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In calo gli stranieri residenti in Friuli

Dopo oltre un ventennio di progressivo aumento, il numero di stranieri residenti in Friuli Venezia Giulia inverte la tendenza. Dal 2015 al 2016 si è passati da 107.559 a 105.222 (-2,2%). Ma la regione è divisa in due: gli stranieri diminuiscono in Friuli, ma aumentano ancora nella Venezia Giulia. Lo rileva un’indagine Ires Fvg su dati Istat (aggiornati al 1 gennaio di ogni anno) curata dalla ricercatrice Chiara Cristini.

Inversione di tendenza

Tra 2002 e 2014 la popolazione straniera residente in Fvg è aumentata progressivamente, compensando il calo demografico regionale. Il picco nel 2014 con 107.917 (8,8% sul totale). Nell’ultimo biennio è iniziata l’inversione di tendenza dopo vent’anni di progressivo incremento. La diminuzione registrata in Fvg tra 2015 e 2016 (-2.337) è in controtendenza rispetto al dato nazionale (nel Paese risiedono 5.026.153 stranieri, in aumento dello 0,2% rispetto all’anno precedente), ma in linea con quanto sta avvenendo in tutte le regioni del Nord, oltre che in Umbria e nelle Marche. I cali più rilevanti in Veneto (-2,7%), Marche (-3,3) e Valle d’Aosta (-6,6%).

Regione divisa in due

Tra 2015 e 2016 sono in particolare le province friulane che registrano un decremento di stranieri residenti:  a Pordenone la diminuzione è di 1.379 persone (-4,1%), mentre Udine ne perde 1.284 (-3,1%). Cresce invece la presenza nella Venezia Giulia: Gorizia ha un incremento di 146 unità (+1,2%), Trieste di 180 (+0,9%).

L’incidenza

Prendendo in esame il 2016, in Fvg l’incidenza di stranieri sulla popolazione è dell’8,6%, lievemente al di sopra della media nazionale (8,3%), pur rimanendo  su quote inferiori rispetto a quanto registrato nelle regioni del Nord Est: in Emilia Romagna la componente straniera rappresenta il 12,0% della popolazione, in Veneto è del 10,1%, in Trentino Alto Adige del 9,0%.

Le province

Un focus a livello territoriale evidenzia come Pordenone è l’area con la maggiore incidenza di popolazione straniera residente (10,4%, pur in calo rispetto al 10,8% del 2015), seguita da Gorizia con il 9,0% (era 8,9% l’anno precedente). A Trieste il peso dei residenti non italiani è pari all’8,6% (era 8,5% nel 2015), mentre a Udine la componente non italiana rappresenta il 7,5% della popolazione, in diminuzione rispetto al valore dell’anno precedente (7,7%).

Le Uti

Tra le Unioni territoriali, al primo posto si colloca  “Sile e Meduna”, con un’incidenza di residenti stranieri del 12,2%. Segue l’Uti Carso-Isonzo-Adriatico (11,1%), il Friuli Centrale, in cui è presente Udine (10,7%), l’Uti del Noncello, che comprende Pordenone (10,5%), e l’area Livenza-Cansiglio-Cavallo (10,0%). Sopra la media regionale anche l’incidenza registrata nell’Uti Tagliamento (9,9%). L’area territoriale Giuliana, che include Trieste e corrisponde al territorio provinciale, ha una quota di stranieri pari all’8,6%. Al di sotto del valore medio regionale si collocano le Uti delle Valli e Dolomiti Friulane (8,5%), la Riviera Bassa Friulana (7,9%), Natisone (7,7%), Collio-Alto Isontino, in cui rientra Gorizia (6,8%), l’Agro Aquileiese (6,2%), il Mediofriuli (6,0%). Decisamente più contenuta la quota straniera registrata nelle Uti Collinare (5,7%), Torre (5,3%), Canal del Ferro-Val Canale (4,5%), Gemonese (4,0%) e Carnia (3,0%).

I Comuni

Monfalcone è il Comune con il rapporto più alto tra residenti stranieri e popolazione (20,4%). Seguono le realtà della destra Tagliamento: Prata di Pordenone (18,2%), Pravisdomini (17,6%), Pasiano di Pordenone (16,9%), San Giorgio della Richinvelda (14,8%), Vajont (14,7%) e Pordenone (14,6%). Tra i primi dieci Comuni anche Udine (13,9%), Lignano Sabbiadoro (13,5%) e San Giovanni al Natisone (12,5%). Distanziate si trovano Trieste (9,5%) e Gorizia (9,2%). Solo un Comune non ha residenti stranieri: Ligosullo.

Sesso, età, provenienza

Prevalgono le donne tra gli stranieri residenti in Fvg: nel 2016 sono 55.581, il 52,8% del totale. L’incidenza della componente femminile è lievemente in aumento rispetto al 2015, per effetto della diminuzione più accentuata che interessa gli uomini stranieri residenti (-2,6%) rispetto alle femmine (-1,8%). Tra le particolarità legate al genere, si evidenzia come i residenti di origine ucraina siano soprattutto donne (rappresentano l’80,8% della propria comunità). Una maggioranza femminile si riscontra anche tra i Rumeni (il 56,3% sono donne), nella comunità cinese (50,7%) e in quella albanese (50,2%).

La popolazione straniera Fvg è mediamente giovane. Tra gli under 14 la componente non italiana pesa infatti per il 12,5%. La ricercatrice Ires evidenzia «che rientrano tra gli “stranieri” anche quelle “seconde generazioni” di migranti, ovvero bambini che, pur avendo entrambi i genitori stranieri, sono tuttavia nati e cresciuti in Italia, ma dovranno aspettare il raggiungimento della maggiore età per potere acquisire la cittadinanza italiana».

Tra la popolazione in età lavorativa (15-64 anni) l’incidenza degli stranieri è pari al 10,8%, per quanto si osservino quote elevate nelle classi di età comprese tra 26-36 anni (18,2%) e 37-46 anni (11,6%). Tra gli anziani l’incidenza di persone straniere è marginale, appena l’1,5%.

Le comunità

Proviene dalla Romania la comunità straniera più numerosa: 23.479 persone nel 2016 (in lieve aumento, +0,3%, rispetto all’anno precedente), il 22,3% dell’intera componente straniera residente in Fvg. Seguono gli Albanesi, 10.661 nel 2016 (10,1% degli stranieri), in forte calo (-9,4%) rispetto al 2015. I Serbi residenti a inizio 2016 sono 7.347 (il 7,0% del totale), ma anche questa presenza risulta in diminuzione (-8,7%).

Aumentano le presenze di origine ucraina e raggiungono le 5.188 unità nel 2016 (4,9% sul totale). La comunità originaria del Marocco è composta da 4.233 persone (il 4,0% degli stranieri residenti), in diminuzione. Si riducono anche i Croati (-1,8%), mentre aumentano (+3,9%) i Cinesi, la cui incidenza sul totale è del 3,4%. Cresce anche il numero di Kosovari (+1,0%), mentre diminuiscono, sia pure lievemente, i residenti provenienti da Bangladesh (-0,7%, costituiscono il 3,4% degli stranieri). In calo anche i residenti originari della Bosnia-Erzgovina (-9,4%), del Ghana (-11,1%) e della Macedonia (-4,0%).

«Il decremento che si osserva per molte comunità presenti da oltre un decennio in regione – spiega Cristini –, da un lato può essere effettivamente determinato da un nuovo progetto migratorio verso altre aree e mercati del lavoro e da un rallentamento nel numero di nuovi stranieri residenti, ma dall’altro è anche conseguente alla “trasformazione” di status. Un numero crescente di stranieri infatti ha acquisito la cittadinanza italiana essendo regolarmente residente sul nostro territorio da almeno un decennio, oppure essendo nato da genitori stranieri, ma cresciuti e divenuti maggiorenni in Italia».

A livello territoriale, si osservano alcune differenze nella presenza migrante: i Rumeni sono la componente più numerosa in provincia di Udine (il 23,4% degli stranieri residenti), seguiti da Albanesi (11,9%), Ucraini (7,0%), Marocchini (4,9%) e Serbi(4,7%). Anche a Pordenone i Rumeni sono la comunità prevalente (29,0%), seguita dagli Albanesi (14,7%), mentre le altre provenienze sono dal Ghana (6,4%), India (5,7%) e Marocco (4,9%). A Trieste prevalgono i Serbi (23,7% sul totale degli stranieri), Rumeni (14,1%), Croati (6,4%), Kosovari (5,6%) e Cinesi (5,1%). Infine, l’area goriziana si contraddistingue per la prevalenza di residenti originari del Bangladesh (17,1%), seguiti da Rumeni (15,0%), Bosniaci (7,8%), 6,6% e Kosovari (5,7%).

Il bilancio demografico

Il saldo tra iscrizioni e cancellazioni in anagrafe rimane positivo, ma con valori in calo rispetto al passato. Il fenomeno più rilevante è tuttavia quello delle acquisizioni di cittadinanza, in netto aumento. Il movimento demografico relativo al Fvg evidenzia una contrazione nel numero di iscrizioni in anagrafe dei cittadini stranieri: erano 17.057 nel 2012, e dopo il picco del 2013 (con 18.722 iscrizioni) si rileva un forte decremento nel biennio successivo, che si ferma alle 12.593 iscrizioni del 2015. Anche le cancellazioni diminuiscono: erano 9.679 nel 2012, passano a 10.501 nel 2013, per poi diminuire progressivamente sia nel 2014 (10.049 cancellazioni) e in misura ancora più decisa nel 2015, con 9.405 registrazioni di cancellazione. Di conseguenza, il saldo – pur rimanendo di segno positivo, poiché le iscrizioni continuano a superare le cancellazioni – si è fortemente contratto e nel 2015 raggiunge il valore minimo di 3.188 unità. A questi movimenti va tuttavia aggiunta anche l’acquisizione di cittadinanza italiana, fenomeno che ha conosciuto un deciso aumento nell’ultimo quadriennio: da 2.137 casi del 2012, si è passati alle 5.525 acquisizioni di inizio 2016.

Una particolarità legata al genere: se l’acquisizione di cittadinanza italiana nel 2012 interessava in prevalenza le donne (56,2%), nel corso del quadriennio le acquisizioni maschili sono aumentate con maggiore intensità e nel 2015 costituiscono oltre la metà dei casi (50,1%).

Nell’ultimo anno, l’acquisizione di cittadinanza italiana è stata particolarmente marcata in provincia di Udine (+62,9% nell’ultimo anno), seguita da Trieste (+39,5%) Gorizia (30,1%), mentre a Pordenone l’incremento è stato più contenuto, +17,0%. Quest’ultimo territorio, tuttavia, aveva registrato incrementi percentuali superiori alle altre province nel biennio 2012-14.

L’emigrazione dei corregionali

Dall’inizio della crisi, il Fvg è tornato ad essere una terra di emigrazione. Il fenomeno, praticamente scomparso a partire dagli Anni Ottanta, è riemerso e sta progressivamente aumentando. I dati relativi alle cancellazioni di cittadini italiani per l’estero infatti registrano un incremento che si accentua a partire in particolare dal 2011 e aumenta ulteriormente di intensità negli anni più recenti, sino a raggiungere i 2.632 casi del 2016, oltre il doppio rispetto al 2005.

Un andamento meno regolare, ma senza rilevanti variazioni si osserva tra le iscrizioni in anagrafe dall’estero: il picco era stato raggiunto nel 2005, con 970 iscrizioni, e il minimo nel 2011, con 741 casi.

I saldi sono pertanto di segno negativo e il valore assoluto è in aumento, proprio per effetto della crescita di persone che decidono di trasferirsi e risiedere in un altro Paese.

Sono prevalentemente i maschi che emigrano dalla regione: nel 2012 si erano trasferiti 979 uomini e 669 donne (pari al 40,6%), e nel 2016 la composizione per genere delle cancellazioni per l’estero è data da 1.518 uomini e 1.114 donne (pari al 42,3%).

Dati italiani ed europei

Nel 2015 nei 28 Paesi Ue abitavano 35.140.213 stranieri, il 6,9% della popolazione totale. L’Italia, con 5.014.437 stranieri residenti (8,2%), si collocava all’undicesimo posto. Presentavano valori superiori a quelli del nostro Paese il Lussemburgo, con un’incidenza del 45,9%, Cipro (17,1%), i Paesi di area baltica (Lettonia, 15,0% ed Estonia 14,6%) e ancora Austria (13,2%), Irlanda (11,9%), Belgio (11,6%), Spagna (9,6%), Germania (9,3%) e Regno Unito (8,4%).