazione che il territorio sia percepito all’esterno come una pura zona di servitù e siamo schierati unitamente per far rientrare questa sensazione sgradevole. Come ente sovracomunale chiediamo trasparenza d’azione e un ritorno d’utile al territorio che vi ospita».

Degli amministratori, l’ultimo a parlare è stato Roger Stefanutti, vicesindaco di Trasaghis, orientato a favore di Siot: «Porto a casa maggior chiarezza sul modo di operare di SIOT, con tutta una serie di step che voi avete assolutamente superato. Uno degli scogli più facilmente bypassabili, è quello di considerare un rapporto buono con il territorio. Speriamo diventiate partner di questa terra».

«Riteniamo con scienza e coscienza di non essere una minaccia per voi – ha replicato infine Lilli – I dati progettuali proposti sono concreti e collegati ad un raziocinio. Vogliamo diventare ospiti graditi. Vorrei andare a dialogare con gli studenti per poter spiegare loro come agiamo e su quale base morale. Siamo stati trasparenti e rispettosi».

La chiusa è arrivata da Aurelia Bubisutti, che ha decifrato lo scambio tra le parti e rassegnato un buon inizio di dialogo tra territorio e SIOT. «Quando sono stata coinvolta in questa vicenda – le parole della parlamentare italiana – ho avuto pronta risposta e i tempi per il ritorno sono stati obbligati. Abbiamo realtà produttive straordinarie qui sul territorio e un potenziale paesaggistico e turistico altrettanto notevole. Cerchiamo di crescere con equilibrio e sostenibilità senza disperdere la ricchezza di cui disponiamo. Cominciamo a dialogare con chi ha competenze e le possibilità. Da coinvolgere le scuole e ogni singolo cittadino e utente dei territori. In Carnia siamo gente caparbia e che ha bisogno di capire per poter accettare. Positivo l’esito di questo tavolo che ha aperto uno spiraglio alla trasparenza e ha permesso di aprire un futuro scambio dialettico tra il territorio e i suoi utenti».