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I 7 mila del Fvg Pride raccontati per immagini

Sono stati tantissimi a sfilare festosi per le vie del centro storico udinese, arrivati da tutta la Regione, da Trentino Alto Adige, Veneto, Slovenia e Austria. Ma anche da altre regioni di Italia, perché questo è il mese dei Pride che coinvolgono tutto lo Stivale (Onda Pride) e ogni settimana una città diversa diventa arcobaleno per un giorno, attirando sostenitori da ogni dove. Sette mila, questo il numero dato dalla polizia di Udine, che per tutto il percorso ha garantito che la manifestazione si svolgesse nel modo più sereno e sicuro possibile, come effettivamente è stato.
Nessuna nota stonata, solo colori e amore.

Ad aprire la testa del corteo il Comitato Fvg Pride composto dalle cinque associazioni organizzatrici: Arcigay Friuli, Arcilesbica Udine, Arcigay Arcobaleno Trieste e Gorizia, La Fenice Fvg e Associazione Universitaria Iris insieme ai rappresentanti delle istituzioni. Per la Regione Fvg la presidente Debora Serracchiani, l’assessore Loredana Panariti, per il comune di Udine il sindaco Furio Honsell, gli assessori Federico Pirone, Enrico Pizza e Cinzia Del Torre, accompagnati da diversi consiglieri comunali e regionali.

«È un momento importante per Udine ma anche per tutta la regione, perché è il suggello alle tante iniziative sui diritti che nella storia di questa città e del Friuli Venezia Giulia sono stati portati avanti per il rispetto dei diritti fondamentali della persona: è un evento bellissimo». Queste le parole di Debora Serracchiani alla partenza del corteo.

«Se pensiamo alle battaglie di Loris Fortuna per il divorzio o al caso Eluana Englaro, questa è veramente una città che ha fatto la storia, e credo che essere qui oggi sia anche il riconoscimento al lavoro che è stato portato avanti da chi ci ha preceduto e il testimone che vogliamo dare a chi viene dopo di noi» ha aggiunto Serracchiani.

In merito alle posizioni contrarie di gerarchie ecclesiastiche e di alcune istituzioni locali, Serracchiani ha dichiarato che «i diritti non dovrebbero avere colore politico» e di non concordare con alcune prese di posizione, «che peraltro sono legittime, perché qui ognuno può pensare ed esprimersi come meglio crede. Colgo piuttosto l’occasione per richiamare la nostra attenzione verso Paesi o gruppi di pensiero che manifestano e praticano intolleranza attiva verso la comunità Lgbtqia. Per la mia storia personale e politica ritengo che questo sia il luogo dove è giusto stare».

Dietro alle istituzioni il coloratissimo corteo, guidato dalle associazioni di famiglie, che il Comitato Fvg Pride ha voluto lasciare per prime a testimonianza del presente e del futuro della comunità Lgbtqia.
Le sette mila persone poi si sono ritrovate unitie e festanti nel terrapieno di piazza Libertà, lungo via Mercatovecchio e nel primo tratto di via Cavour ad ascoltare i discorsi istituzionali, aperti dal primo cittadino Furio Honsell.
«Questa piazza che si chiama libertà, rappresenta un ideale che è di tutti o non è di nessuno. Per questo vi chiedo un momento di silenzio per le persone morte proprio per difenderla». In questo modo il sindaco ha ringraziato la cittadinanza che ha risposto unita all’appello del Fvg Pride.
«Forse tanti non comprendevano la manifestazione e pensavano fosse un’occasione di scherzo, invece è stata una festa dell’amore e della libertà. Io so che dietro tutto questo ci sono tanti anni di sofferenza e dolore, persone che sono state uccise o denigrate perché non potevano essere loro stesse. Per questo mi ha fatto piacere vedere per la strada tanti cittadini che si sono riconosciuti in questi valori. Udine è dunque coerente con la tradizione dei diritti civili, come nel caso di Eluana Englaro. Ringrazio tutte le persone che hanno avuto il coraggio di mostrarsi e combattere – ha concluso Honsell – e ne voglio citare due per tutte e sono Ingrid e Adele».

«CE L’ABBIAMO FATTA!» è stato invece l’urlo liberatorio di Nacho Quintana Vergara, presidente del Comitato Fvg Pride e autentica anima della manifestazione.
«Abbiamo portato in prima fila le questioni della nostra comunità Lgbtqia, coinvolgendo aziende, esercizi commerciali, negozi di tutto il Friuli Venezia Giulia. Continueremo a lottare – ha dichiarato Vergara – non solo perché è un nostro diritto ma perché è un nostro dovere. Siamo qui perché siamo sopravvissuti alle intolleranze e alle discriminazioni. La nostra è una lotta trasversale, una lotta per tutti i cittadini civili e lo dimostrano anche tutti gli eterossessuali presenti. Guardate questa piazza e non abbiate paura, perché non siete da soli. NON SIAMO DA SOLI».
Dopo Vergara sono intervenute alcune associazioni aderenti alla manifestazione portando il loro saluto e sostegno alla grande manifestazione udinese.

«Il percorso compiuto fino adesso ci ha permesso di toccare numerose tematiche: gli eventi sono stati bene accolti da parte di un pubblico vario e sopratutto da un pubblico al quale di solito non arriviamo, grazie agli appuntamenti realizzati con le associazioni del territorio. Abbiamo approfondito e esplorato tante tematiche LGBTQIA, facendo arrivare il messaggio che parlare di diritti LGBTQIA significa parlare di diritti civili che sono i diritti di tutti. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di far capire che garantire i diritti di alcuni non significa toglierli ad altri, ma significa impegnarsi per una società migliore per tutti. Questa esperienza ci ha permesso creare nuove sinergie che speriamo avranno una vita lunga dopo il Pride». Queste le parole del presidente dei membri deel Comitato Fvg Pride.

La festa è poi proseguita sul Piazzale del Castello di Udine, dove si è svolto un minifestival musicale. A portare il suo sostegno è stato il calciatore dell’Udinese Felipe Dal Bello, salito sul palco con la moglie Caterina e la figlia Beatrice. «Sono molto felice di essere qui e sono contento di vedere come Udine, la città che mi ha adottato si sia dimostrata così aperta e sensibile».
In Castello si sono presentate tremila persone, tante quante ne consente la capienza del piazzale, che hanno fatto proseguire la festa fino alle 23.30.
Sul palco si sono alternati il rapper statunitense Cackes Da Killa e il duo Telepathe, dalla Slovenia Kukla Kesherović e, dall’Italia, il duo electro-pop Yombe e L I M, rivelazione della scena ambient/dream pop italiana, che ha fatto debuttare il suo tour proprio con la data del 10 giugno a Udine.

L’Fvg Party Pride, invece, ha preso vita da mezzanotte in poi al Rock club 60 di Pradamano, alle porte di Udine. Una festa ideata per far ballare tutti fino alle prime luci del giorno. Ad esibirsi il dj padovano Psonic Psummer, i friulani Fare Soldi, duo di producer e dj che con ep mixtape e cinque album alle spalle che trasudano funk e groove, da vent’anni diverte e fa scatenare tutti in Italia e all’estero e, infine, gli Hard Ton, sorprendente duo cresciuto tra Bologna e Venezia e diventati internazionali grazie al tedesco Dj Hell, capaci di mescolare disco, la prima house, influenze hi – nrg e tanta, tanta voglia di scatenarsi.