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Addio a Paolo Villaggio, Tondo svela il retroscena sui “friulani alcolizzati”

E’ morto a Roma l’attore Paolo Villaggio. Aveva 84 anni. Da alcuni giorni era ricoverato alla clinica Paideia.
Con Villaggio, nato il 30 dicembre 1932 da padre siciliano e madre veneziana ma ligure fino al midollo nel suo mix di cinismo e romanticismo anarcoide, si chiude una pagina della vita italiana, perché non è stato solo attore, scrittore, autore e istrione tra radio e tv. Era la cattiva coscienza dell’Italia degli anni ’70 e, a suo modo, lo è rimasto anche negli anni del suo “autunno da patriarca”.

“Ciao papà, ora sei di nuovo libero di volare” commenta su Facebook pubblicando una foto in bianco e nero la figlia Elisabetta. “Ricordo Paolo Villaggio. Talento comico straordinario ha insegnato a generazioni di italiani a riconoscere i propri tic” twitta il premier Paolo Gentiloni. “Addio a un grande ligure e un grande genovese. Ci hai fatto ridere e riflettere come pochi. Ciao Paolo e grazie di tutto” scrive invece Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria.

LA QUERELLE CON I FRIULANI NEL 2011

“Paolo Villaggio è stato un grande, comunque. Graffiante, dissacrante, spesso esagerato. Ma agli artisti dobbiamo concedere qualche licenza”.

Così Renzo Tondo, presidente del gruppo di Autonomia Responsabile in Consiglio regionale, nello svelare un retroscena inatteso.

Renzo Tondo

“Come presidente della Regione – spiega Tondo – ho ricevuto sollecitazioni per valutare un’eventuale azione legale dopo quelle parole (“i friulani per motivi alcolici, non sono mai riusciti a esprimersi in italiano, parlano ancora una lingua fossile impressionante, hanno un alito come se al mattino avessero bevuto una tazza di m… e l’abitudine di ruttare violentemente“), ma mi sono imposto di non assecondare l’istinto. Ho atteso e, col senno di poi, sono convito di aver scelto bene. La bufera era scoppiata da poche ore quando ho ricevuto la telefonata di Paolo Villaggio. Era sinceramente dispiaciuto. Abbiamo parlato per qualche minuto, e ho scelto di tendere la mano, piuttosto che agitare il pugno. Il popolo friulano si è sempre distinto per onestà e serietà, e penso, con quell’atteggiamento, di aver dimostrato quanto i friulani sappiano essere signorili nella loro semplicità”.

Ancora Tondo: “Ho un grandissimo rispetto per Paolo Villaggio. Non mi improvviso biografo, né mi metto ad analizzare la profondità di alcuni messaggi che ha saputo lanciare. Preferisco ricordarlo come un grande del nostro cinema, e ringraziarlo per quello che ha regalato a tutti, friulani compresi”.