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Avviate le procedure per il concordato della Vidoni Spa

E’ stata depositata ieri presso il Tribunale di Udine la domanda prenotativa per il concordato preventivo in bianco della Vidoni Spa, presentata dai professionisti che seguono la storica azienda friulana, una delle principali operanti nel settore edilizio, gli avvocati Luca Ponti, Alfredo Morrone e Paolo Panella insieme al commercialista Pietro Del Fabbro. Spetterà ora al Tribunale di Udine fissare un termine entro il quale i professionisti al servizio dell’azienda dovranno presentare la proposta di concordato preventivo, il relativo piano e tutta la documentazione necessaria, come previsto dalle norme fallimentari.
La concessione di un termine per la presentazione del piano consentirebbe all’azienda di verificare e realizzare la migliore delle manifestazioni d’interesse per l’acquisto del ramo strade dell’azienda, che sono già oltre una dozzina. Nello stesso termine andranno determinati anche i crediti vantati dall’azienda, tra cui rientrano i circa 80 milioni di euro che la Vidoni attende dall’Anas per i lavori eseguiti in tutta Italia. Nel piano dovranno essere previste anche le linee guida per la dismissione del patrimonio immobiliare e andranno valutate le possibilità di sviluppare ulteriori rami d’azienda. «In questo momento – spiega l’avvocato Ponti – l’istanza è volta a tutelare i creditori sociali, i lavoratori e la continuità e attività d’impresa». È la strada, in sostanza, per garantire la prosecuzione delle commesse in corso.

Giuliano Vidoni
Giuliano Vidoni

Ricordiamo che intanto mercoledì sono stati revocati  gli arresti domiciliari per il titolare della ditta, l’imprenditore friulano Giuliano Vidoni. A stabilirlo il gip del Tribunale del Riesame di Roma, Giulia Proto, che ha accolto l’istanza, avanzata per la seconda volta, dall’avvocato Luca Ponti, con parere favorevole del pm titolare del fascicolo Maria Sabina Calabretta. Vidoni, 70 anni, titolare dell’omonima azienda di costruzioni con sede a Tavagnacco, era finito ai domiciliari il 22 ottobre scorso, nell’ambito dell’inchiesta “Dama Nera” del Gico e del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza su presunte tangenti all’Anas condotta dalla Procura capitolina.

La revoca della misura è stata comunicata all’imprenditore, che aveva già ottenuto lo spostamento dei domiciliari da Grado a Udine oltre alla facoltà di uscire di casa alcune ore al giorno, con un’attenuazione della misura.