Operazioni antibracconaggio a Comeglians e Gemona

Forse,
c’entra anche la crisi, sta di fatto che l’uccellagione continua ad
essere un’attività illecita, redditizia, ampiamente praticata nella
nostra regione.
Puntuale ed efficace, però, l’opera di contrasto e repressione svolta
dalla Polizia provinciale, plaude il presidente dell’Ente di area vasta,
Pietro Fontanini

Dopo
le denunce dei giorni scorsi altri due bracconieri sono caduti nelle
“maglie”  degli agenti. Nella prima operazione è stato colto in
flagranza di reato
un 58enne di Comeglians, sorpreso nei pressi di uno stavolo con alcune
gabbiette contenenti uccelli da richiamo. Sono state anche rinvenute una
ventina di panie invischiate conficcate al suolo per la cattura di
volatili. La persona è stata deferita all’Autorità
giudiziaria per aver violato le norme che proteggono la fauna
selvatica. La Polizia ha messo sotto sequestro le panie, mentre gli
uccelli sono stati liberati. Va ricordato che, in un precedente
intervento, effettuato sempre nella zona di Comeglians, la Polizia
provinciale assieme al Corpo forestale regionale aveva denunciato un
bracconiere per aver catturato un capriolo illecitamente, con un laccio.

La
seconda operazione ha avuto come teatro il comune di Gemona. A seguito
di una serie di appostamenti è stato individuato in un campo di mais un
impianto
di uccellagione realizzato illecitamente. Il bracconiere, alle prese
con un cardellino impigliato in una rete, ha tentato in un primo momento
la fuga, poi, ci ha ripensato ritornando sui suoi passi. Già noto per
fatti analoghi si è beccato un’altra denuncia
per aver violato le norme in materia di protezione della fauna
selvatica e per aver praticato l’uccellagione, catturato e detenuto
avifauna  protetta. Nell’impianto di cattura sono stati rinvenuti una
cinciallegra ed una cinciarella, e altri uccelli nella
sua abitazione, senza anello o documentazione attestante la legittima
provenienza.

Le
due operazioni sono solo le ultime di una seria di positivi interventi
della Polizia provinciale, portati a termine grazie alla costante
presenza nelle
zone più impervie del territorio. In particolare, nel corso dell’anno,
sono stati effettuati 1.600 servizi di pattugliamento, di cui la gran
parte finalizzati alla vigilanza faunistica e venatoria.