TOLMEZZO: Caso Burgo, le parole di Renzo Tondo a RSN

Proponiamo alcuni passi ripresi dall’intervista al presidente della Regione Renzo Tondo, nominato commissario governativo della Cartiera Burgo, andata in onda a “Block Notes ore 12”. “E’ stata una giornata campale ma alla fine tutto è filato per il verso giusto. Sono arrivato a Roma alle 16, a conclusione del consiglio regionale, ma qui c’erano il mio segretario Bertuzzi e soprattutto l’assessore Ciani, che ha seguito passo dopo passo la vicenda. Il presidente Berlusconi mi ha dato la parola nel corso del consiglio dei ministri e così ho potuto illustrare ai presenti la questione. La proposta dell’emergenza è stata accolta e conseguentemente il ministro dell’Interno Scajola mi ha nominato commissario”. “Ora il primo passo sarà rappresentare questa situazione alla Procura della Repubblica affinché possano essere richiesti al gip gli atti conseguenti. Qui entriamo comunque nell’ambito della magistratura. La politica ha fatto il suo corso riguardo l’emergenza, ora però la politica stessa deve far sì che i lavori vengono realizzati urgentemente e che la cartiera non inquini”. “Conciliare impegni così numerosi per due anni, tanto durerà il commissariamento, sarà un bel problema per me, ma del resto non c’erano alternative. E’ stato il ministro Scajola a chiedermi di fare il commissario in virtù di un ragionamento per il quale da sempre, in situazioni analoghe, il commissariamento viene individuato nei prefetti, soprattutto al sud, nei sindaci, in particolare nelle grandi città, o nei presidenti della Regione, com’è stato in questo caso. Non potevo perciò sottrarmi a questa responsabilità anche se la prima battuta che ho fatto è stata “che Dio me la mandi buona”. “Sapevo che c’era questo percorso, comunque non scontato, del commissariamento ed ho cercato di infondere ottimismo per non esacerbare gli animi. Confesso però che dentro di me era molto preoccupato”. “La grande manifestazione di lunedì scorso è stata molto importante perché ha consentito di creare quel clima sociale che facesse capire l’emergenza del problema”.