TOLMEZZO: Caso Burgo, Tondo in seconda commissione consiliare

Fase interlocutoria, situazione
non ancora sbloccata, attesa per i passi successivi. E’ questa la
sintesi fatta dal presidente della Giunta regionale, Renzo Tondo,
in riferimento alla situazione della cartiera Burgo di Tolmezzo,
alla seconda Commissione consiliare, presieduta da Franco Dal Mas
(FI-CCD-FDC), che si è riunita assieme ai capigruppo.

Tondo ha ripercorso le tappe che hanno portato all’attuale
situazione. Nel 1986 il Consiglio regionale approvò una legge che
autorizzava il finanziamento per la costruzione di un impianto di
depurazione e delle relative opere fognarie per il
disinquinamanto dell’area dell’Alto Tagliamento. Nel 1990 furono
affidati i lavori e nel 1994 furono completati. Il collaudo
risale al 1999, perché nel frattempo due alluvioni danneggiarono
le strutture.

La Burgo, per migliorare la qualità degli scarti, ha investito
finora 8,5 miliardi di lire e i finanziamenti pubblici a questo
scopo ammontano complessivamente a 20,4 miliardi di lire.

La decretazione di emergenza e la nomina del Commissario
straordinario sono storia di ieri, ma Tondo ha voluto precisare
di aver accettato questo incarico in quanto si trattava di una
soluzione istituzionale (la nomina era non alla sua persona, ma
al presidente della Giunta regionale) e di auspicare che,
conclusa la fase dell’emergenza e fissato il percorso da seguire,
sia individuato un nuovo Commissario capace di gestire al meglio
i passaggi tecnici.

Come Commissario straordinario, Tondo ha informato di aver emesso
due decreti: per l’istituzione presso il ministero dell’Ambiente
di una segreteria tecnica come struttura di supporto e per
adottare una serie di atti tecnici concertati con lo stesso
ministero. Il procuratore della Repubblica di Tolmezzo ha poi
autonomamente avanzato istanza di dissequestro al GIP, che dovrà
decidere entro domani (giovedì).

Se la soluzione sarà positiva, Tondo ha anticipato che la sua
azione terrà presenti tre cose: che non ci siano danni alla
salute, che i danni all’ambiente siano progressivamente ridotti
per essere eliminati e che sia salvaguardata l’occupazione.

Sono seguiti gli interventi dei consiglieri e dei capigruppo.

Oggi la risposta è il dissequestro, ha detto Adriano Ritossa
(AN), ma bisogna già pensare agli atti successivi, con un piano
di risanamento delle acque e una mappa delle priorità e Franco
Dal Mas (FI-CCD-FDC) ha invitato a riflettere sulle possibili
soluzioni che mettano d’accordo la produzione e l’ambiente, ma
non solo per la Burgo.

Un piano compatibile con gli insediamenti produttivi di tutto il
territorio regionale è stato chiesto da Renzo Petris (DS), mentre
Mario Puiatti (Verdi_SDI) ha invitato a far chiarezza sui
finanziamenti e sul loro impiego.

Evitare due pesi e due misure nella soluzione dei problemi è
stato il monito di Francesco Serpi (GM), riferendosi alla
situazione altrettanto grave della Ferriera di Servola, a
Trieste.

Alla fine dell’operazione, ha chiesto Alessandro Tesini (DS),
quanto spenderanno pubblico e privato, e quali garanzie ci
saranno per la prosecuzione dell’attività? Più che non voler
spendere, ha aggiunto Caterina Dolcher (DS), forse la Regione non
ha saputo spendere bene.

Conoscere le intenzioni della proprietà e avere un quadro di
tutte le situazioni a rischio è stata la richiesta di Aldo Ariis
(FI-CCD-FDC), riflettere bene sull’avvicendamento è stato
l’invito di Adino Cisilino (FI-CCD-FDC), mentre per Viviana
Londero e Maurizio Franz, entrambi della Lega Nord, sarebbe
importante sapere perché dopo il positivo collaudo del 1999 il
depuratore non ha fatto il suo dovere.

Sarebbe meglio prevedere a cosa andiamo incontro, ha detto
Gianfranco Moretton (PPI-Margherita), perché se dovessero
precipitare altre sette/otto situazioni a rischio potrebbero
servire almeno mille miliardi di lire.

Paolo Fontanelli (PDCI) ha chiesto dati più precisi sulla natura
delle sostanze inquinanti e sui tempi per la sicurezza
ambientale, e garanzie per l’occupazione, mentre Enrico
Gherghetta (DS) ha invitato a non generalizzare la situazione per
non danneggiare anche le tantissime aziende serie che, con
investimenti propri, si sono adeguate alle normative.

In regione, sulla depurazione, non siamo all’anno zero, ha
evidenziato Isidoro Gottardo (CPR), e proprio partendo da questo
dato e dalle nuove sensibilità sui temi dell’ambiente e della
salute si disegni il futuro dell’occupazione e dello sviluppo
compatibile.

Ognuno si assuma le sue responsabilità, ha detto Giancarlo Cruder
(CPR), la politica da una parte e l’azienda dall’altra e si
sottoscriva quanto prima l’accordo di programma per avere
certezza degli impegni.