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Al via a Gemona il progetto “Sport&inclusione”

“Sport e disabilità” è il tema dell’evento che l’Università di Udine organizza a Gemona del Friuli, giovedì 11 maggio, alle 11, nel palasport dell’Istituto statale di istruzione superiore (Isis) “Raimondo d’Aronco”.

Apriranno l’incontro i saluti di Michela C. Mason, delegata dell’Ateneo per le attività sportive, e dei rappresentanti del Comune di Gemona, dell’Ufficio educazione motoria, fisica e sportiva della Provincia di Udine, dell’Associazione sportiva disabili “Basket e non solo” e dell’Isis “d’Aronco”.

Seguiranno le testimonianze di esperienze di sport nella disabilità. Fra esse quelle di Luisa Polonia, oro nello slalom speciale ai giochi mondiali invernali Special Olympics disputati in Austria a fine marzo, e di Cristiano Picco, Eros Scuz e Rosanna Menazzi, atleti dell’associazione sportiva disabili “Basket e non solo” di Udine, sette volte campione d’Italia di handbike a squadra.

Le testimonianze di atlete e atleti porteranno anche un contributo in chiave di prevenzione degli incidenti stradali e di educazione alla “diversità”.

Ci sarà poi l’assegnazione a uno studente atleta con disabilità iscritto all’Università di Udine di una borsa di studio istituita dall’Ateneo nell’ambito del progetto “Studio&sport”.

Infine, è in programma una dimostrazione degli atleti dell’Associazione sportiva disabili “Basket e non solo”: di handbike-ciclone da parte di Cristiano Picco, e di una partita “cinque contro cinque” di basket integrato con la partecipazione degli atleti del sodalizio, Giuseppe Cantoni, Rosanna Menazzi, Gianluca Pagani e Roberto Toso, e gli studenti presenti. Arbitrerà Vittorino Pagani.

L’appuntamento di Gemona segna l’esordio del progetto “Sport&inclusione” che intende favorire la partecipazione di tutti gli studenti dell’Università di Udine alle attività sportive. Attivato dall’Ateneo grazie ai corsi di studio in Scienze motorie e Scienza dello sport e in collaborazione con il Centro sportivo universitario , il progetto vuole valorizzare lo sport all’università anche come strumento per superare le barriere fisiche, linguistiche e culturali e favorire l’integrazione fra i giovani. In questo ambito rientra anche il programma “doppia carriera” che l’Ateneo ha avviato da alcuni anni per permettere a un’atleta di combinare nel migliore dei modi la performance sportiva ad alto livello con la formazione universitaria.

«Lo sport – spiega la coordinatrice del progetto, Michela C. Mason – è uno strumento di crescita per tutti. Il messaggio che arriva da atleti con disabilità qualificati in competizioni a livello nazionale ed europeo, consente di riflettere su un mondo in cui vincere significa superare delle barriere, senza arrendersi alle difficoltà. Condividiamo il pensiero di Nelson Mandela “Lo sport ha il potere di cambiare il mondo. Di unire la gente. Parla una lingua che tutti capiscono, può creare la speranza laddove prima c’era solo disperazione”. Oggi lo sport è un linguaggio universale per diffondere la cultura dell’inclusione e della solidarietà».