Nel 2014 procedure concorsuali in diminuzione in Provincia

Dopo
anni di numeri in costante aumento, a fine 2014 in Provincia di Udine
si registra una forte diminuzione delle procedure concorsuali
.
Potrebbe sembrare un segnale molto positivo, che si scontra però
con il numero dei lavoratori coinvolti, in numero superiore agli anni
precedenti.

Un
dato allarmante che si interpreta solo in un modo: le aziende
coinvolte sono ora quelle mediamente più strutturate rispetto
al passato
, segno che la crisi sta intaccando sempre di più
anche le grandi imprese. Complessivamente il totale delle
procedure concorsuali (comprese quindi le amministrazioni
straordinarie, concordati preventivi, ecc.) nel 2014 ha toccato quota
63,64% sul totale delle vertenze seguite dalla Cisl Alto Friuli.

L’analisi emerge dall’attività del suo Ufficio Vertenze,
che ha comunque registrato un significativo aumento complessivo delle
nuove pratiche raccolte rispetto al 2013.

Nello
specifico a fine 2013 i fallimenti decretati dal Tribunale di Udine
erano stati 120, ai quali si aggiungevano gli 11 del Tribunale di
Tolmezzo. A fine 2014, nonostante il conglobamento del Tribunale
di Tolmezzo avvenuto il 13 settembre 2013, nell’unico Tribunale
provinciale rimasto si è toccata quota 102,
di cui gli
ultimi due dichiarati proprio a fine anno pari ad un 22% in meno
rispetto al 2013.

LE
PRINCIPALI AZIENDE CHE HANNO CHIUSO IN ALTO FRIULI

Dietro
i freddi numeri si sono nomi di aziende storiche dell’Alto Friuli:
dalla Imballaggi Cimenti di Villa Santina (legno), alla Vittorino
Brunello Zanitti di Fagagna (edilizia); dalla Bugini Impianti di Buja
alla Weissenfels Tech-Chains (metalmeccaniche), quest’ultima
fallita per la seconda volta dopo una decina di anni. Solo in queste
4 aziende i lavoratori interessati sono 120. Complessivamente la
Cisl Alto Friuli nel 2014 ha seguito un centinaio di nuove pratiche
di lavoratori coinvolti nei fallimenti
(16% commercio, 22%
edilizia/legno, 62% metalmeccanica).

Sul
fronte delle altre procedure concorsuali
agli uffici del
sindacato dell’Alto Friuli si stanno trattando 1 sola pratica di
amministrazione straordinaria ma ben 58 di Liquidazione Coatta
Amministrativa (
Nord 2000, La Cirignicule e Stalla Sociale Mulino
San Giovanni, poco meno di 80 i lavoratori coinvolti).

In
definitiva, nel 2014 i lavoratori assistiti dall’Ufficio Vertenze
della Cisl Alto Friuli sono aumentati del 2,5% rispetto al 2013.

Per
le procedure avviate nel 2013 ricordiamo l’amministrazione
straordinaria della Bernardi Group, tuttora in corso: quasi 40
dipendenti in Alto Friuli (di cui 3/4 seguiti dalla Cisl). A breve,
il Commissario darà avvio alla cessione di alcuni punti
vendita della rete, ma dobbiamo già registrare la chiusura
definitiva del punto vendita di Cassacco per il quale non si
intravvede, purtroppo, alcun futuro.

Fortissima
apprensione desta poi la vicenda Coopca, che coinvolge oltre 650
lavoratrici e lavoratori – quasi la metà dei quali in Alto
Friuli – per la quale si è in attesa delle decisioni del
Tribunale sulla richiesta di concordato preventivo presentata dalla
Cooperativa stessa lo scorso novembre. L’Ufficio Vertenze della
Cisl Alto Friuli è comunque da subito a disposizione per
informazioni, consulenze, ecc.

IL
RECUPERO CREDITI

Per
quanto riguarda invece gli altri tipi di pratiche si rileva che sono
quasi tutte per recupero credito (un’ottantina). Il sindacato
denuncia peraltro che sul recupero crediti si riscontra una forte
difficoltà:
“ci sono aziende che neppure rispondono alle
nostre lettere – fa sapere Mauro Urli, responsabile dell’Ufficio
Vertenze – con altre invece si sottoscrive un accordo di
rateizzazione che poi non viene rispettato; altre ancora ci
riferiscono di non avere liquidità e non riescono a pagare.
Quasi tutte queste pratiche vengono trasmesse al legale per
l’emissione di un decreto ingiuntivo o per avviare una causa di
lavoro. Molte aziende, inoltre, non provvedono neppure a ritirare le
raccomandate oppure addirittura le respingono. E’ quindi
molto importante – prosegue Urli – che il lavoratore si rivolga alla
Cisl non molto tempo dopo la cessazione del rapporto di lavoro

perché, in caso di mancato pagamento di retribuzioni e/o TFR,
è opportuno avviare una eventuale causa di lavoro entro 9 mesi
dalla data di cessazione”.

Nel
male di tutte queste vertenze – aggiunge Urli – risulta meno
complesso recuperare i soldi per i lavoratori quando l’impresa
fallisce – o comunque quando è soggetta ad una procedura
concorsuale – potendo richiedere al fondo di garanzia dell’Inps
almeno il TFR.
Per le esecuzioni individuali, ossia il recupero
del credito tramite azione legale, segnaliamo che potrebbe accadere
che il costo delle spese di giustizia che dovrebbe sostenere il
lavoratore per le varie pratiche sia addirittura più alto
dell’ammontare del credito vantato. Oltre al danno anche la beffa”.

I
FONDI DI PREVIDENZA COMPLEMENTARE

Sia
nel caso di fallimenti che di recupero credito
, riscontriamo
purtroppo sempre più di sovente che le imprese non
versano i contributi ai fondi di previdenza complementare
. Il
lavoratore che vuole crearsi un pensione integrativa con il proprio
TFR si ritrova spesso con consistenti omissioni contributive. Il caso
più eclatante raccolto risale al dicembre 2014 ove ben 3
lavoratori, dimessisi nel corso del 2014, oltre al mancato pagamento
di alcune retribuzioni, non si sono visti versare nel fondo pensione
integrativo il loro TFR fin dal gennaio 2010: quasi 5 anni di
omissione! con perdita anche delle relative rivalutazioni che il
fondo avrebbe loro garantito se i versamenti fossero stati regolari.
L’invito dell’Ufficio Vertenze Cisl Alto Friuli ai lavoratori
è quello di controllare con regolarità il versamento
del TFR, onde scongiurare possibili perdite di contributi e relativi
rivalutazioni.