Gallizia e Campana critiche per la modifica dell’AAS

Le
Presidenti delle Assemblee dei Sindaci degli Ambiti distrettuali di
“Carnia” e “Gemonese, Canal del Ferro e Valcanale”, Cristiana Gallizia e
Nadia Campana,
esprimono disappunto per la modifica dei confini geografici
dell’Azienda per l’Assistenza Sanitaria prevista dall’emendamento che,
inglobando il “codroipese” (e contestualmente togliendo il
“tarcentino”), sposterà a valle il baricentro della politica sanitaria
aziendale, sbilanciando l’omogeneità della popolazione della futura
azienda.

La
montagna non è affine a nessuno se non a se stessa, e nel disegno di
legge originario, che inglobava la zona collinare sandanielese e
tarcentina, si
intravvedeva una certa uniformità di bisogni ed una possibile equità di
risposte.

Gallizia
e Campana ricordano che il disegno di legge “Telesca-Serracchiani” era
stato sostenuto all’unanimità dalle Assemblee dei Sindaci dell’Alto
Friuli,
che avevano capito le ragioni di una riforma necessaria, ed accettato
con discernimento un ampliamento geografico dei confini aziendali, fino
alla zona nord di Udine.

Esprimono
rammarico in particolar modo per la tempistica di presentazione della
variazione, che ha “dribblato” a tempo scaduto tutte le sedi opportune
preliminari
di discussione, dopo che anche CAL e III Commissione avevano elaborato i
loro giudizi. “Giunti ora in “zona Cesarini” non resta che manifestare
sconcerto per la mancanza oggettiva di tempo per opporsi alla
variazione, apprezzamento per la dissociazione di
Marsilio, Serracchiani, Vito e Bolzonello, grande preoccupazione per il
futuro, poiché si ipotizza una montagna soccombente, sicuramente sui
numeri e conseguentemente come peso politico; in breve potrebbe non
essere nemmeno più un peso”.

La
percepita penalizzazione non le preoccupa per la situazione sanitaria
attuale ma per gli assetti futuri, quindi verranno immediatamente
chieste garanzie
organizzative, finanziarie e decisionali che non penalizzino i servizi
in area montana e rendano possibile non solo sopravvivere, ma scegliere
di continuare a vivere in montagna.