Sopralluogo dei consiglieri regionali al lago di Cavazzo

I consiglieri della IV
Commissione permanente – fra le cui numerose competenze figurano
il territorio, l’energia, la tutela del paesaggio, i parchi e le
riserve naturali, la pesca nelle acque interne – hanno compiuto
un sopralluogo al lago di Cavazzo Carnico per verificare le
criticità e lo stato di conservazione del lago, anche in
relazione alle previsioni del piano di sfangamento dell’invaso
del fiume Ambiesta. Con loro, guidati dal presidente Vittorino
Boem (Pd), anche alcuni consiglieri della II Commissione –
competente in materia di attività produttive – insieme con il
presidente Alessio Gratton (SEL), a sottolineare l’attenzione a
questa realtà sia per quanto riguarda gli aspetti ambientali che
che quelli economici e la volontà – ha sottolineato Boem – di
comprenderne le problematiche, con una modalità di approccio che
è quella di un accompagnamento trasparente verso comunità e
territori che a volte si sentono abbandonati.

Una visita durante la quale, nella Sala consiliare del Comune di
Cavazzo, i consiglieri regionali – accolti dal sindaco Gianni
Borghi – hanno incontrato i rappresentanti di Edipower, i
rappresentanti del "Comitato tutela acque del bacino montano del
Tagliamento" e del "Comitato difesa e valorizzazione del
lago-Alesso di Trasaghis" e i sindaci dei Comuni di Trasaghis,
Augusto Picco, di Bordano Gianluigi Colomba, e di Verzegnis Renzo
Lunazzi. Presenti anche tecnici dell’amministrazione regionale.

Il direttore di Edipower (società del gruppo A2A), ing. Guidi,
presente con il responsabile relazioni esterne di A2A Nord
Italia, Corona, ha illustrato i lavori di pulizia dell’Ambiesta,
spiegando modalità e tempistiche che derivano da obblighi
istituzionali fissati dal ministero dell’Interno per ragioni di
sicurezza, e da attuarsi ovviamente in via preventiva; è stato
ripercorso l’iter burocratico che ha portato alla formulazione
del piano che porterà a intervenire entro la fine di settembre
con l’obiettivo di assicurare alla diga scarichi liberi, ma anche
che le operazioni non abbiano effetti impattanti sul territorio.
Si lavorerà a bacino pieno perchè l’obiettivo non è lo
sfangamento, ma la rimozione selettiva dei sedimenti: una
differenza legata alle modalità operative, lavorando con una
pompa aspirante tridimensionale fino a togliere circa 30mila
metri cubi di limo, su un milione, prelevando una miscela di
acqua e limo fine e finissimo che all’uscita verrà diluita con
acqua pulita, per non alterare l’habitat di pesci e gamberi che
verranno tolti e reintrodotti. L’Ente Tutela Pesca in merito ha
fissato parametri molto stretti e, assieme ad ARPA, Forestale,
direzione regionale ha costituito un tavolo di monitoraggio
continuo.

Di un lago ferito ma non morto e quindi da curare – hanno parlato
i Comitati, in primis Franceschino Barazzutti: riteniamo che
meriti una legge speciale per il suo recupero e la
valorizzazione, ha detto citando uno studio secondo il quale fra
110 anni il lago sarà interrato, e aggiungendo che per evitare
l’apporto di fanghi e le oscillazioni bisogna che gli scarichi
della centrale versino fuori dal lago. È stato messo poi
l’accento sul problema delle derivazioni e sulla desertificazione
delle falde. Questa valle è una miniera energetica, ha poi
sottolineato, e la Regione potrebbe costituire una propria
società acquisendo le concessioni in scadenza in modo che questa
ricchezza resti qui.

E se da parte dei tecnici della Regione è stato ricordato che la
Giunta ha costituto una cabina di regia, per un
monitoraggio costante, per verificare – come hanno evidenziato
anche alcuni consiglieri – che non ci siano incongruenze tra
quanto dichiarato e la realtà, i sindaci, a partire da quello di
Cavazzo, hanno ricordato che quanto da loro richiesto in sede di
Conferenza dei servizi è stato recepito, rendendo così
l’intervento abbastanza sostenibile. Ma tutti, pur evidenziandoperplessità in merito alle operazioni di sfangamento, hanno
puntato l’attenzione verso la necessità di intervenire partendo
da progetti condivisi per la sostenibilità del lago e puntando a
mantenere l’equilibrio esistente, a sfruttare correttamente le
risorse che sono qui ma le cui ricadute oggi vanno altrove, e a
cercare forme di sviluppo comune per quanto riguarda tutela
ambientale, turismo anche sportivo, data la vicinanza con Gemona
"città dello sport", e valorizzazione di luoghi come il Monte
Festa. Una regia unica per un rilancio che passa inevitabilemente
per forme di aggregazione e un coordinamento il più vicino
possibile al territorio.