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Anche l’Anpi Val But condanna il post su Liliana Segre del gestore di Malga Pramosio

La sezione Anpi (Associazione nazionale partigiani) della Valle del But esprime in una nota la più ferma condanna alle “inqualificabili parole rivolte alla senatrice Segre da un abitante del nostro territorio e gestore di Malga Pramosio, manifestando eguale disapprovazione per tutti coloro che, in primis ricoprenti un ruolo pubblico, hanno provato a giustificare l’atto, ed il vulnus che lo attornia quale espressione di “democratico” dissenso di natura politica”.

“Ricordando che il dissenso, sale della democrazia, può considerarsi tale solo se non prescinde dalle norme costituzionali e civili – prosegue la nota -, l’Anpi della Valle del But ritiene inammissibili i toni e i contenuti rivolti a una testimone dell’immane atrocità della Shoah, che ha speso la sua esistenza a ricordare il pericolo, citando Hannah Arendt, della “banalità del male”, insito anche nella violenza delle parole, da cui partono processi che quotidianamente e surrettiziamente si autoproclamano “normalità” e vanno a minare i principi del nostro vivere comune e della più basilare umanità”.

“Avuta notizia delle scusanti che sono state pronunciate, preso atto di quelle che non sono pervenute, non solo da chi esprime ma soprattutto da chi induce, non resta che il triste richiamo alle profonde cicatrici rimaste sulla pelle di una terra che, con l’eccidio della Valle del But, è stata testimone di una ferita che ha superato i decenni – conclude la nota dell’Anpi Val But -. Sia nel permanere del dolore, come nella forza del monito alla necessità della nostra democrazia, sicuramente perfettibile, ma talmente fedele a sé stessa da dare voce anche a chi, consapevolmente o meno, con grave ed eguale pericolo, la nega”.