Economia

Bearzi (B.Eng): «Da ripensare il modello di business imposto dalle fiere di settore per l’automotive»

Erano in Germania, pronti a consegnare fari e fanali per quattro auto di lusso che sarebbero state esposte al Salone dell’auto di Ginevra, ed invece, Giovannino e Matteo Bearzi, titolari della B.eng (l’acronimo di Bearzi Engineering) sono tornati a casa, in seguito all’annullamento della manifestazione a causa del Coronavirus. Un niente di fatto che porterà indubbi contraccolpi economici.
La Ben.g ha il suo core business nella produzione di fari e fanali per le auto di lusso. Un settore, quello dell’automotive, già in non buone condizioni di salute, a cui non giova di certo questo tipo di situazione.

“Penso che episodi come questi, ovvero la decisione di annullare il Salone di Ginevra – spiega Matteo Bearzi –, faranno riflettere sulla reale necessità di queste manifestazioni. Infatti, il cliente finale, se interessato ad un’automobile, tende a visualizzare più velocemente un video, piuttosto che a recarsi in fiera. Ritengo che episodi come questi faranno riflettere su nuovi modelli di business, nel segmento trade, sull’intero pianeta”.

B.Eng è nata nel 2004, forte dell’esperienza nel settore automotive, che si è snodata per diversi decenni, del fondatore Giovannino Bearzi. Oggi, conta su 15 addetti e clienti come Ferrari, Apollo IE, Italdesign Zerouno, Pagani Huayra BC e Lamborghini Sesto Elemento, con un fatturato di 3 milioni a chiusura del 2019.

(nella foto Matteo Bearzi)