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Accordo finanziario con il Governo, Fedriga: «La Regione Fvg risparmierà 834 milioni in tre anni»

Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza l’ordine del giorno presentato da Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Progetto Fvg e Movimento 5 Stelle, conferendo così pieno mandato al governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga per chiudere l’accordo finanziario con il Governo entro il 28 febbraio prossimo.
Nove gli astenuti, due i contrari.

“L’intesa tra la Regione e il Governo permetterà alla nostra comunità di risparmiare, rispetto a quanto previsto nei primi tre anni del patto Padoan-Serracchiani, 834 milioni di euro sul periodo 2019-2021”, aveva detto Fedriga nel corso della sua relazione al Consiglio regionale sullo stato di avanzamento delle trattative per il rinnovo degli accordi finanziari tra il Friuli Venezia Giulia e Roma.
“Un risultato importante – ha sottolineato Fedriga – che abbiamo raggiunto lavorando su tre fronti: la parte corrente, che consentirà alla Regione di trattenere ulteriori 260 milioni di qui al 2021, la quota in conto capitale, che produrrà investimenti sul triennio pari a 190 milioni, e il blocco del rinnovo di ulteriori contributi per un ammontare annuo di circa 144 milioni.”
Il contributo di finanza pubblica scende dunque, dagli 858 milioni di euro previsti per il 2018, a 671 milioni sul prossimo biennio che, nel 2021, si ridurranno ulteriormente fino a toccare quota 596 milioni.
“In sostanza – così ancora Fedriga – i nuovi accordi con l’Esecutivo garantiranno alla Regione, nel prossimo triennio, un risparmio del 30% rispetto a quanto corrispondevamo a Roma nel medesimo arco di mandato di Serracchiani: soldi che potranno essere impiegati per rispondere in modo sempre più puntuale alle esigenze di cittadini e imprese del territorio.”
Oltre che di una parte finanziaria, l’intesa si compone di una ordinamentale che prevede, nelle parole di Fedriga, “l’attribuzione di competenze tributarie al Friuli Venezia Giulia sugli immobili, l’apertura della concertazione per riportare in capo alla Regione il trattenimento dei 9/10 sull’Iva e il blocco consensuale di iniziative unilaterali sull’incremento dei contributi alla finanza pubblica. Elementi chiave – secondo il governatore – per potenziare la nostra specialità.”
Fedriga ha infine voluto porre l’accento sul lavoro svolto dall’assessore Zilli e dalla Direzione Finanze “che hanno contribuito – ha concluso Fedriga – al raggiungimento di un traguardo storico per la nostra regione”.

 

LE REAZIONI

“La rinegoziazione del Patto Stato/Regione illustrato dal presidente Fedriga in Aula sarà un accordo storico per il Friuli Venezia Giulia, grazie alla Lega e al gran lavoro dello stesso Fedriga. L’intesa con il Governo permetterà di risparmiare 834 milioni di euro dei nostri cittadini e riaffermare l’autorevolezza della nostra specialità”.  A dirlo in sede di Consiglio regionale è stato il capogruppo della Lega, Mauro Bordin. “Non c’è mai stato un risparmio così cospicuo nella storia di questa Regione – ha continuato soddisfatto l’esponente leghista -. I nuovi accordi garantiranno, infatti, un risparmio del 30% rispetto a quanto corrisposto nel medesimo arco di tempo dall’amministrazione targata Pd e sarà reinvestito per i nostri cittadini e per il territorio. “Oggi il FVG, grazie all’impegno della Lega e al lavoro instancabile di Fedriga, finalmente può alzare la testa. Siamo stati per troppo tempo penalizzati – aveva aggiunto Bordin – rispetto alle altre Regioni, nonostante i conti in ordine e una virtuosità riconosciuta da tutti. E’ importante ricordare che l’intesa prevedrà anche l’attribuzione di competenze tributarie sugli immobili e l’apertura di un tavolo per riportare in capo alla Regione il trattenimento dei 9/10 sull’Iva. “Gli attacchi personali subiti dal presidente Fedriga dal Partito democratico in questi giorni sono ingiustificati e non solo non condivido questo modus operandi, ma lo condanno fermamente”. Infine Bordin ha ringraziato il presidente per aver accolto l’ordine del giorno che ha visto come firmatari, oltre al gruppo della Lega, FdI, FI, Progetto FVG e M5S, con cui la Giunta si impegna a concludere entro il 28 febbraio 2019 le trattative con lo Stato o, in mancanza, di presentare ricorso alla Corte costituzionale in attesa di definire l’accordo anche in tempi successivi.

“Il governatore ha portato più soldi in FVG. Il resto sono solo chiacchiere”. Questo il commento di Giuseppe Nicoli, presidente del Gruppo consiliare regionale di Forza Italia. “I patti non possono essere più modificati unilateralmente da parte dello Stato. Questo è il risultato del centrodestra al governo. Forza Italia plaude, in particolare – spiega il capogruppo azzurro – al riconoscimento da parte dello Stato alla Regione di un trasferimento di 190 milioni di euro nel triennio per investimenti che saranno utilizzati per assicurare l’occupabilità della Regione, lo sviluppo economico, il potenziamento delle infrastrutture di collegamento e il benessere sociale della comunità regionale”. Il capogruppo forzista conclude: “Le critiche pervenute dal Pd sono puramente strumentali per gettare fumo sull’operato che, alla prova dei numeri, è nettamente superiore alla precedente gestione Serracchiani”.

“834 milioni di risparmi tra il 2019 e il 2021: questo l’impegno del presidente Fedriga”. A dirlo è Piero Camber, consigliere regionale di Forza Italia. “Dopo l’accordo Seracchiani/Padoan, finalizzato a coprire i buchi dello Stato anche con i soldi della Regione Friuli Venezia Giulia in un’ottica di riequilibrio della finanza pubblica tutta interna al Pd, oggi il presidente Fedriga è stato chiaro: o il Governo, entro il 28 febbraio, firmerà un’intesa per far risparmiare alla Regione 834 milioni, oppure la Regione ricorrerà contro lo Stato. “Finalmente – conclude Camber – un parlare da presidente, e non solo da uomo di partito”.

Una revisione complessiva delle trattative con Roma, nei contenuti e nelle modalità. È quanto richiesto dai consiglieri regionali del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo e Giampaolo Bidoli.  “Finalmente oggi (martedì 12 febbraio, ndr), dopo che la nostra richiesta di istituire una commissione di inchiesta è stata bocciata e dopo che diverse interrogazioni sul tema sono cadute nel vuoto, il governatore Fedriga ha riferito al Consiglio regionale sulla rinegoziazione degli accordi finanziari con lo Stato, punto centrale del suo programma, chiedendo all’Aula il mandato di procedere nella chiusura della trattativa”, dichiara Bidoli.  “Abbiamo ricevuto delle tabelle che presentano diversi interrogativi e che non danno risposta a molte delle questioni aperte, rispetto all’impatto sui conti regionali delle varie norme statali che hanno e avranno delle conseguenze sul nostro bilancio, dal bonus Irpef istituito dal Governo Renzi alla flat tax, alla modifica dell’art. 49 sulle compartecipazioni, al destino che avranno i fondi accantonati e alla possibilità di vederci restituire almeno una parte del maltolto. Il presidente Fedriga ha chiesto all’Aula un mandato politico per chiudere la trattativa con lo Stato e noi siamo disponibili a dargli tutta la nostra fiducia, ma non possiamo farlo al buio, senza un confronto reale su numeri e dati oggettivi – afferma Moretuzzo -. Per questo abbiamo chiesto di attivare subito un Tavolo tecnico/politico in cui fare gli approfondimenti necessari, per poi votare, possibilmente, all’unanimità un documento chiaro e condiviso all’apertura dei lavori dell’Aula il 26 febbraio. Richiesta che la maggioranza ha respinto”.

“Nel corso della discussione in Aula, abbiamo impegnato il presidente Fedriga a firmare entro il prossimo 28 febbraio un accordo con il Governo che contenga i termini presentati oggi al Consiglio. In caso contrario, la Regione si impegna a fare ricorso alla Corte costituzionale, in attesa di definire l’accordo anche in tempi successivi”.  A renderlo noto è il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Cristian Sergo. “Riteniamo positivo, come peraltro avevamo già chiesto invano nella scorsa legislatura, l’inserimento di una clausola che impedisca allo Stato di mettere mano in maniera unilaterale al bilancio della Regione – sottolinea Sergo -. Le cifre relative al contributo del Friuli Venezia Giulia al miglioramento della finanza pubblica sono comunque inferiori a quelle finora previste”. Il coinvolgimento del Consiglio regionale a trattativa ancora in corso “è un fatto doveroso che accogliamo con favore, visto che nella scorsa legislatura ciò non era avvenuto – aggiunge il capogruppo del M5S, Andrea Ussai -. Su una questione di tale portata, avremmo comunque preferito un dibattito più approfondito attraverso un’apposita Commissione d’inchiesta o quantomeno in I Commissione consiliare, come peraltro previsto da una mozione accolta a giugno 2018 che però non è mai stata concretizzata. In questo modo, si sarebbe potuta raggiungere una più ampia convergenza”.

“Per arrivare a 800 milioni si fa un’operazione di facciata sommando cifre già maturate in passato e risorse che non centrano con il patto, con un risultato finale che è sostanzialmente identico al tanto vituperato patto Serracchiani-Padoan”.  A dirlo è il consigliere regionale del Pd, Roberto Cosolini. “Dopo una lunga attesa, iniziata il 29 ottobre, quando Fedriga annunciava la presentazione di un documento al ministro Tria per un nuovo accordo, che avrebbe poi presentato entro qualche settimana al Consiglio regionale, le settimane sono diventate tre mesi e mezzo e oggi ci siamo ritrovati in mano un foglietto che mi auguro non sia il documento presentato allora al ministro” ha detto Cosolini in Aula.  Secondo il consigliere Pd, Franco Iacop, “quelli presentati oggi non sono i temi dell’economia, ma degli spiccioli. Una cosa frequente, perché c’è sempre la necessità politica di dire che si è fatto meglio, anche di pochi spiccioli, della volta precedente. Nei pochi numeri presentati dov’è la stima attesa della ricaduta sul bilancio regionale delle previsioni fiscali nazionali?”. E ancora, ha aggiunto Iacop, “fino a che punto Fedriga sfiderà realmente il Governo come sta facendo Zaia per ottenere dei risultati?”.  Infine il consigliere Diego Moretti ha evidenziato la “totale mancanza, nell’illustrazione del presidente Fedriga, di tutto il tema delle compartecipazioni e di come saranno modificate. Era una delle questioni che la stessa assessore Zilli aveva definito determinanti, ma di cui a oggi non ne sappiamo nulla: è la conferma di un patto che ad oggi non c’è ancora”.

“Il presidente Fedriga oggi, su pressante richiesta dell’opposizione, ha finalmente accettato di illustrare la trattativa in corso con lo Stato relativamente ai patti finanziari Stato/Regione. Ebbene dopo tanto clamore mediatico nei mesi scorsi, non ha presentato un documento, ma due tabelline con quattro numeri, accennando a voce, in modo approssimativo, ad alcune proposte da fare a Roma sulla compartecipazione”. Così il commento del consigliere regionale di Open-Sinistra FVG, Furio Honsell. “Ma non c’è nulla di certo, ancora – fa presente Honsell -, anzi Fedriga ha parlato di fare ricorso entro il 28 febbraio. Forse il ‘beau geste’ di chiedere la condivisione è solo un’abile mossa per dissimulare l’incapacità di chiudere la trattativa con un Governo amico. Open-Sinistra FVG, insieme ad altri gruppi consiliari, ha proposto di istituire un Tavolo tecnico-politico per redigere un documento da portare in trattativa, chiaro e scevro di messaggi propagandistici, che aiuti davvero il rilancio di questa Regione. “È veramente grave che la maggioranza abbia voluto un Tavolo tecnico-politico per parlare di vitalizi, ma non l’abbia fatto per parlare della trattativa Stato/Regione su contribuzione e compartecipazioni, ben più importante”, è la chiosa dell’esponente di centrosinistra.

Le comunicazioni del presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, hanno suscitato la reazione dei Cittadini, che tramite il capogruppo Tiziano Centis hanno risposto al presidente evidenziando alcuni aspetti condivisibili, ma allo stesso tempo ponendo l’accento su scelte ritenute troppo deboli e insufficienti.  “Premesso che stiamo discutendo non di un accordo – ha precisato subito Centis -, ma soltanto degli indirizzi strategici con cui Fedriga ha annunciato di voler andare a trattare a Roma, il nostro giudizio è complessivamente negativo. Entrando nel merito, i Cittadini condividono l’orientamento espresso da Fedriga di ricorrere alla Corte costituzionale e sono anche concordi sulla necessità che tale accordo non possa essere modificato unilateralmente dallo Stato. Ci risulta, però, incomprensibile che si voglia porre sul tavolo con Roma anche la richiesta di rinegoziazione del sistema di compartecipazione erariale frutto della modifica dello Statuto regionale fatto dal centrosinistra nella scorsa legislatura, soprattutto prima di averne verificato gli effetti, come i Cittadini hanno recentemente ribadito in Aula con una interrogazione a risposta immediata.  “Riguardo alle cifre – ha poi sottolineato Centis -, non si può dimenticare che il vizio originario nei rapporti finanziari con Roma è tutto nei 370 milioni annui che il centrodestra, nel 2010, all’epoca del Governo Tondo, ha garantito allo Stato a tempo indeterminato.  “Dunque, rispetto ai numeri che Fedriga ha portato all’attenzione del Consiglio – ha concluso l’esponente di opposizione -, a non convincerci per niente è l’ipotesi di una diminuzione del contributo allo Stato, oggi fissato al 12,5%, che il presidente propone raggiunga l’11,8% nell’anno corrente e nel 2020, per poi assestarsi al 10,5% nel 2021. Una richiesta troppo timida, probabilmente utile soltanto a compiacere il potere romano, alla faccia di quella autonomia del Friuli Venezia Giulia che la Lega, a ogni campagna elettorale, promette sempre di tutelare e rafforzare ma che poi puntualmente dimentica e sacrifica. Infatti altre Regioni a statuto speciale, in primis la Sicilia, hanno un contributo che pesa sul proprio bilancio soltanto per il 6%. “La strada da seguire poteva invece essere quella individuata dalle opposizioni (escluso il M5S), che hanno prodotto un documento unitario per chiedere al presidente di ricorrere entro il termine del 28 febbraio e non ratificare alcun accordo con il Governo prima di avere convocato un Tavolo regionale con tutte le forze politiche. Un confronto necessario per individuare una strategia condivisa e, soprattutto, di più ampio respiro, capace di ottenere una volta per tutte condizioni più eque e vantaggiose anche per il Friuli Venezia Giulia. Ma il centrodestra, evidentemente incapace di condurre fino in fondo un negoziato a favore della nostra Regione, ha rifiutato questa proposta”.