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La “Resistenza Alimentare” della Carnia parte dagli studenti del Solari di Tolmezzo

La frittata con gli sclopitz, la tale cun las fricias e siç, le sopes a la panade. E poi la Varhackara, i pendalons, il Saût, l’ont e i savôrs. Formaggi, legumi, erbe, distillati. Ricette e prodotti di quella tradizione carnica più verace e a rischio scomparsa, che da ieri però potrebbe trovare il suo riscatto.

Questo grazie agli allievi del corso Servizi per l’Agricoltura e lo Sviluppo rurale dell’Isis Solari di Tolmezzo, un unicum da cinque anni a questa parte, che in sei mesi, con il contributo dei loro insegnanti (Cristina Bomben, Martina Lirussi e Matteo Segatto) sono andati a raccogliere prima che si disperdano per sempre, le testimonianze, le competenze, le tecniche produttive e i segreti dei loro genitori e dei loro nonni dando vita a “La Carnia del Cibo”, non solo ricettario ma scrigno storico-antropologico della cultura alimentare di questa terra.

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Un volume definito dal professor Enos Costantini, “fortemente anti-americano” (perché riprende colture ed alimenti identitari) e preludio di una nuova “resistenza alimentare” che solo gli under 20 di questo territorio, ancora liberi da “incrostazioni mentali” potranno portare avanti.

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Un progetto accolto con l’ovazione di centinaia e centinaia di persone ed autorità ritrovatesi ieri pomeriggio a Tolmezzo, in occasione dell’inaugurazione poi dei laboratori di trasformazioni agroalimentari realizzati all’interno dell’Istituto. Dal sindaco Brollo al commissario della Comunità montana Not, al presidente della provincia Fontanini al presidente dell’Ersa Stefanelli e di Slow Food, Plett, fino all’assessore regionale Shaurli il plauso per il loro svolto dalla dirigente scolastica Manuela Mecchia, dai suoi insegnanti e soprattutto dai ragazzi.

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Con la speranza che “non ci si fermi ad una visione romantica – ha invitato Shaurli – ma che si raggiunga una successiva redditività per queste coltivazioni riscoperte, così che anche i consumatori più attenti al buon cibo, quando verranno in Carnia li possano trovare nei ristoranti od acquistare nei negozi. E se la politica non vi darà una mano – ha concluso rivolgendosi agli studenti agricoltori in erba – veniteci pure a tirarci le orecchie”.

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3 pensieri riguardo “La “Resistenza Alimentare” della Carnia parte dagli studenti del Solari di Tolmezzo

  • Pasquale D'Avolio

    Iniziativa lodevole e da sostenere. Un piccolo dubbio, se mi è permesso: il corso “Servizi per l’Agricoltura e lo Sviluppo rurale dell’Isis Solari di Tolmezzo” si occupa della produzione agro-alimentare, se non sbaglio, che poi …. va in tavola! Accanto al Solari, in un altro Istituto tolmezzino, il Linussio, c’è un corso di “ristorazione” e anche lì, mi risulta, si punta a valorizzare l’enogastronomia locale. Non è un po’ strano che le due realtà siano “separate” o addirittura concorrenziali? Non sarebbe il caso di unificare i due Istituti, spostando magari il Liceo delle scienze applicate (mi pare si chiami così) al Paschini, come si era proposto l’anno scorso, provocando purtroppo una sollevazione di piazza di genitori e insegnanti del Solari? Bisognerebbe uscire dalla logica del “mio Istituto” e pensare più all’interesse di tutti.

    • Se si sposta il liceo delle scienze applicate al Paschini, non potranno più usare (per questioni assicurative) i laboratori di chimica e biologia del solari, ubicati nel ex ipsia candoni.
      Mandi e un saluto

    • Queste due scuole sono divise perché completamente diverse.
      Mentre il linussio si occupa di ristorazione,la scuola servizi per l agricoltura e lo sviluppo rurale si occupa di trasformazione agro-alimentare: ciò significa che i prodotti proriamente coltivati vengono lavorati e trasformati. Gli studenti infatti,studiano tutto il percorso del prodotto partendo dalla semina,raccolta, alimentazione animale e allevamento.
      Non mi sembra che il linussio trasformi il latte in formaggio o la vacca in carne.
      Ex allieva.

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